Her effect on him

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Attese solo un paio di minuti prima di decidersi a seguirla al piano di sopra; entrò nella prima e unica porta semiaperta scontrandosi subito con il volto sorpreso e scocciato di Rose.

«Ero curioso di vedere la tua stanza» si giustificò mentre s'inoltrava nella stanza.

«Esci subito!» protestò lei, infuriata per quella evidente violazione della sua privacy.

Mentre con una mano tentò di cacciarlo dalla sua stanza, con l'altra neutralizzò ogni tentativo del ragazzo di premere l'interruttore della luce e scrutare così appieno ogni dettaglio del suo mondo.

Si scontrarono in quel modo per un indefinito lasso di tempo, finché Rose, perso l'equilibrio, cadde rovinosamente all'indietro trascinando con sé il ragazzo.

Rimasero alcuni instanti a fissarsi senza dire e fare nulla, l'uno sopra il corpo dell'altro al di sopra di quel letto ancora sfatto.

«Anche questa situazione è piuttosto familiare» mormorò scrutando avidamente il suo corpo.

«Per favore smettila di guardarmi così» disse con un filo di voce spostando lo sguardo, imbarazzata e travolta da tutte quelle loro sensazioni.

«Così come? Come se stessi per perdere il controllo, come se ti desiderassi come un pazzo?»

Le volse il viso con la mano costringendola a guardarlo.
«Voglio che tu veda l'effetto che hai su di me» le mormorò con un sospiro.

La ragazza rimase pietrificata ancora una volta, preda di quelle emozioni che conosceva così poco, preda di quelle sensazioni che inconsapevolmente desiderava non finissero mai.
Ma non si lasciò più di tanto turbare da quelle sue frasi fatte; per quanto fosse lusingata che fosse attratto da lei e per quanto quella scoperta la frastornasse, sapeva bene che per lui era tutto più che normale.

«È solo attrazione fisica...» suggerì, più a sé stessa.

Ryan fece un profondo respiro, le prese la mano incrociando le loro dita e le sistemò poi sul suo petto.

«Questo lo senti?» le chiese, non abbandonando per un istante i suoi occhi.
«Ci siamo solo noi in questa stanza, per chi pensi stia battendo?»

Rose si perse in quei suoi occhi magnetici, indubbiamente affascinata dai suoi modi e da quei suoi gesti così romantici.
La sua mente tuttavia continuava a protestare, continuava ad accendere rosse luci d'allarme.

«Ryan, per favore non andare oltre» protestò allontanando la mano.

Il ragazzo, colpito dall'ennesima sua resistenza, si abbandonò sopra di lei, tremando dal desiderio al combaciare dei loro corpi.

Avrebbe solo voluto ritornare a essere il cattivo ragazzo, quello che molto semplicemente si prendeva ciò che voleva evitando di mettersi inutilmente a nudo.

Anche perché in ogni caso sembrava non funzionare.

«Perché accetti senza riserve la dichiarazione di Bryan, ma non la mia» bisbigliò, sfinito, a pochi centimetri dal suo orecchio.

Abbandonò la testa sulla sua spalla toccando col naso e con le labbra la pelle candida del suo collo.
Un mezzo sorriso comparve sul suo volto quando, completata l'opera, si accorse che Rose non sembrava essersi resa conto di nulla.

«Mi stai facendo impazzire!» ringhiò respirando profondamente il suo profumo alla vaniglia.

Rose frenò di colpo le sue resistenze, travolta ancora una volta dalle sue emozioni e persa nell'ascolto dei loro battiti, ora sincronizzati l'uno sopra l'altro.

«Come fai a negare... quando il tuo cuore batte così per me?» le sussurrò all'orecchio, alzando poi il viso verso di lei.

Si fissarono profondamente quasi a cercare conferme che sembravano non poter essere espresse attraverso le parole.
Il ragazzo si sorprese di non notare più nessuna sua resistenza, persino quando avvicinò pericolosamente le labbra alle sue.

E lì, a un soffio dalle sue labbra, si convinse che l'aver confutato le sue resistenze e aver abbattuto il suo muro fosse in quel momento più che sufficiente.
Dopo aver fatto un profondo respiro posò un semplice e leggero bacio sulla sua fronte.

«Per quanto muoia dalla voglia di farlo, non posso baciarti. Non voglio farlo così, con queste insicurezze che ci portiamo addosso» disse accarezzandole una guancia.
«Voglio che il tuo primo bacio, il nostro primo bacio, sia speciale... che tutte le nostre prime volte siano speciali.»

Lei rimase incantata da quei suoi gesti e da quelle sue parole, respirando finalmente a pieni polmoni solo quando il ragazzo si allontanò.
Si mise a sedere avvolgendo con le braccia le proprie gambe e sbirciò il profilo di quel ragazzo che riusciva sempre a sorprenderla in maniera così evidente.

«Ti lascerò del tempo per pensare. Ora che sai cosa proviamo per te mi sembra ovvio che tu debba scegliere» continuò Ryan fissando un punto immaginario di fronte a sé.

«E se non volessi scegliere? Se volessi che tutto rimanesse così com'è...» confessò all'istante.

Ryan si volse verso di lei ritrovandola rannicchiata vicino alla testiera del letto. «Sei davvero sicura che sia questo quello che vuoi?» le chiese.

«So che non voglio perdere nessuno di voi.»

Intenerito dalle sue parole le appoggiò una mano sulla testa accarezzandole affettuosamente i capelli. «Non perderai nessuno in ogni caso» la rassicurò, indirizzandole un dolce sorriso; poi si alzò per dirigersi alla porta.

«Ora me ne vado sul serio. Non serve che mi accompagni, ora conosco la strada» disse infine con soddisfazione, sulla soglia.

«Ryan! La maglietta...»

«Tienila. Conservala per la nostra prossima notte insieme» precisò, sfacciato, facendole l'occhiolino e provocando così un forte rossore sul volto della ragazza.

Accertatasi attraverso la finestra che se ne fosse davvero andato, Rose si abbandonò nel letto e assaporò in solitudine quelle mille sensazioni che ancora le attraversavano il corpo.

Tra il rumore incessante del suo cuore e il profumo fresco e speziato di Ryan che ancora aleggiava nella stanza, la sua mente formulò una sola domanda...

Si sarebbe ritrovata in un sogno meraviglioso, oppure in un terribile incubo?

Change of PLANWhere stories live. Discover now