UN PICCOLO RACCONTO SU DI ME

133 19 3
                                    

Questo libro l'ho scritto quando ero ancora molto giovane di allora; però posso liberamente dire che la mia adolescenza è ancora in corso! 😋

All'età di undici anni, avevo solamente la passione per l'arte, e appunto ne ho fatti di dipinti significativi alla mia esistenza, seguentemente si è aggiunta la passione per la musica e per il canto, e appunto cantavo tutti i santi i giorni; alla fine è arrivata la mia grande passione per la scrittura, come avrai già notato.

Quando mi svegliavo e mi accorgevo che i miei genitori e la mia sorellina stavano ancora dormendo, prendevo il mio quadernetto e la mia penna e cominciavo a scrivere pagine e pagine, svuotando tutta la mia immaginazione, ma era impossibile; non finiva mai.

Tante delle pagine che ho scritto non le ho considerate, perché non mi convincevano, volevo un racconto che colpisse, che mi facesse piangere e che mi abbracciasse il cuore, qualcosa che rappresentasse più o meno la mia mente; fino ad adesso nessuno è riuscito a capirmi.

Comunque, questa mia passione l'ho cominciata a svilupparla di più circa un anno dopo, ma si era aggiunto un problema: la mia fantasia aveva cominciato a cedere, a cambiare! In quel momento il mio cervello ha cominciato a fare saltelli di preoccupazione; non andava per niente bene.

Alla fine, nel giorno in cui la mia mente ha fatto una profonda amicizia con la poesia, i miei occhi hanno cominciato a vedere tutte le circostanze in una diversa maniera; con occhi completamente diverse! E a quel punto il tempo di scrittura si era aumentata.

All'età dei tredici anni, proprio nei primi giorni, avevo già finito tipo in due diaretti, di scrivere racconti più o meno simili, ma dopo averli letti per circa una quindicina di volte, mi sono accorta che erano 'terribili', terribili cioè che qualcuno, leggendoli, o si sarebbe annoiato e avrebbe 'buttato fuori dalla finestra' il libro, o avrebbe fatto spesso degli incubi, oppure si sarebbe immaginato lui stesso che soffre; per spiegarvi meglio è che alcune azioni gli avevo scritte decisamente troppo dettagliatamente e, sinceramente per esperienza, colpisce veramente il cuore 'negativamente'. 

Comunque, andando avanti, avevo iniziato a scrivere un altro libro in un quaderno e quindi, una pagina avrebbe voluto dire due pagine. Il racconto stava venendo molto bene, l'ho lasciata così com'era e l'ho resa ufficiale scrivendolo sul computer.

Come avrete già visto in qualche film o da qualche altra parte, tanti restano svegli di notte, e uno di quelli sono io; questo non vuol dire che i miei genitori erano d'accordo con me, anzi, esattamente il contrario!

Nel momento in cui avevo finito completamente tutti i miei compiti, andavo a scriverlo, quando mi annoiavo o non avevo nulla da fare, iniziavo a battere i tasti, quando mia sorella si addormentava oppure quando ascoltava la musica, sempre la stessa cosa.

Poi, la parte positiva di scrivere una storia per conto proprio è che nei temi di scuola riesco sempre ad ottenere più o meno il massimo dei voti.

Successivamente, vi dico che per l'immaginazione dei paesaggi e l'aspetto fisico dei personaggi non mi ero ispirata a niente; era tutto nella mia testa. Tutto il mondo che leggerete fra qualche pagina è stato preso frutto solo e solamente da dentro la mia mente; questo vuole dire che la mia utopia, pur essendo 'grande', non è del tutto scomparsa come di solito succede ai ragazzi della nostra età (credo)!

Vi dico che certe volte la storia tende a cambiare precipitevolissimevolmente perché, le frasi che scrivevo dipendevano dal mio umore: quando ero felice scrivevo cose più o meno positive, quando ero triste mi tendevo sulla storia normale, perché il racconto non è che sia basato sulla felicità e quant'altro, diciamo che la bilancia tra la negatività e la positività non sono del tutto bilanciate, la parte non positiva regna la maggior parte della storia.

Non mi ricordo se l'avevo già detto, alcune volte quando scrivevo alcune parti mi veniva da pianger ma, non per commozione, perché mi sentivo nel personaggio, sentivo il racconto come una vicenda realmente accaduta; alla fine diciamo che il motivo del pianto era che ero orgogliosa di quel che scrivevo.

Aggiungo anche che sono a conoscenza che la maggior parte dei ragazzi non ama leggere libri ma apprezzano di più giocare nel tablet oppure nel cellulare o qualcos'altro, confesso che anche a me piace tantissimo giocare nel cellulare specialmente 'Second life', ed è appunto che nel racconto ho aggiunto alcune cose che potrebbero piacere a te e a tanti altri giovani più o meno della mia età; tante frasi potrebbero colpirvi ma se non lo fanno, pazienza, vorrà dire che hai sbagliato libro ma in ogni caso, potrebbe anche piacerti.

In questo racconto, alcune fasi potrebbero anche combaciare con la tua vita, non è sicuro ma è possibile.

I PIÙ GRANDI E INQUIETANTI SEGRETI DI LYSANDRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora