Carol of the Hells

Silence

Nessuna reazione, quando il cantante stona la prima nota.
Tutti fanno finta di niente: l'occasione, la levatura dell'artista... È impensabile accettare un simile errore.
Pertanto è meglio simulare che non abbia mai avuto luogo, ignorare e passare avanti.
Ma poi un'altra nota esce dallo spartito. E poi un'altra e un'altra ancora.
Non si tratta più di arte, di musica, di canto, ma di una serie di suoni cacofonici e sbagliati che iniziano a formare una nenia dissonante e terribile.
La bocca del cantante prende a deformarsi ad ogni emissione di fiato.

Ma, ancora una volta, nessuno reagisce, nessuno si ferma.
Al contrario: il direttore d'orchestra continua con ancor maggior fermento, e così i musicisti ed il coro.
Il pubblico resta immobile, inconsapevolmente ammaliato dalla disarmonia senza note che quella orchestra infernale sta offrendo loro.

Le orecchie iniziano a sanguinare.
I suoni si fanno sempre più profondi e inumani, i disaccordi degli strumenti più serrati.
Uno spettatore prende d'improvviso ad unirsi al canto. E anche la sua voce, stonata e dissonante, si aggiunge alla cacofonia.
Ad ogni verso che gli esce dalle labbra le sue orecchie spurgano sangue, che gli scende sul collo e gli macchia l'abito da sera.
Dopo di lui, un altro prende il suo esempio.
E così continuano, finché la sala non giunge ad ospitare un solo, unico, terribile e nefasto coro.

Nel caos acustico di suoni e versi, le voci ritrovano un improvviso ed inquietante ordine, quando si riuniscono tutte nel pronunciare delle parole.

"Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn. Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn."

Quei vocaboli, sconosciuti e spaventosi, diventano un'ossessione: vengono ripetuti ancora e ancora, incessantemente.
Finché d'improvviso tutto s'arresta.
Il silenzio irreale che si crea viene sancito dal tonfo sordo dei loro corpi, privi di vita, che cadono al suolo.

Finalmente la quiete.
La quiete, prima dell'eterno oblio.