Sulla Punta Delle Dita

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Emma's pov

Non avevo mai pensato a quante persone avessero fatto parte della mia vita. Forse nessuno di noi ci pensa mai, eppure i numeri letti così sono esorbitanti.

Secondo uno studio che mi hanno dato a scuola e condotto alcuni anni fa in italia, il mio vecchio paese, in una vita si possono incontrare si e no più di ottantamila persone. Strabiliante vero? Anche io non ci avevo creduto all'inizio, ma più andavo avanti a leggere l'articolo e più mi rendevo conto di quanto fosse vero.

Quanti amici veramente abbiamo? Quali persone che conosco adesso saranno quelle che mi accompagneranno tutta la vita? Quali facce dimenticherò col corso degli anni? Ecco, questa è forse una cosa di cui proprio non mi capacito.

Come si può dimenticare il viso di una persona? Lasciando perdere il viso della cassiera del McDonald sconsolato all'idea di quante ore mancano alla fine del turno rispetto alla poca paga che riceverà dopo tutti i suoi studi, o l'espressione del vecchietto contro cui mi sono scontrata mentre attraversavo le strisce pedonali in piena Milano facendogli cadere i sacchetti della spesa... come puoi dimenticare il volto di una persona, che per anni hai chiamato "amico", dopo che improvvisamente vi siete separati perchè avete iniziato le superiori?

Continuando nel discorso, si dice sia una cosa abbastanza comune. In verità, oltre ogni nostro potere, le relazioni cambiano così come lo fanno le persone nel corso della loro vita. Se il giorno prima sei uscito con un tuo collega per un caffè dopo una lunga giornata stressante, senza saperlo potresti aver passato gli ultimi cinque minuti con quella persona per il resto della tua vita. Ma tutto dipende dalle circostanze.

Si dice che le persone che veramente valgono si possono contare sulle dita di una mano... ed effettivamente non posso fare altro che dare ragione a questa credenza. Pensateci un attimo, Quanti per voi sono talmente cari da meritarsi un posto d'onore sulle vostre dita della mano? Pochi vero? Però consolatevi, sicuro i vostri sono più dei miei.

Facendo una rapida presa di coscienza, posso affermare che le persone a me più care di qualsiasi altra cosa sono 4: le mie tre migliori amiche, e Yuu. In effetti non c'era molto da pensare, sarebbero state le stesse persone che mi avreste consigliato voi. Ma sicuramente gli altri si chiederanno "e la tua famiglia? Non vuoi bene anche a loro?".

Per dio, non ne do una colpa a nessuno, ma voi quanto immaginate sia grande il mio amore per i miei genitori adottivi? e qui c'è il mio dilemma. Per quanto loro abbiamo cercato di crescermi come un loro figlia vera e propria, l'affetto che provo per le persone che chiamo "mamma" e "papà" ora è molto limitato. Si, sono eccezionali, ma non sono i Miei genitori.

Oh, si che per mia madre provavo quell'amore incondizionato che tutti i figli provano, e mio padre non era da meno per avermi insegnato ad amare quella che sono e che posso fare. Ma loro sono morti, per quanto questo ancora mi faccia male a dirlo. Quindi, effettivamente, li posso ancora considerare affetti stabili? Li posso inserire veramente tra le mie dita? Teoricamente le persone a noi care posso essere di qualunque tipo, e possono in ogni modo condizionare tutti i giorni la nostra esistenza.

Allora è attendibile questa credenza? Che ne sanno di noi gli scienziati che fanno questi studi se la persona che più condiziona e illumina la mia vita in realtà non c'è più? Ma effettivamente non dovrei prendermela coi ricercatori, loro fanno solo stime.

IO so chi mi è più a cuore, e a questo punto i visi che vedo davanti a me vividi sono sei, contornati da tantissimi aloni di persone che so che hanno fatto parte della mia esistenza. Vedo ombre di miei vecchi compagni dell'asilo; la sagoma della ragazza che più ho odiato nella mia vita perchè mi bullizava e che speravo di dimenticare, anche se effettivamente le persone che più odiamo sono quelle che ci ricordiamo meglio; e anche quel piccolo bambino che ho aiutato a ritrovare la madre dopo che si era perso nel parco vicino a casa mia. Sono tutti qui.

Ma perchè sono tutti qui?

=Mamma?= sussurro con un fil di voce che mi sembra quasi surreale. Ma ho veramente parlato? Che sta succedendo? Cos'è questo brusio che mi circonda?

=Papà?= provo di nuovo, constatando che la mia voce sembra completamente sconnessa da me e i miei pensieri. Come se cercassi di muovermi o parlare, ma invece che il mio corpo reagisce qualcos'altro sostituendomi nelle azioni.

*~*

Yuu's pov
È normale di solito sentire le gambe appesantite o stanche durate un post partita, credo che ogni tipo di giocatore possa confermare che è sempre così quando si sforza una parte del corpo in particolare.
Ma quello che sentivo adesso sul mio corpo erano sensazioni completamente opposte.

Sapevo che erano stanchi e contratti i miei muscoli dopo cinque set intensi, le mie articolazioni faticavano a piegarsi senza provocarmi dolore sotto la mia volontà... ma allo stesso tempo percepivo forza, grinta, tenacia sprigionare sempre da quelle stesse gambe, apparentemente non in grado di reggersi da sole.
Sembrava come se si fossero divise in due: una parte di esse mi pregava di fermarmi e di riprendere fiato, l'altra era rinvigorita da un nuovo spirito che le obbligava a muoversi nonostante il dolore.
Un po' come quando il nostro corpo è mosso dal cuore mentre il cervello tenta di fermarlo per non inciampare.

Ecco, a proposito di inciampare.
Appoggiai i palmi delle mani a terra ansimante e cercai di tirarmi su in qualche modo. Il parcheggio dell'ospedale sembrava essere infinito. Delle piccole gocce di sudore tornarono a bagnarmi la fronte nonostante avessi fatto poca strada di corsa, andando a rovinare il certosino lavoro eseguito dal bagnoschiuma mezz'ora prima.
Due mani mi presero sotto le ascelle, aiutando a tirarmi su di peso, mentre le loro voci un po' ovattate mi pregavano di calmarmi e riprendere fiato.

Sentivo di essermi per una attimo scollegato dal mondo, tanto che per qualche secondo mi dimenai cercando di staccarmi e correre nuovamente all'entrata.
Ma dopo poco mi bloccai. Non aveva senso, stavo perdendo la ragione.
La stavano operando, ma lei stava bene no? Si fanno spesso le operazioni.

Cercai di convincermi con questo pensiero mentre ignorai i pensieri più negativi che mi passavano per la mente, e con un po' di timore mi diressi all'entrata a passo svelto accompagnato da tutta la squadra.
In quindici minuti, e dopo due rampe di scale, arrivammo a un lungo corridoio pieno di porte.
Tanti nomi erano contrassegnati su queste mentre più in fondo iniziava il reparto di chirurgia.

In fondo, i vari portoni erano sovrastati da vari led verdi, simili a quelli dell'uscita di emergenza, che si illuminavano o meno a seconda se c'era qualcuno dentro.
Tre delle cinque porte erano accese, e in una di queste c'era l'unica ragazza che avessi mai veramente amato.

Sui lati dei corridoi erano presenti diverse sedie bianche e blu, sotto alla lunga finestrata che seguiva la parete, e mi accasciai su una di quelle disperato.
Non ero più capace di rimandare indietro i pensieri più difficili da accettare, e sotto gli occhi di tutti mi lasciai andare in un pianto, anche se tentavo di nascondermi dai loro visi.

I miei singhiozzi erano silenziosi, e solo qualche lacrima salata cadeva a terra bagnando le limpide piastrelle del pavimento. Una mano si appoggiò alla mia spalla, e con la coda nell'occhio vidi Asahi cercare di darmi conforto mentre Tanaka si passava le mani sulla testa con fare nervoso, come se le passasse tra dei capelli immaginari.

Riposai gli occhi a terra e tirai un sospiro. L'unica domanda che mi impediva di riprendere il controllo era: cosa succederà ora?

———🌸———
Ahahahahah sono in ritardissimo per colpa di questo maledetto blocco☹️

Oltretutto sta per arrivare la fatidica settimana da interrogazioni e sono più piena che mai.
Aiuto.

Perdonatemi se non riesco a finire la storia in fretta, cercherò di farmi perdonare🙇🏻‍♀️

-Lanfryee

A Piccoli Passi / Nishinoya YuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora