capitolo 8

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*Alessa POV*

La mia testa è piena di migliaia di pensieri, per esempio, come venivano tenuti qui molte vittime di rapimento.

Come molti avevano temuto per la loro vita. Meglio che non mi chiedo se qualcuno è sopravvissuto a questo.

Se qualcuno è sopravvissuto da questo ragazzo dark- sadico.

Con le manette molto strette, seduta in questa posizione davvero scomoda, ma mi sento un pò più a mio agio con le spalle al muro.

Anche se solo un pò.

Harry non dice una parola, mentre viene in mezzo al piano interrato, che non rende il tutto ancora più piacevole.

Senza dire una parola, prende la bottiglia d'acqua che era accanto a me e la mette su una sorta di piattaforma, quindi devo alzarmi per raggiungerla. Questo non è facile, ma non impossibile. Dopo che ha lasciato la cantina, ci provo.

Tuttavia, io non ho le mie mani per aiutarmi, questo rende la cosa ancora più difficile.

Ma devo vivere con complicazioni nella mia situazione attuale. Sì... fa schifo.

"Come stai oggi, Lessi?" Harry chiese con tono stranamente di buon umore che non ho mai sentito da lui. E da quando ci diamo dei soprannomi? Certo, è bello, ma del tutto inadeguato in questa situazione! Mi ha rapito, e non è bello.

"Mi dispiace per questa maleducazione, ma potrebbe smetterla di chiamarmi in quel modo?" Non divertita dal suo soprannome per me, lui sorride cupamente.

Alessa è dopo tutto un nome molto diffuso. E se da soprannomi a ogni vittima?

Qualunque siano le sue ragioni, questo è solo sgradevole.

Sì... Qualunque.

Finito di bere dalla bottiglia d'acqua  guardai di nuovo Harry. Non posso controllarlo perché è come se dovessi guardarlo. I miei occhi vagano sul suo bel viso e suggestivo, alle sue grandi mani e dai diversi anelli su di loro e il suo corpo enorme e muscolare e, naturalmente, i suoi occhi verdi.

È come se lui può guardare con loro nella mia anima.

Quando lo guardo di nuovo negli occhi sussulto istintivamente perchè i suoi occhi freddi fissano indietro. Non mi resi conto che mi è stato a guardare per tutto il tempo.

Si schiarisce la gola e tira qualcosa dalla tasca.

È qualcosa di piccolo, d'oro e mi sembra incredibilmente famigliare.Ma non posso dire esattamente quello che è, perché non riesco a vedere molto con questa luce.

Quando viene a me, lo riconosco e ansimo subito.

"Come... Come l'hai presa?" chiedo con calma e un pò arrabbiata. Voleva rubarmela?

Me la dà indietro solo perché non vale così tanto?

Forse sembra proprio come una collana normale, ma per me è la più preziosa al mondo.

L'ultima cosa che ho dalla mia famiglia.

"Ecco. Penso che questo appartiene a te. È- è caduta quando ti ho portata" mi dice Harry guardandosi le mani.

"Devo rimettertela al collo?"

"Sì. Con le mani bendate non posso farlo da sola" dico con insolenza, al che Harry rotea gli occhi infastidito.

"Non fare l'impertinente con me. Altrimenti ti lascerò ai miei migliori amici. Anche loro sono cannibali"

Arriva a passi lenti verso di me e mi dà la collana.

La mia pelle freme nel luogo in cui lui mi ha toccato di recente.

Devo fare qualcosa, chiedere o dire qualcosa.

Qualcosa di poco importante "Che giorno è oggi?" chiedo velocemente.

Ma dopo tutto, questa è una domanda legittima, visto che non ho il senso del tempo in questo seminterrato buio.

E non ho assolutamente idea di quanto tempo ho dormito, da quando mi ha portato qui.

Ovunque "Qui" è.

Ghignando, Harry alza un sopracciglio verso l'alto. "Mercoledì",risponde ancora al mio sollievo. Così io sono qui solo da circa ventiquattro ore. Anche se mi sembra che sia passato molto più tempo, il che è comprensibile?

"Non vi è alcuna speranza che... mi lasci andare prima di sabato a casa?" chiedo speranzosa, dopo di che ride divertito.

"No, perché me lo chiedi? Stai progettando qualcosa di speciale?" chiede ridendo.

Premo le labbra. Harry si trova un pò più lontano, ma posso sputare su di lui comunque. Essere in grado di batterlo, ma se vorrei fare qualcosa che lo infastidisce. Sarà peggio. Forse mi ucciderebbe finalmente.

Dubito per un secondo che può rendere la mia vita più difficile.

"Bene, io... io ho bisogno di vedere un medico" rispondo timidamente.

Perché mai glielo dico? Prima che io possa rimpiangere le mie parole,       sento come un calore che sale in faccia. In questo scantinato freddo, è abbastanza piacevole.

Sono già completamente ghiacciata.

Mi fissa in modo casuale, è abbastanza terrificante.

"Ho fame" sussurra ei suoi occhi si trasformano in una tonalità scura di verde, sono quasi neri.

"Ottimo... vai a mangiare un hamburger" dico e mi pento nel momento in cui comincia a camminare verso di me.

Bene, sarà... divertente.

Ah... no merda, forse dovrei colpirlo nelle palle.

Autodifesa, puttana.

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