La Finale

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Scesi dalla macchina talmente velocemente che la corrente d'aria mi scompigliò all'istante tutti i capelli facendomeli finire in bocca. Con un leggero colpo chiusi la portiera della macchina dietro di me e sentii il finestrino aprirsi lentamente.

-sicura di riuscire a farcela da sola?- mi sentii domandare velocemente prima che potessi dirigermi il più velocemente possibile verso l'entrata del palazzetto. Mi bloccai immediatamente voltandomi di nuovo e tentando di tirare giù i miei capelli che ancora si rifiutavano di stare al loro posto.

-certo, stai tranquilla, è solo una partita!- le risposi sorridente ricevendo di risposta un'espressione un po' tirata.

-qualcosa non va?- chiesi spontaneamente. Da quando eravamo uscite dall'ospedale era molto ansiosa, ma non ne capivo ancora il motivo, e ora la sua espressione tirata mi faceva preoccupare di nuovo.

-no, no... tranquilla, tutto a posto- farfugliò tornando a fissare il suo sguardo verso il cofano della macchina stringendo impercettibilmente tra le sue mani il volante, facendo impallidire le nocche.

Sospirai.
-sai che non mi convinci per niente? Sicura che vada tutt-

-ohh anche tu qui! Pensa un po' le coincidenze-

Una profonda voce maschile mi interruppe facendomi saltare dallo spavento, tando che mi aggrappai al ferro ghiacciato della macchina.
Una volta che misi a fuoco chi fosse mi si illuminarono gli occhi.

-signor Washijou! Cosa ci fa qui?- chiesi con misera curiosità inasprita da un tocco di eccitazione. Mi staccai dal mio sostegno per riprendere poi totalmente l'equilibrio e sorridere al vecchio uomo.

Era poco più alto di me, vestito con normali pantaloni eleganti e una camicia sovrastata da un curioso gilet a scacchi colorati, ma non indossava il suo camice che ero solita vedergli addosso.
Era strano vederlo in vesti normali e non in quelle da medico.

Venni ricambiata con un sincero sorriso e mise le mani nelle tasche dei pantaloni.

-beh, mio fratello allena una delle due squadre che giocano le finali di oggi. E vengo sempre a vedere la finale del torneo quando gioca lui. Tu invece come mai qui così di fretta?-

-mio fratello gioca in una delle due squadre! Ma che coincidenza assurda- risi a quella scoperta portando una mano alla bocca e mettendo l'altra sul fianco.

Mi voltai di nuovo verso la vettura, avendo momentaneamente dimenticato il discorso che stavo intrattenendo con la donna, ma appena incontrai di nuovo il suo viso lo notai nettamente più rilassato.

-salve signora Nishinoya- la salutò il medico agitando una mano in aria con fare allegro.

-ho buone notizie, ho fatto richiesta per quella cosa come urgenza e ho riscontrato subito una risposta positiva: è la prima della lista. La chiamerò al più presto- aggiunse prima di salutarla di nuovo e iniziare a camminare verso l'entrata dell'edificio dietro di noi.

Non compresi il significato di quella frase, ma prima di poter chiedere spiegazioni la macchina al mio fianco era già partita e mia madre mi salutò senza nemmeno che me ne accorgessi.
Mi voltai di scatto verso il professore e lo raggiunsi con passo accelerato.

-professore, aspetti! Cosa intendeva con "richiesta per quella cosa"? Quale richiesta?- gli domandai dubbiosa imitando il suo passo in modo da potergli stare affianco.

-oh, nulla in particolare, appena avrò in mano quello che voglio lo saprai- disse con un po' di tensione nelle sue parole ma non cedendo di una virgola nella sua compostezza.

Rimanendo in silenzio dopo quell'affermazione entrammo insieme nel palazzetto, il quale appena varcata la porta sprigionò tutta la tensione con canti di incitazione e urla provenienti da ogni angolo.

A Piccoli Passi / Nishinoya YuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora