last will

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"Buongiorno, amore.

Buongiorno, pensò il corvino, sorridendo, nonostante sapesse cosa gli riservasse quella lettera, nonché la seconda e ultima.

Non sto affatto bene. Hai presente i miei problemi al cuore? Scommetto che te lo ricordi di quando ero stato un po' male, quando stavamo uscendo quella sera a luglio e poi siamo rimasti a casa.

Il più grande se lo ricordava benissimo quell'episodio. Non aveva mai avuto a che fare con persone che stavano male e in ogni caso, era un grande egoista, e di chi aveva attorno non gli importava.
Ed inevitabilmente, il biondo anche in quell'occasione era stata la sua prima volta.
La prima volta che si era preoccupato, che aveva provato paura per la perdita di qualcuno o anche un suo malessere.
Kenma era un essere nuovo e fiabesco, di un altro pianeta, e dato che il suo cuore malfunzionante non glielo avrebbe potuto dare, si era preso quello del corvino senza chiedere due volte. E il più grande ne era felice.
Gli avrebbe dato il cuore e qualsiasi cosa avesse voluto, per farlo stare bene.

Credo proprio di stare peggio, molto peggio.
Di sicuro passerà, ma dato che sei il mio fidanzato, volevo rendertene partecipe anche se questa lettera la leggerai dopo che già ci saremo visti. Non volevo fare di questo momento doloroso un ricordo su carta, ma metti che non torno più!  Anche se è impossibile.

A quanto pare non è impossibile, pensò il corvino, guardando da un'altra parte, per non bagnare il pezzo di carta. Un profondo sospiro, e continuò a leggere.

Mi è impossibile pensare che non ti potrò rivedere, ma tanto mancano due giorni e potrò baciarti di nuovo, no?
Anche se dovessi morire in queste condizioni fisiche patetiche (ma non troppo), almeno ti saluterò bene un'ultima vola.

Testurou se lo sognava soltanto quel saluto.
Perché ovviamente non si era compiuto e questo spezzava il cuore al ragazzo.
A lui non sarebbe bastato un solo saluto, ma almeno sarebbe stato il minimo.

Sono nel letto dell'hotel a dormire da ore, mentre fuori c'è il mare. Il petto mi fa malissimo e a malapena riesco a mangiare.
Mi gira la testa ma non abbastanza da non riuscire a pensarti e scriverti.
È parecchio triste il modo in cui sto pensando alla mia morte, ma da quello stronzo del mio cuoricino non potevo aspettarmi una vita molto più lunga. Spero ti spezzi il cuore quanto lo sta spezzando a me, sapere cosa ipoteticamente potrebbe essere questa lettera.
Spero che starai male quando lo saprai, perché almeno quando sarò a Londra se avrò ricordi di te sarò felice di sapere che ho ancora un certo effetto su di te.

Quella che squarciò la guancia del corvino non era stata la prima lacrima a scendere, ma bruciava come tutte le altre.

Ebbene sì, da come sto non potrei pensare altro. Ti svelo segretamente e con le lacrime agli occhi che questo potrebbe essere il mio testamento. Patetico, vero?
Lo so che lo stai pensando. Vorrei anch'io ridere al fatto che sono patetico a scrivere il mio testamento in questo modo, ma mi duole dirlo che non ci riesco.

Il gatto miagolò, sistemandosi meglio su Kuroo.

Non ho tanto da dire o da lasciare in eredità. Questa lettera la riceverà solo una persona, solo il mio grandissimo amore Kuroo.
Quindi, anche se sto parlando con te dall'inizio, in ogni caso: ciao di nuovo.
Mi dispiace terribilmente non essere lì con te o di non essere a Londra, con te, mentre invece sono sul letto di morte a cinquecento chilometri dal tuo bel faccino.
Anche tu sai che la colpa non è mia, ma avrei voluto lo fosse, così mi avresti odiato un po' di più.

Come avrei potuto odiarti?, si ripetè il corvino, un'altra volta. La risposta ce l'aveva pronta:
avrebbe tanto voluto.

Non mi dilungo, dirò solo una cosa che vorrei darti e una cosa che ho da dire.
La prima e unica cosa che voglio lasciarti:
oltre a tutte le nostre cose, fra giochi, felpe, il gatto, ti voglio lasciare dopo la mia morte tanti ricordi, ma soprattutto una ripresa impeccabile dalla mia assenza, perché meriti di stare meglio di come stai mentre leggi questa lettera per la prima volta.
Non è molto, ma sappi che ti aspetterò a Londra per tutto il tempo che vuoi.
L'unica e ultima cosa che voglio dire, invece, è scontata, anche se mi fa male la mano da quanto ho scritto, ma, comunque: ti amo.
Non aggiungo altro, solo perdonami per andarmene così presto.
Spero vivamente che questa lettera sarà inutile e che ci rideremo sulla nostra disperazione.

Non ho più riso dopo questo, pensò in preda alle lacrime. Non provò nemmeno ad asciugarsele, andava bene bagnarsi i vestiti e le coperte del letto e far preoccupare il gatto.
Perché era un grande egoista e pensava solo a se stesso.

Vedi di crescere ancora un po', per il tuo prossimo (o prossima) grande amante, e quindi di aggiornare le righe.
Sarò felice di essere ancora il tuo primo amore. Buona fortuna, Kuroo."

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