Capitolo VI

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Capitolo VI

Nottingham, 10 aprile 1194, mattina

Violet entrò in chiesa, abbigliata con il suo miglior abito: un vestito di velluto rosso scuro con maniche bianche, così com'era bianco il mantello che l'accompagnava, entrambi decorati con elaborate passamanerie dorate. Sotto indossava stivali alti fino al ginocchio, perché dopo la messa avrebbe partecipato al torneo di tiro con l'arco e intendeva sollevare la gonna sul davanti, infilandola nella cintura, per non esserne impacciata. Dava il braccio al padre William, che avanzava con passo un po' incerto, ma sorridendo a tutti i conoscenti che lo salutavano.

Dietro di loro, come sempre fungendo da scorta, marciava Rebelle, elegantissima in una tunica di velluto blu scuro con ricami bianchi, pantaloni abbinati e stivali marroni, nonché mantello color castagna

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Dietro di loro, come sempre fungendo da scorta, marciava Rebelle, elegantissima in una tunica di velluto blu scuro con ricami bianchi, pantaloni abbinati e stivali marroni, nonché mantello color castagna. Erano venuti in carrozza per la comodità di William, ma avevano portato anche i cavalli, di modo che l'anziano cavaliere potesse rientrare a Chetwood a suo piacimento, mentre le due cugine si sarebbero fermate per le gare e per i balli nella piazza principale.

Come consuetudine, le donne sedettero da un lato della navata, mentre William raggiunse gli uomini sull'altro, sedendosi accanto a sir George di Humberton, sua vecchia conoscenza. Violet salutò lady Christine e sua sorella Aline, figlie di sir Robert di Crandon, e si accomodò con Rebelle sulla dura panca di legno. Guardandosi attorno con pigra curiosità, individuò quasi subito Guy di Gisborne e Drastan di Greenmere che, ancora in piedi circondati da numerose persone, torreggiavano su tutti con la loro eccezionale statura. Seguendo la direzione del suo sguardo, anche Rebelle li vide.

"Ah, ecco lo sceriffo e il suo vice", borbottò. Quasi l'avesse sentita, Drastan si girò a osservare la folla, e Rebelle si affrettò a distogliere lo sguardo; ma il mantello di Violet spiccava in mezzo a tutti e il cavaliere biondo le individuò senza difficoltà. Disse qualcosa a Guy, poi si mosse verso di loro; ma il prete scelse quel momento per entrare, così Guy lo afferrò per la manica, indicandogli di prendere posto nel banco che spettava al barone di Nottingham ma che, in sua mancanza, avrebbero occupato loro. Dopo aver lanciato un'altra occhiata a Rebelle, che lo ignorò ostentatamente, Drastan obbedì.

Finita la lunga messa pasquale, secondo il protocollo tutti avrebbero dovuto attendere che il barone uscisse per primo con il proprio seguito, ma non essendoci alcun barone, ci fu un momento d'incertezza, a cui Guy e Drastan posero termine avviandosi verso l'uscita e percorrendo la navata con cenni di saluto ai nobili presenti.

Violet e Rebelle si alzarono ed attesero che William le raggiungesse, ma arrivarono prima lo sceriffo e il suo vice; nessuno dei due si fermò – Guy aveva deciso così, per non manifestare favoritismi che potevano ingenerare invidie e gare per accaparrarsi la sua benevolenza, come era accaduto con Vaisey – ma Drastan rivolse a Rebelle un sorriso a trentadue denti, a cui la fanciulla rispose con uno sguardo gelido, mentre il cavaliere nerovestito fece un cortese cenno col capo a Violet, ottenendo in cambio lo stesso cenno.

Un fiore per Guy #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora