capitolo 5

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*Ragazza POV*

Riassunto: sono inginocchiata su un vecchio materasso nella cantina di un cannibale e non so dove, o per quanto tempo, e se noi siamo ancora a Londra.

Senza sapere quanto tempo è passato o che cosa l'uomo voglia da me.

Ma ho paura, tanta paura. Ma io non piango.

Non voglio sprecare inutilmente il mio potere, soprattutto perché sono sicura che nessuno mi ascolterà, e richiamerei quindi, solo l'attenzione del cannibale.

Non so nemmeno il suo nome.

Nessun vero conforto per me.

Debolmente mi sono ricordata l'aspetto dell'uomo.

Davanti ai miei occhi appaiono capelli ricci castani, occhi verdi e un corpo grande e forte.

Sembra buono, anche se sembra essere apparentemente squilibrato e totalmente pazzo.

La sua immagine nella mia testa sembra essere quasi perfetto, lui è bello.

Se non ci fosse stato quell'abbigliamento sanguinoso e le singole scene, mentre mangia la mia migliore amica.

I miei occhi sono diventati più abituati all'oscurità, il che è un bene, perché ora sono sicura che si tratta di una cantina polverosa.

D'altronde, i miei occhi mi rivelano qualcosa di allarmante.

Sorpresa, urlo, e inizio a boccheggiare in cerca d'aria, perché la mia gola è completamente asciutta.

Non sono sola.

Probabilmente per tutto il tempo da quando ho ripreso coscienza non ero sola in questa buia cantina!

Su una sedia, in un angolo buio, un uomo si trova in una posizione rilassata. Dopo pochi secondi lo riconosco.

Il cannibale - il mio rapitore.

"Finalmente sei sveglia" sussurra con la sua voce sorprendentemente calda nelle tenebre, ma suona ancora fredda.

Non c'è da scherzare con lui, lo notato subito. Chiunque egli sia, è pericoloso.

Anche se mi ha rapita, con le mani legate, in una cantina cupa, su un materasso, non piango.

Nessun suono sfugge dalla mia bocca e le mie labbra ormai sono quasi completamente asciutte.

Anche se mi sarebbe piaciuto farlo.

Chiedere aiuto non serve a niente, posso benissimo salvare il respiro e l'energia.

Per quanto lo voglia, non lo lascio fuori dalla vista, quando il mio rapitore si alza dalla sedia e lentamente si avvicina a me.

Mi accorgo che lui è piuttosto grande e tutt'altro che debole.

Senza dire una parola, si ferma davanti a me, per poi togliersi il cappello grigio che copriva i suoi capelli e metà del suo volto. Di terrore puro allargo i miei occhi.

Noto immediatamente il bagliore freddo nei suoi occhi verdi.

A causa della scarsa luminosità non vedo il suo volto, ma sembra incredibilmente bello.

Come congelata lo guardo, e lui finalmente sorride con dolcezza.

Posso solo immaginare che sto probabilmente diventando molto pallida. Non mi sento bene in ogni caso.

Tuttavia, date le circostanze è comprensibile.

"Non doveva essere così difficile. Volevo solo cacciare un po'" sottolinea arrogante.

Tutta il suo modo di fare è in qualche modo molto provocante di per sé.

Il fatto che lui non è comune, è anche molto chiaro.

Interiormente, tremo, forse anche esteriormente.

"Chi sei?" mormoro con voce gracchiante. La mia gola è ancora secca.

Ma voglio sapere chi è. Anche se dubito fortemente che lui mi dica il suo nome.

Ride, il cappello è tornato in testa e lui si gira un po', cosicché possa vedere il suo profilo.

Tuttavia, lui fa paura.

"Chiamami Harry" annuncia quasi allegro.

Senza aspettare una mia risposta, si allontana da me e va alla scala che conduce fuori dalla cantina, ovviamente.

Sono come congelata.

Non so se dovrei essere sollevata dal fatto che lui non è più con me. 

Perché sono abbastanza sicura che è un pericoloso, criminale crudele che dice solo delle parole ben scelte per tormentare la sua vittima.

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