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(Narratrice)

Lysandro ormai era in solitudine, in cima ad una collina molto alta, e si congelava in quel punto; Lysandro era lì, accovacciato, con la testa in mezzo alle ginocchia e se ne stava lì a pensare di come fosse potuto succedere una cosa simile; chi lo capirà mai.

(Lysandro's POV)

Grace, con tutto il dolore che le si era rifugiata dentro, il suo cuore fragile e debole non è riuscito a reggerlo, è andato in frantumi; il suo cuore si era pietrificato e aveva preso in possesso il controllo dell'anima sua dolce e timida, era diventata arrogante, dura con se stessa, un vero demonio, si vedeva perfettamente dal suo viso delicato che stava soffrendo e che anche lei avrebbe preferito non esser stata conoscente di tutto ciò, quando urlava di rabbia, piangeva, la vera Grace non se n'era ancora andata completamente ma ora non c'è più niente da fare, con tutto il potere che aveva fra sé, è riuscita a dar frantumi tutto il pianeta, a trasportarmi fino a qui; è troppo tardi per fare qualcosa adesso, l'ho persa per sempre, ho perso tutto.

Ero lì, disperato, esasperato, colpevole come mi ritengo ma, una singola cosa mi ha lasciato a bocca aperta e senza fiato; non era ancora del tutto finito.

Un po' giù, verso la parte della collina in cui c'era più gelo e più neve, era nata una piccola rosa rossa, tutta piena di passione e un color così accecante e infuocata che mi riscaldava pur solo a guardarla; mi stava parlando, mi parlava attraverso la mente e da quel momento, qualche speranza era ancora rimasta, ci sono tanti simboli nell'universo e questa è una di quelle.

La sentivo dire che non ero del tutto solo, delle anime vive erano attualmente lì ad aspettarmi e ad accogliermi; dai Lysandro, sei ancora in grado di affrontare altre avventure.

Pian piano riuscii a volare e a raggiungere la rosa; la neve gelida e invernale non mi faceva niente, essere accanto alla rosa mi sentivo protetto, come essere ancora a fianco ai miei genitori e alla mia sorellina.

Toccai la neve su cui la rosa era nata e cercai di trovare del terriccio sotto di essa; metà del mio braccio era sotto la neve e come merito, non trovai nessun terriccio mai percepivo qualcosa di liscio, vetroso e stranamente acquoso e decisi di tirarlo su. Era un'ambra, proprio come il vero nome della mia sorellina, Grace, toccare la pietra mi ricorda proprio lei, quando le accarezzavo la testa nel momento in cui si spaventava o nel periodo in cui mi abbracciava durante i suoi primi problemi adolescenziali; spero che quei tempi possano ancora vivere dentro di me.

Allora decisi, non lascerò che la storia finisca così, tutto deve essere cambiato, a qualunque costo.

(Narratrice)

Come si sperava dal giovane ragazzo, c'è sempre un momento in cui cade tutto ma, come la rosa gli aveva voluto dire, della gente esiste ancora e anche se quel pianeta ignoto era annientato, la Terra esisteva ancora e fu così, che Lysandro si diresse volando, dopo tanto tempo, verso il pianeta Terra, e fra le mani teneva il fiore che stranamente non aveva neanche una spina.

Una volta arrivato, nella meravigliosa città di Parigi, Lysandro come ogni volta gli capitava, si trasformò nel solito giovane ragazzo umano e cominciò ad incamminarsi fuori meta seguendo dove lo portava il suo istinto.

Camminava, cadeva, camminava di nuovo, s'inciampava e correva, non gl'importava di cosa ne pensasse la gente lì presente; il ragazzo si sentiva un po' strano e d'un tratto, successe che la rosa gli s'in torcigliò al collo come un serpente ipnotizzato, e Lysandro sentì una specie di forte puntura al lato sinistro del collo, come se il fiore lo stesse mordendo; cercò di non far sentire il dolore che stava provando e di tenerlo imprigionato ma non ci riuscì, quindi urlò.

Dopo che la luce della rosa si spense, Lysandro era steso sul il marciapiede e si accorse che era già notte fonda e notò anche un'altra cosa ancora più insolita, la rosa che prima gli stava attaccato, ora gli era sotto-forma di un tatuaggio nel corpo di Lysandro.

«Credo che tu, adesso, mi voglia dire qualcosa, giusto Rosa?»,

«Senti Lysandro, ogni volta che parlerò con te nessuno mi sentirà, ma ogni volta che sarai tu a parlare con me, loro ti sentiranno e comunque per rispondere alla tua domanda, attaccato al tuo corpo nessuno potrà farmi del male o uccidermi strappandomi dalle tue mani e comunque, come avrai già capito, io non sono una semplice rosa, anzi, non sono nemmeno una rosa, sono qualcuno che conosci da sempre e dentro di me c'è altra gente imprigionata; beh... questo è quanto e comunque, so già che me lo chiederai, non ti dirò chi sono»,

«Certo, ora che me l'hai spiegato ha molto più senso, allora, dove mi porti? Rosa? Ci senti? Rosa!? Ti senti bene, ci sei?»,

Oh no, ora come faccio senza le sue indicazioni? Mi sono cacciato in un bel pasticcio e...no, no, non ci credo, quella è Grace che sta correndo? No giuro, io muoio se è lei, aspettami, "Ambra".

Non capisco cosa ci faccia qui, non era, come dire, ESPLOSA? Da cosa starà scappando così furtivamente, è un razzo, non l'ho mai vista correre così velocemente, stranamente tiene una specie di mascherina alla bocca e fa di tutto per non farsi vedere dalla gente, non che ce ne siano, in questo quartiere ci siamo solo io e lei e nessun'altro per adesso; non per andare nei dettagli ma Grace mi sta sembrando un po' più bassa di quanto dovrebbe essere e i suoi capelli sono decisamente molto più lunghi, toccano quasi terra!

Continuo a correrle dietro ma senza farmi sembrare uno che vuole farle del male, corro normalmente urlando sia Ambra che sorellina, così nessuno penserà che sono uno sfaticato. Correvo isolato per isolato, giravo le rotonde, poi passavo a tal punto che le macchine per poco non mi investivano e alla fine mi trovai in un vicolo cieco; dov'ero finito?

Alla fine, capì che non era lei ad essere spaventata e in pericolo, ero io quello spaventato e in pericolo! È saltata fuori dal nulla di fronte a me, mi ha preso per il collo e mi stava strozzando violentemente, con un coltello pronto ad infilzarmelo nel cuore; credo di averla fatta grossa questa volta.

«Tu non meriti di stare qui, Lysandro Carl Jerzy Timberlake! E appunto, come avrai già capito, sta notte ti farò 'fuori'!»,

«Ci deve esser stato un grosso malinteso qui! Io non ti ho fatto praticamente nulla, chiunque tu sia; potrei anche colpirti di botte e liberarmi, ma nel mondo in cui sono cresciuto, mi hanno insegnato che non devo mai picchiare una donna però, qui, in questo momento sembrerebbe proprio l'esatto contrario e quindi, se mi permetti...». A questo punto, i due cominciarono ad attaccarsi l'uno con l'altro, graffiandosi, picchiandosi e calciandosi brutalmente.

«Ti sei allenato bene in questi ultimi anni, forse è in questo modo che l'hai fatta fuori, non ho mai conosciuto un ragazzo così cattivo, aggressivo ed egoista!!»

«Di che stai parlando, io non ho fatto niente a nessuno, almeno credo, e poi non ho ucciso nullità nella mia esistenza. Chi sei? Chi c'è dietro alla maschera?!»,

«Non ti sarà utile saperlo, pensa prima a sopravvivere! (Phum), centro!»,

«AAAAAAAAAAAAAH!!!» e cadde a terra con un dolore immenso in pancia e nella parte sensibile.

La ragazza ce l'aveva in pugno, gli saltava sopra, lo schiacciava, lo calpestava e gli faceva di tutto e di più; il ragazzo era senza conoscenza, e sanguinava dappertutto, ovunque.

continua...


HEY PATATONIIIII!!! Scusate se per questo periodo non ho pubblicato nessun capitolo, è che queste ultime settimane ero così impegnata con lo studio e... eccetera.......

Comuunqueeee ecco a voi un nuovissimo capitolo (come avrete già letto quindi questa cosa l'avrei dovuta dire prima ma va beh, qualcosa di originale non fa male ^^), il 17° capitolo è finalmente online!! Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate di questo capitolo e delle vicende che son successe finora e cosa credete che potrebbe succedere successivamente.

Grazie per aver letto questo capitolo.


Una vostra passione?

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⏰ Poslední aktualizace: Nov 10, 2020 ⏰

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