Carol of the Hells

Missing

Il cellulare vibra sul piano della cucina.
La donna, china a sfogliare una rivista, si infila al volo un biscotto in bocca, si sfrega le mani per liberarle dalle briciole e striscia col dito sullo schermo per accettare la chiamata.
-Ehi, Sandra!
-Ciao, Carol.
Dall'altra parte della cornetta il tono di voce è decisamente meno sereno.
-Tutto bene?
-I ragazzi non dovevano tornare oggi?
La donna incastra il telefono tra guancia e spalla, per girare il quadrante dell'orologio sul polso.
-Sì, in effetti dovrebbero essere qui da un pezzo...-riflette, aggrottandosi appena.
-Hai per caso sentito Monica? Forse si sono fermati da lei...
-No, non so nulla. Se vuoi posso...
-Oh, lascia stare! Sta entrando un'auto del vialetto! Devono essere loro! Ti richiamo!
-D'accordo, allora...-si interrompe, quando si rende conto che ad ascoltarla c'è solo il suono della chiamata chiusa.
Sospira, scuotendo il capo e tornando alla sua rivista.

Ping
Una notifica spezza nuovamente la sua pace.

Monica scrive:
Ciao! Hai notizie dei ragazzi?
Carl continua a non rispondermi.

La donna prende il telefono tra le mani, per digitare velocemente la risposta.

Carol scrive:
Sono appena arrivati da Sandra.
Un po' di pazienza e riavremo le nostre pesti a casa!

Poco dopo riceve in risposta niente più che un pollice in su.
Si sente quindi libera di abbandonare nuovamente il telefono sul ripiano.
È così concentrata a leggere un articolo, che sobbalza sul posto, quando suonano alla porta.
-Ed eccoli qui!-esclama tra sé, in un sorriso, avviandosi ad aprire.

Ping

*

Il pick up rosso fuoco si ferma sulla strada principale, accanto alla villetta.
Ne scende un ragazzo con una maglietta giallo canarino e un cappellino da baseball nero. Un altro ragazzo si arrampica sul retro del mezzo e gli lancia giocosamente addosso il suo zaino e il sacco a pelo.

-Ci sentiamo domani!-lo saluta quello al volante.
-Sì, a domani!

Bardato di tutto punto, il ragazzo suona alla porta, sperando che la madre lo risparmi dal cercare le chiavi tra i bagagli.
Nessuna risposta.
Suona di nuovo.
Ancora nulla.
-Oh, dai, andiamo!-borbotta, lasciando tutto a terra e iniziando a cercare tra le tasche dello zaino le chiavi.
Quando finalmente riesce nell'impresa ed entra a casa, il silenzio che lo avvolge è glaciale.
-Mamma? Ralph?
Nulla. Nessuna risposta.

Sospira, buttandosi sul divano e mettendo mano al cellulare.
In breve l'amico risponde.
-Ehi, che c'è? Dimenticato qualcosa?
-Chris, per caso tua madre sa dove sono i miei?
-Non saprei... Non c'è nessuno in casa.
-Nemmeno tuo fratello?
-No, nessuno.
-Possibile che non abbiano lasciato nemmeno un messaggio? Sapevano che saremmo tornati oggi!
Dall'altra parte del telefono c'è qualche attimo di silenzio.
-Mi ha appena scritto Carl. Anche da lui deserto totale.
-Forse vogliono farci una specie di scherzo, o una sorpresa?
-Tipo una caccia al tesoro?-ride.-Potrei ucciderli, sono stanco morto!
-Già, a chi lo dici! Però non capisco, è strano...
Di nuovo silenzio.
-Jimmy, apri la televisione.
-Che c'è?-borbotta, tirandosi su per raggiungere il telecomando.
Sbianca.

Il volto di sua madre svetta, insieme a molti altri, in una carrellata quasi infinita di persone scomparse.
Parenti, compagni, amici...
Sembra che l'intera cittadina si sia messa in fila davanti ai suoi occhi, in un terribile carosello che procede con musica funebre.
Il telefono gli cade di mano.
-Siamo rimasti solo noi...

*

Ping

Sandra scrive:
Falso allarme, erano solo dei turisti in cerca di informazioni.
Inizio a preoccuparmi, ormai è tardi.
Richiamami.

Nessuna notizia.
L'indomani, ogni palo, ogni albero, ogni bacheca vengono assediati dai volti di Jimmy, Carl e Christopher.
Ad accompagnarli, una sola, lugubre, parola: MISSING.