La lettera di Viktor

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Novembre 1943
Da quando Viktor era partito la mia vita era diventata così monotona e noiosa, nonché prima fosse movimentata, ma almeno la presenza di Viktor mi rendeva più allegro. Invece adesso mi sento come se fossi stato svuotato.
Quel mattino il postino suonò due volte il campanello della sua bicicletta mezza sgangherata, come un fulmine mi fiondai fuori. Tra le mani stringeva una singola busta color avorio. Lessi da chi arrivasse e con somma gioia constatai che era di Viktor.
Senza aspettare di entrare in casa l'aprì e mi misi a leggere.

23 ottobre 1943
Mio carissimo Lorenzo,
                            È passato un mese da quando ci siamo separati e non passa giorno che ti pensi in ogni istante della giornata. Sei il mio primo pensiero la mattina e l'ultimo prima di coricarmi in questa topaia sperduta tra le lande della Russia. Qui fa così freddo che mi si gela anche l'anima, ma a scaldare il mio cuore sei tu. Sogno di poterti abbracciare ancora, così come sogno di poter vivere con te sulle spiagge assolate dell'Argentina.
La guerra contro la Russia prosegue a rilento e i miei soldati sono stanchi e spossati. Il maggiore Von Hannenberg non è per nulla fiducioso. Ma da quando lui è speranzoso?
Ma ora non voglio annoiarti con questo argomento terribile e non voglio farti stare troppo in pensiero; so che per te è difficile, ma non temere per me. Per questo voglio farti una richiesta particolare...
Al mattino, quando apri la finestra della tua camera, guarda verso l'orizzonte e ammira il sole che sorge. Un giorno, non troppo lontano, mi vedrai apparire tra i primi raggi di sole.
Ti amo.... sei la mia vita.
Il tuo Viktor.

Appena finii di leggere la lettera, avvertii il bisogno di piangere. Mi mancava da morire, avevo una voglia sfrenata di partire per la Russia. Strinsi la lettera e la portai al cuore. Non entrai in casa e mi recai al fiume, volevo restare solo.

Il conflitto del cuoreWo Geschichten leben. Entdecke jetzt