37. Miami Frizzi

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Dei, il cielo mi era proprio mancato

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Dei, il cielo mi era proprio mancato. L'aria fresca mi accarezzò gentilmente la pelle, e io mi lasciai scappare un sospiro beato. Ero nel mio elemento e stavo da dio.

Lo stesso, però, non potevo dire dei miei compagni di viaggio. Percy, Rachel e Nico stavano piombando in picchiata verso la valle e i dirupi rossi. Annabeth aveva capito come funzionava: aveva spalancato le braccia, e riusciva più o meno a mantenersi in quota. Il figlio di Ade era il più vicino; mi abbassai e gli afferrai un braccio. «STENDILE!» gridai.

«COSA?!» gridò lui di rimando.

«STENDI LE BRACCIA!» ripetei «ANCHE VOI!»

Mi obbedirono tutti e tre nello stesso momento: le ali si spiegarono, colsero il vento e la loro discesa rallentò. Puntavano sempre verso il basso, ma ad un'angolatura controllata. Percy, sotto di me, sbattè una volta le braccia. Disegnò un arco nel cielo e rise come un maniaco, emettendo un grido di gioia.

Lo osservai divertita. Ci prese la mano in fretta; riuscii addirittura a raggiungermi, rivolgendomi un sorriso talmente luminoso che mi tolse il fiato. «Ehi, bellezza» mi salutò «vieni qui spesso?»

Ridacchiai stupidamente, sentendo le guance che si scaldavano. «Ti piace volare, eh?»

«E' fortissimo» rispose. Fece un'altra piroetta a mezz'aria, ridendo. «Come fai ad andartene in giro camminando? Se fossi in te non farei altro che volare»

«Offendo mio padre un po' troppo spesso per farlo» replicai «e a proposito del mio carissimo papà, ci conviene scendere. Le ali non dureranno per sempre, e per te volare non è sicuro»

Cominciammo a planare verso il Giardino degli Dei. Volteggiammo tutti e cinque sopra la valle, superammo una strada e atterrammo sulla terrazza del centro visitatori.

Era tardo pomeriggio e il posto era semivuoto, ma si sfilarono lo stesso le ali il più in fretta possibile. Quando lanciai un'occhiata a quelle di Nico mi resi conto che i sigilli autoadesivi che servivano ad applicare le ali alla schiena si stavano già sciogliendo e le piume di bronzo avevano cominciato a staccarsi. Ci sembrò un peccato, ma non sapevamo aggiustarle e non potevamo nemmeno lasciarle in giro a disposizione dei mortali, perciò le infilammo nel cassonetto davanti al bar. «Tu sai volare» mi disse Rachel meravigliata.

Le lanciai un'occhiata. Nei suoi occhi verdi lessi una certa ammirazione... e anche una piccola dose di qualcosa che conoscevo fin troppo bene: gelosia. Mentre planavamo verso il Giardino degli Dei era appena sopra me e Percy, quindi aveva sentito come mi aveva apostrofata lui. E sospettavo che la scorsa notte non stesse dormendo, quindi supponevo che avesse origliato la conversazione che io e lui avevamo avuto -e magari ci aveva pure visti mentre ci scambiavamo quel (meraviglioso) bacio.

Oppure semplicemente era invidiosa del fatto che riuscissi a volare senza l'ausilio delle ali. Chi poteva saperlo. «Sì, so volare» mi limitai a rispondere con un'alzata di spalle.

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang