Capitolo IX

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Capitolo IX

Chetwood Manor, 25 aprile 1194

"Robin rischia per davvero di vedersi insidiare il primato di miglior arciere della contea!" rise Marian, guardando le tre frecce piantate esattamente al centro del bersaglio, nello spazio di pochissimi centimetri. Violet rise a sua volta: lei, Rebelle e Marian si stavano esercitando nel tiro con l'arco, ed era palese che Violet fosse la migliore delle tre.

Marian abitava a Chetwood Manor da alcuni giorni; si era stabilita nella stanza più prossima all'uscita dismessa a cui aveva accennato Violet il giorno in cui lei e Robin erano venuti a trovarli e ogni notte il marito veniva a trovarla segretamente.

"Robin ti tratta bene?" indagò Violet in tono serio, mentre tornavano verso la magione, gli archi ancora incordati in mano e le faretre in spalla. Rebelle aguzzò le orecchie: lei sapeva a cosa si stava riferendo la cugina, ma Marian sicuramente no.

"Sì. Mi ha sempre trattata bene, ma dopo che ho rischiato la vita, è diventato ancor più premuroso."

"Anche in camera da letto?" intervenne Rebelle senza mezzi termini. Marian arrossì, e così pure Violet, che si sentì colta in fallo; ma la sua non era curiosità morbosa, bensì preoccupazione per l'amica d'infanzia. Se Robin l'avesse trattata male tra le lenzuola, lo avrebbe preso da parte per fargli una ramanzina coi fiocchi. Dubitava che ce ne fosse bisogno, ma voleva accertarsene.

"Assolutamente sì", le rassicurò la giovane sposa, "La prima notte di nozze aveva talmente tanta paura di farmi male, che a momenti non riusciva neanche a consumare il matrimonio", ridacchiò, seppur arrossendo ancor di più, "Contrariamente a quanto avevo sempre sentito, non ho provato dolore", corrugò la fronte, "A dire il vero, Djaq mi aveva detto che era possibile, se l'uomo è sufficientemente gentile, ma non le avevo creduto molto, dato che tutte dicevano che la prima volta faceva male. E adesso", il suo rossore si accentuò ulteriormente, "è... molto gradevole."

"Ne sono contenta", disse Violet, sollevata e lieta per l'amica, "Una vita matrimoniale felice è quello che si augurano tutte, ma non tutte sono tanto fortunate da averla."

Marian la guardò con un'aria di sospetto che la fece pentire d'aver parlato, temendo d'aver così svelato quel che, per il momento, sapeva solo Rebelle, ovvero la sua disastrosa esperienza coniugale; accorgendosi della sua espressione, Rebelle intervenne di nuovo per risparmiare alla cugina una spiegazione sgradevole:

"Che ne dite di andare a fare una cavalcata? Marian, hai detto che ti piacerebbe montare Red Amber: potrebbe essere l'occasione adatta."

Marian era troppo intelligente per non capire che era una manovra per sviare il discorso; pensando che ci fosse un motivo valido, non insistette e colse l'imbeccata:

"Certamente! È da quando ci siamo imbarcati per tornare in Inghilterra che non cavalco più: abbiamo fatto tutta la strada per nave, a piedi e occasionalmente su qualche carro, ma mai a cavallo. E quel roano rosso è davvero bellissimo", concluse con un sorriso.

"Teniamo gli archi", propose Rebelle, "nel caso ci capitasse a tiro della selvaggina."

"Ottima idea", approvò Violet.

Quando arrivarono alle scuderie, Hugh lo stalliere portò subito fuori Blackfire, mentre Emeric, il figlio tredicenne di Maud e garzone di stalla, si occupava di Snowflake e di Red Amber. I tre cavalli vennero rapidamente sellati – Emeric ricevette raccomandazioni da Hugh, ma in realtà non ce n'era bisogno perché il ragazzino si dimostrò all'altezza – e poi le tre giovani donne si avviarono al piccolo trotto.

"Dove andiamo?" domandò Violet.

"Mi piacerebbe andare a Knighton", disse Marian, "per vedere come vanno le cose e come sta la mia gente."

Un fiore per Guy #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora