-10- DURI DA BATTERE

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Izuku decise di andare a fare una passeggiata per schiarirsi le idee. Il sole gli dava alla testa e il caldo lo appesantiva. Continuava a pensare all'incontro di poco prima e a come fosse stato surreale.

Vedere sua madre lo aveva confuso e l'unica cosa che riusciva a fare in quel momento era camminare tra quei vicoli a lui così familiari.

Izuku prese il cellulare dalla tasca, per fortuna lo aveva con sé. Compose il numero di Katsuki istintivamente e si portò lo smartphone all'orecchio in attesa di sentire la voce del suo amico d'infanzia.

Al posto di Katsuki fu la segreteria a parlargli e gli disse che era irraggiungibile. Izuku sbuffò facendo ricadere il braccio lungo il fianco, alzò un attimo la testa verso il cielo privo di nuvole, come avrebbe voluto che in quel momento ci fosse una nuvola a coprire il sole e quando ricontrollò lo schermo del cellulare notò che non aveva campo. Non poteva mettersi in contatto con nessuno in quel modo, doveva trovare assolutamente una soluzione. Voleva trovare i suoi amici e tornare al dormitorio, avrebbe voluto scusarsi con il professore e andare a dormire, ma lì, dove si trovava in quel momento, non era proprio orario per andare a letto.

Mise via il cellulare e si portò le mani al viso, prese un gran respiro e si decise che non era il momento di abbattersi e che avrebbe trovato una soluzione.

Camminò per un bel po' prima di imbattersi in una scena che non avrebbe mai pensato. Dei bambini delle elementari se la stavano prendendo con un bambino più piccolo, da quella posizione non riusciva a vederlo bene, ma l'altezza lasciava intendere che fosse dell'asilo.

Prima di poter intervenire, il bambino più piccolo aveva mandato via chi lo stava importunando spaventandoli con il suo quirk.

Quando si avvicinò, Izuku dovette stropicciarsi gliocchi per l'incredulità, quel bambino, che si era difeso così bene da dei ragazzinipiù grandi, era identico a Kacchan. Tutto faceva pensare al suo compagno diclasse, i capelli biondi appuntiti, gli occhi con quella sfumatura color rubinoe soprattutto il quirk, da dove aveva visto la scena erano sembrate piccolefiamme, ma forse erano state delle esplosioni ancora immature. 

"Ehy bimbo stai bene?" si piegò sulle ginocchia per arrivare all'altezza del piccolino

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"Ehy bimbo stai bene?" si piegò sulle ginocchia per arrivare all'altezza del piccolino

"certo" rispose il bambino tirando su con il naso "io non l'ho fatto apposta"

Deku era perplesso "cosa non hai fatto apposta?"

il bambino alzò gli occhi su quel ragazzo che gli si era avvicinato "si sono arrabbiati con me perché oggi a scuola per sbaglio ho fatto male al fratello minore di uno di loro usando il mio quirk, ma io non volevo fargli del male"

Izuku sorrise debolmente "gli hai chiesto scusa?"

"no" rispose deciso mantenendo il contatto visivo

"ah ecco forse dovresti chiedergli scusa domani quando torni a scuola"

"non voglio"

"e perché no?" Izuku inarcò le sopracciglia e allargò i grandi occhi verdi mentre osservava il piccolo umano con il broncio

"tanto le ho già prese dal fratello, non ha senso scusarsi" il ragionamento non faceva una piega.

Deku sbatté le palpebre incredulo, quel bambino aveva anche gli stessi comportamenti di Katsuki. 

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