Capitolo 2.

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"Dici che non ho più tempo per noi
Ma se mi cerchi mi trovi, lo sai
Dove vuoi, quando vuoi, ti aspetto giù
Dove andiamo, è uguale, decidi tu
Ma fidati di me."
▪︎Bang Bang- Sfera Ebbasta

Alzai la testa dal mio aperitivo, smettendo di giocare con la cannuccia, appena qualcuno si accomodò accanto a me.

- Ammetto che mi piace la versione più scherzosa di te, nonostante tu sia una vera rompipalle. Quando sei così, zitta, non mi piaci.- sorrisi alle parole di Luca e mi portai un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

- Non so se prenderlo come un complimento alla mia simpatia o un'offesa, caspita sei riuscito a mettermi in difficoltà. Bravo Pellegrini.-

- Vedo che comunque il sarcasmo non ti manca.- fece una smorfia di disapprovazione - Per quanto tu sia triste riesci comunque nell'intento di sarcasmare tutto e tutti.-

- Sarcasmare? Ma dimmi un po', lo sai che è vietato drogarsi per i calciatori?- lo guardai con finto sconvolgimento - Se ti beccano ci rimette la squadra eh, stai attento.-

Alzò gli occhi al cielo, trattenendo una risata. - No, non mi drogo, ma dovrei iniziare a farlo per sopportare meglio te.-

Mi portai la mano sul cuore e finsi di commuovermi. - Ma come sei dolce, mi sto proprio domandando perché io e te ci parliamo ancora.-

- Perché mi adori troppo.-

- Convinto tu.- sorseggiai un goccio dal mio bicchiere e gli prestai nuovamente la mia attenzione, mettendo da parte il lato scherzoso del mio carattere, avevo bisogno di parlare. - Luca, posso farti una domanda seria?-

- Certo.- rimase attento e in quel momento non fece nessuna battuta, capendo il mio umore - Se posso aiutarti.-

- Quando sei andato via da Roma, come l'hai presa? Insomma... cosa hai fatto con la tua ragazza? Lei cosa ha fatto?-

Mi vergognai un po' di come ero stata confusionaria, ero imbarazzata dal fargli quelle domande e non sapevo nemmeno come mai. Avevamo un bel rapporto e lui poteva aiutarmi, visto che aveva una storia a distanza.

- Ma nulla in realtà, è difficile non vedersi sempre, però ci vediamo abbastanza spesso. Quando posso vado da lei, altrimenti lei viene da me. Un modo lo si trova sempre. È per Alberto che me lo chiedi?- sentii una fitta nel sentire il suo nome, era da qualche giorno che nessuno me lo nominava in modo così diretto.

Annuii appena e roteai gli occhi. - Anche se la situazione è molto diversa. Non so cosa siamo e, in più, lui è sparito. Mi sto facendo mille paranoie ed ansie, mentre lui non mi ha nemmeno cercata.-

- Perché non provi a cercarlo tu?-

- Giò me l'ha sconsigliato, anche perché non ci siamo visti nemmeno quando è andato via, non mi ha nemmeno salutata di persona.- agganciai i miei occhi con quelli azzurri di Luca e sbuffai.

- Se ti può consolare: credo abbia salutato ben poca gente, perché l'ha saputo all'improvviso, ma non è partito per sempre sai? Ha cose da sistemare qua, nella sua casa. E poi a fine stagione magari torna, non conosco precisamente i dettagli del contratto.-

- Sì, ma se tornasse d'estate e ci fossimo completamente persi in questi mesi? Non avrebbe senso.-

- Io non credo di sapere benissimo la storia che avete, ma so che lui tiene a te. L'ho sentito parlare tante volte di voi, era impossibile non capire che provasse qualcosa.-

Mi si strinse il cuore davanti alle sue parole e gli sorrisi debole. - Sei un buon amico, credo che in fin dei conti mi mancherai l'anno prossimo, quando sarai alla Juve.-

- Non ti libererai di me nemmeno allora, sappilo.- mi fece un occhiolino divertito e io scoppiai a ridere. - Comunque Paloschi mi ha chiesto di te!-

Smisi di ridere sentendo le sue parole e lo guardai scioccata. - Che vuole da me?-

- Beh non è mica stupido, si è accorto che ti comporti in modo diverso solo con lui.- indicò il diretto interessato con un leggero cenno della testa, il quale stava ridendo e parlando con Pisacane e Joao che, come al solito, stavano intrattenendo tutti con il loro modo di fare. - Mi ha chiesto il perché ce l'hai con lui, ma io ovviamente gli ho detto che non hai niente contro di lui, ma che per te è un periodo complicato.-

- Invece avresti dovuto dirgli che non ho minimamente voglia di rivolgergli la parola.- alzai gli occhi al cielo - Ok, la smetto, hai fatto bene, meglio non scatenare polemiche e nervosismi inutili in squadra.-

- Sei tutta pazza, fatelo dire da me.- mi spettinò i capelli affettuosamente e io sospirai ma, mentre feci per ribattere, Simeone fece il mio nome e io mi girai di scatto verso di lui. Vidi che stava osservando il suo telefono, che poi passò a me, lanciandomi uno sguardo d'intesa. Sentii l'ansia salirmi in un attimo e afferrai il cellulare dalle sue mani, curiosissima e molto confusa.

Il mio cuore perse un battito nel vedere che il mittente del messaggio era Alberto, perciò lessi immediatamente il contenuto.

- Ha chiesto di te?- Luca, che stava spiando lo schermo, lesse il messaggio in contemporanea con me, ma a voce alta.

Deglutii e mi girai verso il biondino, che stava aspettando una mia reazione. - Sì, perché ha chiesto a lui e non ha cercato direttamente me?-

Fece spallucce - magari ha paura di farlo, della reazione... tiro a indovinare, perché sinceramente non lo so.-

Giovanni si alzò dal suo posto e ci raggiunse, mettendomi una mano tra i capelli e accarezzandomi, come per calmarmi. - Gli rispondo e vedo che mi dice, ok?-

Annuii davanti alla domanda del numero 99 del Cagliari, cercando di non andare fuori di testa e stare calma. Ci doveva sicuramente essere una spiegazione, non avrebbe mai e poi mai agito senza motivo, lo sapevo bene. Non aveva mai fatto nulla di sbagliato con me, nulla che non avesse senso e/o non fosse giustificata, quindi fui convinta che anche quella volta sarebbe stato così.

*

- Posso sedermi?- sussultai sentendo il nuovo acquisto rivolgermi la parola e gli rivolsi la mia attenzione, vedendo che stava indicando il posto accanto a me nel divanetto. Avevamo deciso di andare nella discoteca che frequentavano i ragazzi di solito, e io avevo accettato solo perché stavo ancora aspettando che Simeone ricevesse risposta da Alberto.

Feci spallucce con disinteresse e lui si accomodò, mi trattenni dallo sbuffargli in faccia. - Possiamo parlare?-

- Ora?- inarcai un sopracciglio mentre lo osservavo - In discoteca? Potresti andare a ballare o a fare comunque qualcos'altro che non implichi parlare con me.-

- Invece mi va di stare proprio qua a parlare con te. Ne approfitto ora che sei sola, visto che Luca e Giò sono come le tue guardie del corpo e non ti lasciano mai sola.- rise, pensando di aver fatto la battuta del secolo, ma io rimasi seria a guardarlo. - Okay, ora ho la conferma che ce l'hai con me, posso sapere anche il motivo?-

- Non ho niente, solo che non ho voglia di parlare con nessuno.-

- So che c'è qualcosa che non va con me... ho sentito parlare benissimo di te, Alberto me ne ha parlato spesso, direi anche troppo.- rise ironico e io sentii il cuore tamburellarmi velocemente nel petto. Sapevo che fossero amici, che avessero addirittura fatto una vacanza insieme ad Ibiza, ma non pensavo che gli avesse parlato della mia esistenza. Non risposi e lui continuò a parlare. - Forse è per lui che stai così, ma tranquilla che il tuo ragazzo ci tiene a te anche se ora non vi potrete vedere tutti i giorni.-

Per un attimo mi gelai e scossi la testa per tornare in me. Avrei voluto sapere tante cose, avrei voluto sentirmi dire le cose che aveva raccontato di me e sentirmi convincere che davvero tenesse a me, visto che io stavo perdendo le speranze, ma non chiesi nulla di tutto ciò, non volevo confidarmi con Paloschi. Nella mia mente, legare con lui, sarebbe stato come accettare che lui sarebbe rimasto, mentre Alberto non sarebbe tornato più da me. - Non è il mio ragazzo.-

Gli lanciai un'occhiata dopo la mia breve frase e poi mi alzai dal divanetto del privé, per andare a prendere un po' d'aria fresca fuori, avevo bisogno di ripulirmi i polmoni e la mente.

Distance|| Alberto Cerri Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang