capitolo 6

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*Ragazza POV*

"Chiamami Harry" annuncia quasi allegro.

Senza aspettare una mia risposta, si allontana da me e va alla scala che conduce fuori dalla cantina, ovviamente.

Sono come congelata.

Non so se dovrei essere sollevata dal fatto che lui non è più con me.

Perché sono abbastanza sicura che è un pericoloso, criminale crudele che dice solo delle parole ben scelte per tormentare la sua vittima.

Potranno essere passate ore, o anche minuti. Ma non mi importa.

Soprattutto perché sono sicura che la mia morte per disidratazione è già vicina.

Le mie palpebre sono pesanti come il piombo, la porta che è stata sbattuta un breve o molto tempo fa dal mio rapitore, si apre, nuovamente, con un cigolio.

Percepisco come una luce bianca e brillante, ma ancora debole davanti a me.

Sembra fredda come il ghiaccio o come il mio rapitore.

Vedo Harry venire di nuovo verso di me. Ho problemi nel mantenere gli occhi aperti. Ma riesco a vedere quello che tiene in mano.

Una bottiglia d'acqua.

Sorpresa, apro gli occhi, allo stesso tempo, spero di non subire una morte per sete.

"Hai sete, giusto?" commenta seccamente, porgendomi la bottiglia.

Solo ora posso notare dolorosamente  le manette che legano le mie mani.

"Non posso... per favore" respiro stordita.

"Oh, ma certo" sorride disarmante, e poggia la bottiglia sulle mie labbra.

Sentire l'acqua scendere lungo la mia gola è la cosa più liberatoria di qualsiasi cosa io abbia mai provato.

Ora ho almeno un'idea di come le persone si sentano quando non hanno abbastanza acqua.

Perdute, impotenti, disperate.

Dopo un breve tempo, che sembra come un'eternità per me, ho quasi bevuto l'intera bottiglia.

Il mio rapitore attende pazientemente. Solo quando la bottiglia è vuota, la rimuove. L'acqua scivola sulle mie labbra screpolate.

"Grazie" balbetto dolcemente e mi sento come se la vita crescesse lentamente in me, anche se mi sento, ovviamente, ancora debole.

Il mio sequestratore rimane nella sua posizione e mi guarda in silenzio.

Appena ho recuperato fiato, mi prendo il tempo per guardarlo più da vicino, il che è possibile solo grazie alla lampada fioca nella stanza, che crea un po' di luminosità.

Non so nemmeno se è giorno o notte, ho perso la cognizione del tempo.

Ma in questo momento guardo Harry. Sembra uno zombie.

Incredula, terrorizzata e in certi versi anche incuriosita.

Sembra completamente diverso da come lo vidi ieri. Così... innocuo.

Non sono le sue caratteristiche facciali a renderlo innocuo, potrebbero essere i suoi occhi verdi, a renderlo così.

Ha cambiato i vestiti, non indossa più la maglietta insanguinata, ma una camicia blu scuro che lo fa sembrare elegante.

I suoi capelli sono dei bei ricci castani. Anche la sua pelle è incredibilmente perfetta.

Se l'avessi incontrato per strada, non avrei mai pensato che fosse un assassino.

Avrei creduto fosse un modello, o un attore, ma non un cannibale!

Beh, come si dice.. l'apparenza inganna!

"Non urlare, non darti alla pazza gioia... non tutti lo troveranno divertente" sospira, quasi infastidito. Lo trova divertente? Ansimante, respiro.

"Se aiuta... ho paura" rispondo, con voce rotta. Si può sentire, quanta paura io abbia. Probabilmente si può anche vedere nel modo in cui tremo.

Harry prende il berretto, quando annuncia:

"Le pareti sono insonorizzate, se hai il bisogno di urlare"

"Ti prego, lasciami andare" lo prego, mentre si alza per lasciarmi sola in questa cantina, "Mio padre può darti tutto quello che vuoi"

Si gira di nuovo verso di me, mi guarda dritto negli occhi, dove non possono mancare, le grandi lacrime che scorrono lungo le mie guance.

Mi fanno male gli occhi per le troppe lacrime.

Nei suoi occhi vedo tutto, tutto tranne che scrupoli.

Harry non risponde, mi guarda in silenzio.

"Vuoi dei soldi? Mio padre te li darà, ma per favore..." dico di nuovo, nella speranza di potermi rialzare e tornarmene a casa.

"Non voglio i soldi di tuo padre" rompe il suo silenzio di tomba, e sottolinea ogni parola con disprezzo.

Pelle d'oca appare sulle mie braccia nude, che può anche essere per il fatto che io stia congelando. Dopo tutto, indosso solo un semplice top.

Ma molto di più, del suo sottotono sprezzante, mi spaventano le sue parole.

Non vuole i soldi di mio padre. Quindi non potrò più tornare a casa?

Nel mio sguardo spaventato si possono vedere tutte le mie paure, ansie e preoccupazioni.

"Non ti preoccupare, Alessa, riposati, e dormi un po'. Domani sarà una lunga giornata" mi dice, si allontana lasciandomi di nuovo in cantina da sola. Quando la luce si spegne, mi sento non solo terribilmente male, ma mi rendo conto che per la prima volta mi sento davvero esausta. Ma il pensiero di come lui conosca il mio nome, non mi lascia andare.

Dormire è impossibile. Anche se mi stendo sul materasso, non riesco a riposare.

Ho freddo, ho fame, mi sento sporca e ho un cattivo odore. Le manette tagliano la mia pelle.

In ogni caso, non è schizzinoso con me.

Ogni volta che chiudo gli occhi, la paura torna nelle mie membra, paralizzando ogni parte del mio corpo.

Anche le innumerevoli domande mi torturano continuamente. Chi è questo Harry?

Mi sento male, ogni secondo che passo in questa cantina. Inoltre, mi chiedo come la gente intorno a me avrebbe reagito alla mia scomparsa. O forse la mia morte? Chi lo sa?

Non riesco ad allontanare Harry dalla mia testa. Quando penso a questo, una cosa è certa, per il resto della mia vita io terrò questo momento straziante in ricordo.

Non dimenticherò mai il suo volto. Se questo è un bene o un male... non lo so.


Cannibal [H.S] Where stories live. Discover now