Past heartache

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Raggiunto il luogo in cui si erano dati appuntamento, Christopher fu felice di ritrovare il sorriso di Rose e il suo entusiasmo.
Lo rassicurò vederla come al solito, timida e con quella sicurezza e confidenza che pian piano si era venuta a creare tra loro.

«Felice di vedere che stai bene. Mi hai fatto preoccupare» ammise scompigliandole affettuosamente i capelli, come ormai era sua abitudine.

«Non dovevi preoccuparti... Ero con Ryan.»

Christopher la scrutò divertito da quella sua spontaneità che non le dava modo di capire i doppi sensi delle sue frasi; senza volerlo aveva appena ammesso di fidarsi completamente dell'amico.

«Ieri era parecchio arrabbiato. Si è calmato? Ho quasi paura a incontrarlo» scherzò.

«Sì, credo di sì» rispose distrattamente.

«Spero che perlomeno ti abbia riaccompagnata a casa ieri sera.»

«Certo» mentì, alzando inavvertitamente il tono di voce.

«Stai bene? Sembri nervosa.»

«Sono solo ancora un po' stordita dalla serata di ieri. Piuttosto mi dispiace davvero del pasticcio che ho combinato. Ti risarcirò i danni della maglietta.»

«Non scherzare Rose, è solo stoffa. Non preoccuparti per questo. Mi dispiace solo di essermela presa con te, sai bene che non eri tu il mio problema» spiegò andandosi a sedere sul muretto alle sue spalle.

Rose si sistemò vicino a lui.
«Ti va di parlarne?» gli chiese in punta di piedi.

Era quello il principale motivo per cui gli aveva chiesto di incontrarsi anticipatamente.
In tutto quello che era successo aveva perso di vista lo scopo fondamentale del suo intervento: aiutare Christopher.
Si sentiva terribilmente in colpa di aver perso la testa il giorno prima e di essere stata per lui più un peso che un sostegno vero e proprio.

Il ragazzo si volse nella sua direzione rivolgendole un dolce sorriso.
«Grazie. Sei carina a preoccuparti per me, ma non c'è davvero nulla di cui parlare.»

«Devi essere molto più convincente di così» lo riprese affettuosamente.

Fece un profondo respiro e riprese: «Sai, anche io continuo a non avere un buon rapporto con i miei fratelli. Sembrano sempre così distanti e impegnati per occuparsi della pecora nera della famiglia.»

«Non sei la pecora nera» obiettò.

«Mi ci sento il più delle volte. Anche se devo confessarti che da quando vi conosco va molto meglio.»

Rose gli rivolse un sorriso.
«Credo che darò una possibilità anche al mio rapporto con loro. In fondo non sono delle cattive persone... Probabilmente ci siamo solo persi nelle piccole cose.»

«Sei così saggia» constatò Christopher con un'affettuosa risata.

«Che fai, mi prendi in giro?» brontolò incrociando le braccia al petto per fingersi offesa.

«Certo che no, parlo sul serio» la rassicurò, ammiccando.

Il ragazzo appoggiò le mani sulla superficie del muretto alle sue spalle e stese le gambe in avanti per stare più comodo.
«Perché le cose devono essere sempre così complicate.»

Change of PLANWhere stories live. Discover now