"Puoi trovarmi nelle cose che non troverai
Puoi ascoltarmi nel ricordo di quello che sei
Puoi lasciare i tuoi saluti qui in segreteria
Tu che sei parte di tutto ma senza esser mia."
▪︎ Tenebre- Sercho ft. UltimoSentii il telefono suonare insistentemente e tolsi la mano da sotto il cuscino, tastando poi il comodino, alla ricerca del telefono.
Presi l'oggetto infernale e risposi alla chiamata, senza nemmeno leggere chi stesse chiamando. Mi scoppiava la testa a causa dell'alcool ingerito la sera prima e volevo solo il silenzio e continuare a dormire.
- Mmh...- fu la mia prima parola al telefono e sentii la voce di Luca insultare qualcuno e poi sentii un clacson, allontanai il telefono dall'orecchio immediatamente, quel suono stridulo mi avrebbe ucciso.
Capii immediatamente che stava guidando e che come sempre era molto calmo alla guida.
- Nova, ho suonato per due minuti al tuo campanello, perché non mi hai aperto?-
- Perché non ho dormito a casa.- sbuffai sentendolo nuovamente suonare il clacson - Lù, smetti di urlare e suonare quel diavolo di clacson, mi scoppia la testa.-
- Post sbornia, eh?- rise e mi venne in mente di ammazzarlo. - Ti avevo avvertito, che non... aspetta, cosa vuol dire che non hai dormito a casa, dove sei?-
Urlò nuovamente e io strinsi i denti per il nervoso, mi stava davvero scoppiando la testa. Stavo impazzendo per quell'emicrania e mi maledii mentalmente per aver bevuto, non aveva avuto nessun effetto desiderato.
- Dai, non rompermi, non è il momento di una paternale, Luca. Sto troppo male.- mi lamentai mugugnando e lui rise ancora.
- Prenditi un'aspirina e mangia qualcosa di secco, ti sentirai meglio. Ok?-
- Ve bene, ciao.- sbuffai e chiusi la telefonata, senza nemmeno sentire la risposta, sicura che avrebbe riso ancora e allora avrei senz'altro attuato il piano di farlo fuori, non potevo rischiare, al Cagliari serviva ancora uno dei suoi migliori difensori.
Alzai la testa dal cuscino, ma lo feci troppo velocemente, infatti fui colpita da una nausea fastidiosa. Cercai di riprendermi e mi alzai dal letto, pronta a cercare qualche medicina da poter prendere, che mi facesse passare quel malessere.
Entrai in cucina e vidi Ceppitelli intento a fare colazione, appena mi notò sorrise. - Buongiorno Nova, non ti ho svegliata di proposito, volevo riposassi.-
- Buongiorno Ceppi, grazie, ma qualcuno ha voluto fare il contrario. Ricordami di ammazzare Pellegrini appena lo vedo.- alzai gli occhi al cielo e trovai una scatola di aspirine sopra il tavolo, accanto a delle fette biscottate e marmellata, ringraziai Luca, capendo che aveva previsto il mio mal di testa e aveva già pensato a tutto.
- Era preoccupato per te immagino, sa che hai dormito qua?-
Scossi la testa in segno di negazione - no, avrebbe dato di matto. Gli spiegherò bene a voce, avrebbe tratto strane conclusioni, sai come è.-
- Soprattutto so come è con te, sia lui che Giovanni, ti vogliono molto bene.- mi sorrise dolcemente, mentre mangiò un pezzo di fetta biscottata.
- Sì, mi stanno aiutando molto tra l'altro.- presi la pastiglia e poi sospirai, sedendomi a tavola. - Riguardo a questo, mi dispiace per ieri, per la scenata che ho fatto. Sono davvero ridicola e non era mia intenzione, non volevo darti fastidio. È solo che quando mi sono resa conto che l'alcool non mi stava aiutando a non pensare, sono uscita fuori di testa.-
- Tranquilla, non hai detto niente di strano. Stai soffrendo e l'alcool ti ha fatto essere sincera. Non devi scusarti e non sei ridicola.- posò la sua mano sulla mia e mi accarezzò dolcemente il dorso. - E ti ho ospitata in casa mia perché eri giù e non volevo stessi sola, non mi ha creato nessun fastidio, il mio divano letto è abbastanza comodo, e per una notte non sono di certo morto per aver dormito lì. -
- Sai cosa? Mi sembra ancora impossibile che tutto sia finito e ogni volta che lo realizzo mi sento peggio di prima. Assomiglia tanto alla mia tortura personale, una sorta di piccolo inferno stile Dante. Se sbagli qualcosa nella vita, sei costretto a riviverlo all'infinito, sentendoti sempre peggio.-
- Okay... hai reso l'idea, ma conosco bene Alberto e so che ti ama da morire. È ferito, cerca di allontanarti, ma se ti succedesse qualcosa ne morirebbe davvero. Sei molto importante per lui e con te è stato come non l'avevo mai visto con nessuna.-
Da una parte ero convinta che avesse ragione, sapevo bene quanto Alberto mi amasse, me l'aveva dimostrato sempre, ma dall'altra parte non ero convinta che provasse ancora qualcosa per me, in fin dei conti con lui avevo sbagliato, perché avrebbe dovuto starmi dietro e non riprendere in mano la sua vita? Non meritavo che perdesse il suo tempo con me.
- Mi passerà Ceppi? Questo dolore lancinante al petto... dico a tutti che starò meglio prima o poi, non so se sia più per convincere gli altri o me stessa.- mi asciugai qualche lacrima dalle gote - Sono sempre meno convinta di superarlo.-
- Ce la farai, potrai contare pure su di me nel momento in cui ti sentirai più triste e pensarai che la tua forza è in esaurimento. Un amico in più fa sempre bene e poi abbiamo tante passioni in comune, come le serie tv.-
Mi fece l'occhiolino e io scoppiai a ridere per l'ultima frase. - Grazie Luca, davvero... le tue parole e la tua vicinanza sono davvero importanti per me. So che nella vita succedono cose peggiori della fine di una storia d'amore, ma ho perso tante persone nella vita e con Alberto mi sono aperta, lui ha buttato giù tutti i miei muri e poi, quando credevo che sarebbe andato tutto bene almeno con lui, si è tutto frantumato. Quindi il tuo appoggio è davvero molto importante per me.-
- Sei una ragazza forte e ti stimo molto, pensi sempre prima non far preoccupare gli altri, anche se questo vuol dire nascondere il tuo dolore dentro di te. Sappi che con me non hai motivi per farlo, mi piacerebbe aiutarti in qualunque momento.-
Abbassai lo sguardo e sorrisi sincera, le sue parole mi stavano facendo davvero sentire meglio. Mi sentii felice di avere un nuovo amico. Certo, eravamo già buoni amici, grazie ad Alberto, ma non c'era mai stata quella confidenza di parlare apertamente di quanto stessi male io o lui, dei nostri sentimenti. Di solito quella era una cosa che facevo più con Simeone, Pellegrini e Claudia.
- Sono fortunata allora a conoscerti, ma ora basta, stiamo diventando troppo sentimentali, io ho la fama di essere una piccola stronzetta.- mi atteggiai fintamente, ridacchiando, cercando così di smorzare la tensione.
- Oh lo so, Pellegrini non fa che lamentarsi di te.- scherzò anche lui ridendo.
Incredibile come una chiacchierata con un buon amico servisse a farmi sentire meglio. Ero fortunata, ero circondata da veri amici che avrebbero voluto solo il meglio per me.
Sarei stata meglio con il tempo, ne ero certa.

DU LIEST GERADE
Distance|| Alberto Cerri
FanfictionDalla storia: "Sorrisi, intenerita dalle sue parole e avvicinai le mie labbra alle sue. - Ti spavento se ti dico che credo di essere innamorata di te?- - Ti potrei fare la stessa domanda.- azzerò la poca distanza tra noi, appoggiando le sue labbra...