Beyond

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Dopo aver accompagnato a casa la ragazza, Ryan mandò un messaggio agli amici.
Li aveva mollati in quel modo un'altra volta, come minimo gli doveva una spiegazione.
Sempre che ce ne fosse stata una.
Era tornato indietro per cosa? Sesto senso?
Non aveva mai creduto in quel genere di cose, e in ogni caso non gli appartenevano.
Quindi come avrebbe spiegato agli amici il suo comportamento?

Sospirò anticipando mentalmente il terzo grado a cui lo avrebbero sottoposto.
In particolar modo Bryan.
Con la scusa di quella storia passata, quella vicenda che aveva ferito entrambi e non solo, si sentiva in diritto di tenerlo fastidiosamente d'occhio.
Non che in fin dei conti lo biasimasse, probabilmente aveva tutte le ragioni del mondo, tuttavia non concepiva che potesse anche solo pensare che avrebbe ricreato la stessa situazione.
Si chiese se non avesse dovuto portare Rose con sé; lei avrebbe potuto spiegare come erano andate le cose senza sentirsi giudicata e sotto esame, come invece sarebbe sicuramente successo a lui.
O forse in fondo era stato meglio così, lei continuava a voler fuggire, a volergli stare lontano.

Perché poi lui si ribellasse così tanto a questi suoi tentativi, proprio non lo riusciva a spiegare.
Quando aveva evitato la sua mano d'istinto aveva perso il controllo, l'aveva letteralmente messa al muro come un pazzo.
Rise di quel suo egocentrismo, una ragazza sembrava rifiutarlo e lui lo considerava un affronto personale.
In effetti il suo tenerlo a distanza avrebbe potuto essere un semplice meccanismo di difesa nei confronti di quel suo atteggiamento da macho che, volente o nolente, si portava sempre dietro.
Si disse che semplicemente aveva capito che tipo era e si era decisa a stargli alla larga.
Lui stesso stentava a riconoscersi e a comprendere quella sua ricerca di conferme.
Che cosa pretendeva, che ammettesse di avere un debole per lui, solo per sfamare la sua ingorda vanità?
E se quando si fosse stancato di imbarazzarla e sfidarla, lei avesse preteso qualcosa da lui?
Se avesse interpretato quei suoi gesti in maniera più profonda e fosse rimasta coinvolta in altro modo, come avrebbe potuto gestire l'intera situazione?
Lui che ormai scartava a priori tutto ciò che lo coinvolgeva troppo a livello emotivo.
Mentre dava adito a quelle considerazioni si convinse di stare decisamente esagerando, e che fosse necessario che si mettesse in riga prima di combinare altri problemi.

Raggiunse gli amici proprio poco dopo aver raggiunto quelle consapevolezze; prese posto e di fronte ai loro volti scettici e iniziò a dare spiegazioni, quasi tenesse a giustificarsi.

«Sembri sempre essere nel posto giusto al momento giusto» constatò Erik.

«Già. È inquietante» lo spalleggiò Christopher.

«Cosa volete che vi dica, la ragazza è fortunata» replicò Ryan, decisamente a corto di spiegazioni plausibili.

«Dalla tua faccia si capisce che hai già sistemato la faccenda» s'intromise David osservando la ferita sul suo volto.

L'amico fece un cenno con il capo, poi scrutò dubbioso il volto di Bryan.
Non riusciva a credere che non gli avesse ancora fatto la sua solita paternale.

«Quindi ora come sta?» chiese il biondino alzando lo sguardo verso l'amico.

«Come vuoi che stia... Prima la chiudono sotto la pioggia per ore, e adesso provano anche a metterle le mani addosso» replicò, scuro in volto, il corpo visibilmente irrigidito.
«Fa la forte, ma in realtà è spaventata.»

Bryan lo studiò attentamente alla ricerca di quel suo coinvolgimento che sospettava occultare dietro quella sua solita facciata d'indifferenza.
Decise però di non indagare oltre, gli avrebbe parlato in separata sede; non perché avesse da dirgli cose sconcertanti o segreti inconfessabili che gli altri non dovessero sentire, ma semplicemente perché era consapevole che si sarebbero interposti tra loro, impedendogli di metterlo alle strette.
E per esperienza, Ryan avrebbe confessato solo in quel modo.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora