Golden Cage

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Sbatte le grosse mani sul volante e l'impatto con il cuoio lavorato è secco e arrabbiato quando risuona, gelido, nell'abitacolo della macchina ferma in pole position al semaforo rosso. Levi non lo sa il perché, ma gli ricorda il suono di un elastico che, liberatosi della tensione che lo tiene disteso, schiocca infastidito per tornare alla sua posizione originale. Ed Erwin è davvero infastidito, tutto di lui urla di una profonda irritazione; la linea della mascella è tesa, contratta e marcata, le sopracciglia aggrottate e sulla bocca sottile porta una smorfia di disgusto misto ad ira che gliela storce in maniera quasi grottesca. Qualche ciocca color grano sfugge alla passata di gel che le tiene solitamente ferme nella sua classica acconciatura ben impostata e gli ricade sulla fronte, intaccata da profonde rughe d'espressione, e sugli occhi stanchi di chi ha trascorso una notte quasi insonne. Il corvino ha perso il conto di quante volte il marito si sia passato nervoso le mani nei capelli dopo averne contate una ventina; piuttosto si è limitato a fissare la presa ferrea sul volante che gli fa sbiancare le nocche.

"Porca puttana, Levi, che cazzo! Te l'ho detto mille volte che devi aprire la tua bocca e parlarmi prima di prendere decisioni, non fare come cazzo ti pare e trascinarmi nella tua merda! Non ci arrivi proprio, eh?"

Levi non ha mai smesso di avere paura e di farsi piccolo davanti a quegli scatti, nonostante il calendario già segni poco più di cinque anni dalla data del loro matrimonio e la verità è che, come tutte le volte che Erwin si arrabbia in quel modo apparentemente sconsiderato ed esagerato, a lui sembra davvero di non aver fatto nulla di male o di irrimediabilmente cattivo. Ma il biondo lo ama, lo ama tanto e glielo ripete dopo quelle liti, poi magari gli porta un mazzo di girasoli – i suoi fiori preferiti – e gli consente addirittura di scegliere le posizioni in cui faranno l'amore quella stessa notte per dimenticarsi di aver alzato la voce l'uno con l'altro. Allora lui lo perdona e ci crede davvero che Erwin faccia tutto quello per il suo bene, anche se a volte gli è difficile riuscire a comprenderne le motivazioni.

Non lo sa Levi dove ha sbagliato anche questa volta e i suoi pensieri frenetici gli paiono più rumorosi del singhiozzo che il motore della grossa Audi A8 romba non appena la luce verde del semaforo gli dà il via e gli impone la marcia, avidi di trovare una soluzione a quell'enigma. Splende un Sole quasi primaverile e insolitamente tiepido in quel pomeriggio di febbraio, i raggi timidi scaldano l'asfalto della strada statale che hanno imboccato non appena si sono lasciati alle spalle la superstrada che collega Rotterdam a L'Aia e fanno brillare le carrozzerie metallizzate delle autovetture. Mancano poco più di dieci minuti al loro arrivo, ed Erwin gli ha borbottato, urlato e inveito contro per tutta la durata del viaggio. Lui non si è ancora mai permesso di replicare, nonostante inizi ad avere le orecchie sature di tutto quel gridare e il panico inizi a fargli formicolare il corpo e ad aumentare la frequenza del suo respiro. Deve rimanere concentrato, svuotare la mente e imporsi rilassatezza per mantenere la calma che gli consente di non cedere alla fame d'aria che potrebbe pugnalarlo alle spalle da un momento all'altro. Glielo ha insegnato sua madre come fare a non farsi strumentalizzare dall'ansia.

Quanto ama quella donna. La ama talmente tanto che non vuole che si preoccupi per lui, e allora abbassa il parasole posto al di sopra del parabrezza e si dà un'occhiata veloce al piccolo specchio rettangolare per controllare che il correttore che quella mattina ha passato sulle profonde occhiaie che gli segnano lo sguardo metallico, sia ancora al suo posto e le copra a dovere. Erwin ha borbottato nervoso tutta la notte e proprio non è riuscito a riposare, nonostante siano soliti dormire in stanze diverse dopo le loro litigate e a Levi tocchi sempre il divano. È piuttosto scomodo e la mattina dopo gli fanno male le ossa, per questo spera che il marito accetti la sua offerta di comprarne uno nuovo, magari un divano letto come si deve, quando potranno finalmente trasferirsi nella nuova casa ad Amsterdam fra un paio di mesi. Il biondo gli ha detto che è davvero grande e bella, e anche se lui non l'ha ancora vista, si fida sulla parola. Aver sposato un agente immobiliare dovrà pur avere dei vantaggi, pensa, e le case che vende Erwin sono davvero sempre impeccabilmente stupende e curate nei minimi particolari. Gli ha chiesto più volte ultimamente poterlo aiutarlo nell'arredarle e di portargli qualche cliente perché i suoi incarichi scarseggiano, ma il biondo ha sempre rifiutato la sua offerta.

Pitch Black - Ereri/RirenWhere stories live. Discover now