[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy Jackson

26. La promessa (P)

Correvo. Correvo. Correvo. E correvo.

Ma poi, perché cavolo stavo correndo?

La sabbia della spiaggia mi entrava nelle scarpe e mi si appiccicava ai vestiti, ma non era sufficiente a fermarmi. Neanche ci riuscivo. Avevo la sensazione di star cercando qualcuno... ma non avevo idea di chi. Dei, era una situazione così stupida... perché non ero alla grotta con Calipso? Era lei che stavo cercando?

D'improvviso mi sentii chiamare. E finalmente riuscii a fermarmi. «Calipso...?» mormorai incerto.

Per un lunghissimo momento l'unico rumore che sentii era quello delle onde che si infrangevano sulla spiaggia. Poi la voce mi chiamò di nuovo, e capii che proveniva da dietro di me.

Mi girai. «Calipso!» la chiamai, aspettandomi di trovarla dietro di me.

Ma quella, decisamente, non era lei. Seduta sulla sabbia, a meno di un metro di me, c'era Alex.

I capelli neri erano legati in una coda disordinata. Indossava la maglietta del campo e una felpa rossa troppo grande per lei -ci misi un attimo di più a capire che una di quelle che avevo lasciato al Campo. Gli occhi blu erano fissi sull'orizzonte... ed erano molto gonfi. Giocherellava con la collana di perle che portava al collo... ma quella che si rigirava tra le dita non era una perla. Era un tridente in miniatura. Dove l'aveva preso? «Percy...» mi chiamò di nuovo, la voce che tremava.

La raggiunsi, il cuore in gola. Mi inginocchiai vicino a lei e allungai una mano per toccarla... ma non ci riuscii. La mia mano le passò attraverso, come se fossi un fantasma. «Dove sei?» aggiunse mormorando, stringendosi le ginocchia al petto «Percy...»

«Alex, sono qui» le risposi disperato. Non avrei voluto altro che stringerla a me, ma non potevo.

La lacrima che le vidi scendere sulla guancia mi strinse il cuore in una morsa talmente dolorosa che mi fece mancare il fiato. Strinse con più forza il piccolo tridente. «Hai promesso» disse con un piccolo singhiozzo.

«Alex-»

«Hai promesso...»