Qualcosa tra i denti

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Fino a qualche attimo prima, nella mia testa continuavano a susseguirsi tutti i più celebri canti natalizi.
Poi le urla improvvise avevano spezzato l'atmosfera e mi avevano assordato i sensi.
Gli spari mi hanno definitivamente incollato i piedi al suolo.
Non riesco a muovermi.
Non sono certo di cosa provo. Non so se la mia è paura o semplice sorpresa.
Ma d'un tratto la risposta mi è subito più chiara.
Mi sento il suo sguardo addosso. Il sangue mi si gela nelle vene.
Sollevo appena il volto, quanto basta per vederlo.
Le borse mi cadono di mano.
Deglutisco. E respiro piano, come se trattenere il fiato possa rendermi in qualche modo invisibile.
Ma mi ha visto, lo so.

Si avvicina, con il suo incedere incerto e claudicante, accompagnato da versi terribili e mostruosi.
È imbrattato di sangue, gli occhi spalancati e vuoti, il viso deformato in una smorfia inumana, le mani brandiscono l'aria con le dita distorte.
È agghiacciante, ma è lento.
Razionalmente so che potrei sfuggirgli, che ho qualche possibilità, se solo iniziassi a correre.
Ma non lo faccio.

Sento qualcosa incastrato tra i denti.
Che sciocchezza notare una cosa così futile in un momento come questo.
Sono in bilico tra la vita e la morte, eppure ecco il mio primo pensiero lucido.
Mi rendo conto di quanto sia stupido, ma cerco ugualmente di liberarmi la bocca dal fastidio, come un istinto cieco.
Ci riesco.
Spezzo il contatto visivo con quella creatura, per osservare il colpevole del mio disturbo: un lembo di pelle.
È carne umana.

Non mi stupisce, né mi spaventa.
Mi fa solo venire fame.
Ne voglio ancora.

Carol of the HellsWhere stories live. Discover now