40. Mio

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Corremmo finché non fummo esausti

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Corremmo finché non fummo esausti. Rachel ci teneva alla larga dalle trappole, ma non avevamo nessuna meta in mente, a parte fuggire via da quella montagna scura e dal ruggito di Crono.

Ci fermammo in un tunnel di umida roccia bianca che sembrava far parte di una grotta naturale. Non udivo niente alle nostre spalle, ma non mi sentivo affatto più sicura. Avevo ancora in mente quegli occhi dorati e innaturali sul volto di Luke.

Quella minuscola parte di me che sperava che il Luke di un tempo esistesse ancora era stata completamente e definitivamente annientata. Il Luke che mi aveva insegnato a combattere, che mi aveva tenuta per mano le notti in cui non riuscivo a dormire, che mi aveva insegnato a non aver paura del buio... non c'era più. Era morto

La lacrima che mi lambì la guancia sinistra era quella della bambina che gli aveva voluto bene come si poteva voler bene ad un fratello.

«Non ce la faccio più a correre» boccheggiò Rachel, stringendosi le braccia al petto.

Annabeth crollò a terra e seppellì la testa fra le ginocchia. I suoi singhiozzi riecheggiarono nel tunnel. Mi inginocchiai vicino a lei e le posai una mano sulla spalla; lei alzò il capo e mi fissò, gli occhi grigi pieni di lacrime. La profezia riguardava Luke, ora lo sapevamo entrambe. «Beth...» la chiamai con voce roca. Mi si buttò tra le braccia e si aggrappò alla mia maglietta, singhiozzando più forte. La strinsi a me, asciugandomi le lacrime. «Mi dispiace...» sussurrai addolorata.

Percy e Nico si sedettero vicino a noi. Il secondo poggiò la spada accanto a Vortice e fece un respiro tremante. «Che schifo» esclamò, riassumendo benissimo la situazione.

«Ci hai salvato la vita» dissi Percy.

Lui si ripulì la faccia dalla polvere. «È merito di Alex. E' stata lei a convincermi a venire lì»

Percy fece una smorfia un po' strana, lanciandomi un'occhiata. Accarezzai la testa di Annabeth mentre lui perlustrava la caverna con la luce della torcia. L'acqua gocciolava dalle stalattiti come pioggia al rallentatore. «Nico... ecco... mi sa che ti sei tradito» gli disse.

«Che vuoi dire?»

«Quel muro di pietra nera è stato impressionante. Ma se Crono prima non sapeva chi eri, adesso non avrà dubbi... un figlio degli Inferi»

Nico aggrottò la fronte. «Sai quanto me ne importa»

Sospirai. «L'avrebbe scoperto comunque, prima o poi» dissi stancamente dopo essermi schiarita la gola «Nico sta venendo al Campo con noi e Lu... ehm... insomma, lì c'è una spia»

Annabeth sollevò la testa, staccandosi delicatamente da me. Aveva gli occhi rossi dal pianto. «Cosa... cos'aveva Luke? Che cosa gli hanno fatto?»

Percy ci raccontò quello che avevo visto nella bara, il modo in cui l'ultimo brandello dell'anima di Crono era entrato nel corpo di Luke quando Ethan Nakamura aveva giurato fedeltà alla sua causa. Praticamente confermò quello che già avevo capito vedendo le sue iridi dorate e l'arma di Crono che brandiva. «No» fece Annabeth senza fiato «non può essere vero. Lui non-»

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora