11.

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Dopo aver consolato Juliet insieme a Lance, sono tornato a casa con mia sorella. Ho inventato una scusa da far bere a mia madre e lei ha annuito senza dire nulla. È stata una nottata difficile. Juliet non ha smesso di piangere nemmeno un minuto. Charles l'ha distrutta. Ha ripetuto più e più volte che l'indomani sarebbe andata da lui per parlargli, ma in queste condizioni l'unica cosa che potrebbe fare è dormire e svegliarsi all'ora di pranzo.

Non capisco perché Charles debba comportarsi in questo modo e non fidarsi di mia sorella. Si amano e dovrebbe capire che non lo tradirebbe mai. Il Monegasco non sa come l'ha ridotta e vorrei tanto spaccargli la faccia. Crede seriamente che Juliet possa riservargli il medesimo trattamento che ha ricevuto Carlos? Sono due vicende distinte e separate. E lei non potrebbe mai tradirlo con Lance perché non prova nulla per lui e dovrebbe ficcarselo in testa una volta per tutte!

Indosso un maglione ed esco dalla mia camera. Juliet è in salotto e si sta acconciando i capelli allo specchio.

«Dove vai?»

«Da Charles», risponde e mi sorpassa.

«Tu in queste condizioni non ci vai! Dovresti riposarti e fargli sbollire la rabbia per qualche giorno».

«Non mi interessa. Prima risolvo con lui prima finisce questa sceneggiata del non fidarsi!» sbotta, e sbatte la porta d'ingresso.

Maledetto sia il giorno in cui sono finiti a letto per la prima volta! Adesso Juliet starebbe con Carlos e non avrebbe problemi. A volte rimpiango i tempi in cui erano fidanzati: tutto era semplice e non c'erano liti ogni due per tre e problemi sulla fiducia. Quanto vorrei che mia sorella ritornasse con Carlos, ma ormai il suo cuore appartiene a Charles, e devo solo sperare che non glielo spezzi di nuovo.

A destarmi dai pensieri è la porta d'ingresso che sbatte.

«Per Dio! Cosa ti è successo?» domando preoccupato quando mia sorella entra in lacrime in salotto.

Mi alzo e la raggiungo. Juliet si rifugia tra le mie braccia e piange ininterrottamente. Cerco di calmarla accarezzandole la schiena.

«Charles ha voluto prendersi una pausa», mormora e inizia a raccontarmi tutto.

Nel frattempo mi siedo sul divano e le faccio posare la testa sulle mie gambe, accarezzandole i capelli.

«Credimi che è meglio se stiate lontani per un po'. Non pressarlo, vedrai che tornerà lui da te e tutto ritornerà alla normalità».

Le asciugo le lacrime e le stampo un bacio sulla guancia. Se solo avessi fatto lo stesso con Sofia mesi fa...

Domani partirà e non sono pronto a dirle addio. Sarà difficile saperla lontano da me, ma sarà ancora più difficile vivere senza di lei. Era come se fosse l'altra mia metà. A quanto pare mi sbagliavo: l'altra mia metà non è lei.

Decido di accendere la tv e impostarla su Netflix. Guardo un film in compagnia di Juliet.

Il campanello trilla e Juliet va ad aprire. Credo sia Carlos siccome mi aveva avvisato che sarebbe passato.

Un'idea mi balena in testa: posso lasciarli da soli per poterli far riappacificare. Però da dove me ne vado?

«Lando! C'è Carlos!» esclama mia sorella e apro la finestra per poi uscire e correre lontano da casa.

Mi volto e la vedo che è affacciata con un'espressione nera in viso. La saluto con un sorriso divertito e invio un messaggio a Pierre per dirgli che sto andando da lui. Spero davvero che risolvano. Non voglio vederli separati ancora a lungo. Mi pesa questa loro situazione perché se voglio uscire con Carlos e invitare mia sorella devo chiedere ad entrambi se riuscirebbero a tollerarsi per un'intera serata. Certe volte mi ricordano Charles questi momenti perché lei non tollerava lui e quest'ultimo la punzecchiava perché ne era innamorato.

Giungo a casa di Pierre e suono il campanello. Mi apre la porta e si stiracchia. Stava per caso dormendo? Si porta una mano alla bocca e sbadiglia. Ecco, appunto.

Saliamo al piano di sopra e accende la Play Station. Ridacchio.

«Mi hai letto nel pensiero!»

Pierre sorride e ci sediamo a terra, prendendo poi i joystick.

«Come stai?»

Il mio amico sospira.

«Ho parlato con mio padre e ha compreso le mie motivazioni e ciò che gli chiedevo. Ovviamente non voleva costringermi ma me lo ha fatto intendere comunque. E mi ha anche detto che posso andare a trovare mia madre e che mi lascerà le mie libertà», spiega. «È fantastico! Sapevo che avrebbe capito!» esclamo, e sorride.

«E tu? Sei pronto a dirle addio?»

«Sono pronto a lasciarla andare. È ciò che vuole e glielo darò. Mi mancherà, certo, ma se è destino tra noi ci rincontreremo. E ci spero davvero, con tutto me stesso. Non voglio che finisca così» mormoro. Pierre annuisce comprensivo e continuiamo a giocare per un bel po'.

«Sono scappato di casa per far riappacificare Carlos e Juliet», confesso. Pierre inarca le sopracciglia e poi scoppia a ridere. «Oh, finalmente! Sembrerebbe strano vedere due ex che sono amici, non credi? Però dai, sono contento»

«Nessuno riusciva più a tollerare questa situazione tra quei due. Ricordi che chiedevamo ad entrambi se poteva venire l'altro ad una festa? Spero davvero che risolvano perché io non ne posso più!»

«Non puoi forzarli. Se non vogliono ci sarà pur sempre un motivo. Non puoi obbligare le persone a fare cose che non vogliono».

Annuisco, dandogli ragione.

Lo saluto e torno a casa, trovando il salotto deserto. Una porta al piano di sopra sbatte e mia sorella scende le scale.

«Carlos?»

«Se n'è andato. Ah, e per la cronaca, mi ha baciato».

Sgrano gli occhi, assumendo un'espressione sconvolta.

«Proprio così. Abbiamo parlato, mi ha chiesto se quello che provo per Charles va ben oltre quello che ho provato per lui e mi ha baciato. Mi ha fatto sentire in colpa e l'ho cacciato di casa. A quanto pare, la tua è stata una pessima idea di farci risolvere», dice.

Mi sorpassa ed esce di casa.

Sbuffo e mi passo una mano tra i capelli. Dovevo davvero farmi gli affari miei e non interferire.

The Other Half Of Me // Lando Norris [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora