Capitolo XVI

113 7 59
                                    

Capitolo XVI

Chetwood, 4 luglio 1194

Violet entrò nel salone, dove Guy la stava attendendo, lo sguardo perso fuori dalla finestra. Era arrivato pochi minuti prima, chiedendo di vederla da solo.

Il cavaliere nerovestito si girò, raddrizzandosi in tutta la sua considerevole statura. Violet si sorprese – non per la prima volta – a pensare che era davvero molto attraente.

"Buongiorno, sir Guy", lo salutò, avvicinandosi.

"Anche a voi, lady Violet", rispose lui, andandole incontro, "Grazie per avermi ricevuto così prontamente."

"Di nulla. Sapete che siete sempre il benvenuto, qui."

Si fermarono a due passi di distanza l'uno dall'altro.

"Grazie, signora", disse Guy, provando un senso di gratitudine che gli riscaldò il cuore, "Sono venuto a darvi la mia risposta alla vostra proposta", proseguì, venendo subito al sodo e parlando con una sicurezza che in realtà non provava, "Se non avete cambiato idea... io sarei onorato di accettare."

Per un momento, Violet trattenne il fiato, incredula. Quando riprese a respirare, si sentì enormemente sollevata.

"Grazie, sir Guy", mormorò, "Vi sono molto grata."

"No, lady Violet, sono io a essere grato a voi", disse lui, piano, "Nonostante che io vi abbia confessato le mie passate iniquità, continuate a pensare bene di me: vi prometto che farò di tutto per dimostrarmi degno della vostra fiducia."

Violet sentì un nodo formarsi in gola e dovette deglutire due volte prima di poter rispondere in un soffio:

"Non avete idea di quanto sia importante per me sapere di potermi fidare di mio marito..."

Guy corrugò la fronte: ecco un altro indizio riguardante il passato matrimonio di Violet. Poiché adesso erano praticamente fidanzati, decise che era venuto il momento di chiedere qualche lume.

"Volete dire che non potevate fidarvi del vostro primo marito?" domandò nel modo più delicato di cui fu capace.

Violet si rese conto d'aver detto troppo, però ormai non poteva rimangiarsi la frase pronunciata.

"È proprio così", confermò sottovoce, "ma adesso non sono pronta a raccontarvi tutto: vi chiedo perciò di non farmi aggiungere altro, per il momento."

Qualcosa nel suo atteggiamento fece intuire a Guy che lei soffriva per quello che era tanto restia a svelare, ma che parlarne adesso l'avrebbe fatta soffrire di più, e questa era l'ultima cosa al mondo che lui voleva.

"Rispetterò la vostra reticenza, lady Violet", disse pertanto, "ma non dovrebbero esserci segreti tra due sposi."

Lei annuì, anche se con riluttanza: Guy aveva ragione e, presto o tardi, avrebbe dovuto dirglielo. Sarebbe stato meglio farlo prima della prima notte di nozze, per chiedergli di essere gentile con lei, al contrario di Charles; ma ci sarebbe riuscita? Ne aveva parlato con Rebelle, e anche con lei a fatica, soltanto perché erano molto in confidenza e perché erano entrambe donne...

Momentaneamente soddisfatto dalla sua muta risposta, Guy passò ad altro:

"Avete già pensato a una data?"

Alle calende greche, saettò per la mente di Violet. Anche se lo sposo le era gradito e il pensiero di condividere le sue giornate con lui non le spiaceva, continuava a temere le notti.

"Veramente no", rispose, "anche perché non sapevo se avreste accettato o meno la mia proposta."

"Giusto", ammise Guy con una smorfia, ritenendo d'aver posto una domanda sciocca.

Un fiore per Guy #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora