-7- COME NELLE FAVOLE

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Dopo un po' che aspettava di trovare una soluzione o una risposta sensata, vide uscire dalla mensa la maestra con dietro, in fila per due, tutti gli gnomi pronti a tornare nell'aula. Per ultimo, da solo, poco distante dal resto della fila, c'era il bambino che poco prima lo aveva guardato.

Il bimbo, con il cespuglio verde in testa, camminava lentamente saltellando, muoveva le sue piccole braccia avanti e indietro e si guardava intorno come se fosse in un mondo magico. Non dava molto retta al resto della classe e in quel momento Bakugou richiamò la sua attenzione senza farsi notare dalla maestra e il bambino, risvegliato dal mondo fantastico, lo raggiunse senza fare obiezioni.

 Non dava molto retta al resto della classe e in quel momento Bakugou richiamò la sua attenzione senza farsi notare dalla maestra e il bambino, risvegliato dal mondo fantastico, lo raggiunse senza fare obiezioni

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Bakugou si piegò, prese le manine del bambino e lo tirò su fino a portare il viso di quello gnometto all'altezza del suo. Lo osservò attentamente, le ciocche verdi morbide che incorniciavano le guance da criceto, gli zigomi tondeggianti spruzzati di lentiggini e gli occhi grandi e luminosi, caratterizzati da quelle iridi di quel verde smeraldo che riprendevano il colore delle sopracciglia.

"Dimmi un po' nanetto come ti chiami?" chiese Bakugou corrugando appena le sopracciglia e strizzando gli occhi come per mettere a fuoco l'immagine. Il bambino sorrise socchiudendo gli occhi e le lentiggini si marcarono sulle guance rosate "Midoriya Izuku" rispose con la sua voce da cucciolo. Bakugou rimase immobile con il bambino a penzoloni davanti a lui, non distolse lo sguardo e il respiro si fece un po' meno ritmico.

"scusi signore, mi può mettere giù che mi fanno male le braccia?" il ragazzo non se lo fece ripetere, rimise con i piedi a terra il bambino, senza però staccargli gli occhi di dosso. I capelli morbidi color del muschio erano voluminosi e ondeggiavano morbidi ad ogni movimento di quel piccolo essere umano, che ricambiava lo sguardo curioso di Bakugou.

La maestra, che poco prima era uscita dalla mensa, si affacciò dall'aula dove aveva riportato i bambini, diede uno sguardo veloce al corridoio e, una volta individuato, richiamò il bambino esile in classe. Prima che però sparisse dietro la porta, Bakugou ritrovò la voce e gli rivolse un'ultima volta la parola "ehi nanetto non dare confidenza agli sconosciuti così facilmente" una volta assicuratosi che il piccolo cespuglio fosse entrato accanto alla maestra nell'aula, si girò e uscì da quella scuola a lui fin troppo familiare.

Si allontanò da quell'edificio ancora disorientato econ il fiato corto. Se quello era il vero Izuku Midoriya, allora si potevaspiegare perché la scuola non fosse abbandonata, ma non capiva come fosse finitolì, ma soprattutto come avrebbe fatto a tornare al suo presente, la situazionenon era di certo migliorata, nemmeno dopo aver compreso in che anno fosse statocatapultato. 

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