gone

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Un'altra volta, disse fra sè e sè il ragazzo, riferendosi alla canzone che stava facendo ripartire per la quinta volta.

Un'altra volta, e un'altra scossa di brividi passò per tutto il suo corpo.

Quando le parole che il cantante pronunciava cominciarono a diventare un intero ricordo nella mente del ragazzo, quest'ultimo chiuse gli occhi.

You ask me what I'm thinking about
I'll tell you that I'm thinking about
Whatever you're thinking about
Tell me something that I forget
But you might have to tell me again

Avrei voluto che mi dicessi davvero ancora qualcosa, che mi avresti dovuto ripetere, pensò Kuroo, passandosi la mano sul viso, sentire la tua voce una volta in più non sarebbe stato affatto male.

And if you were my little girl
I'd do whatever I could do
I'd run away and hide with you
I love that you got daddy issues
And I do too

Difficile sostenere una relazione omosessuale, quando i genitori di entrambi erano dei pezzi di merda, e il corvino le sapeva benissimo, quasi a memoria, tutte le cose eccitanti e clandestine che aveva fatto con il piccolo Kenma, all'oscuro della propria e della sua famiglia.
Quasi amava quell'ostacolo: gli faceva venire voglia di saltare.

Ed ora, che non c'era niente da saltare?
Doveva continuare a correre all'infinito?
Per arrivare a cosa?, ogni volta si chiedeva, Perché sto correndo? Non posso stare fermo?

Ma lui lo sapeva che, in fondo, quello che stava passando non era una pista da corsa infinita, ma un ostacolo alto, che arrivava fino alle nuvole. Gli bastava solo aspettare di diventare forte abbastanza da poterlo saltare.

I keep on trying to let you go
Not even let you know
How I'm getting on
I didn't cry when you left at first
But now that you're dead it hurts

Il ragazzo ci provava, a scacciare dalla propria mente tutti quei ricordi.
Non dimenticarli, non eliminarli, solo metterli da parte, per assicurarsi magari di riuscire a non svegliarsi distrutto una volta passato il fine settimana.
Gli sembrava di non avere tempo per guarirsi, ma era passata una settimana soltanto, da ciò che era successo.
Provò molto a non immaginarsi il volto del biondo, non voleva fargli sapere come stava, voleva solo lasciarsi andare ai suoi pensieri, e pensare che il più piccolo stesse bene dove fosse.

Kuroo non ebbe una reazione troppo pessimista quando il biondo partì per il mare, non pianse, al contrario di come il più piccolo fece.
Ma ora che era morto, faceva male pensarci.
Faceva male pensare che non ci era stato male sin dall'inizio, aveva sentito la sua mancanza, certo, ma avrebbe quasi voluto rimanerci male in anticipo. Avrebbe voluto essere pronto.
Non si era meritato di stare bene, mentre il suo fidanzato non era lì con lui e stava male, in quel letto, a centinaia di chilometri.

Odiava quella parola, morto, la odiava davvero tanto, ma era più realista di se n'è andato.
Certo, non era più tornato, ma non era di certo rimasto lì, al mare.

Allora, dove cazzo era andato?

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