Inferno e paradiso

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Ricordo ai lettori che per le tematiche trattate nella fic, la storia è adatta ad un pubblico adulto.
Sperando di non offendere nessuno auguro buona lettura.


Nel suo maniero lontano dal mondo, protetto e al sicuro, il Signore Oscuro, rifletteva sulla sua scelta, e dai lineamenti distesi si denotava la sua soddisfazione.

Aveva nuovamente "raggirato"  la morte.

Distrattamente accarezzava il capo della sua Nagini, ora niente e nessuno l'avrebbe potuto fermare, sarebbe vissuto per sempre.

Il grosso rettile sembrò parlargli, infatti sibilò e lui rispose

- Potrebbe Nagini, ma è perduto. Di esso non si sa nulla dalla notte dei tempi, tranquilla. Nessuno di loro sa realmente quello che sono e quello che saranno.. -

Mentre la luce tremula del tramonto filtrava attraverso i pesanti tendoni, un sorriso bieco si disegnò sul suo volto diafano.


Draco aveva insonorizzato la stanza, e lei aveva notato il gesto veloce del polso, nonchè l'espressione adirata.

Hermione lo fissava rabbrividendo dentro, non avrebbe abbassato lo sguardo, nè fatto vedere che lo temeva.
Ma la verità era che aveva paura.
Di lui sapeva che era crudele e senza cuore, e temeva che quella crudeltà si riverberasse anche a letto. Percepiva la sua rabbia e la sua irritazione, senza contare che lei per lui era meno di niente, e queste non erano premesse promettenti.
Immagini di sadismo estremo le balenarono nella mente per un attimo.
Il cuore le batteva impazzito, le palme delle mani erano sudate, solo una cosa le impedì di cadere nel panico: l'orgoglio.

Con le dita tremanti cominciò a slacciarsi l'abito, si mosse lenta, quasi sperasse che l'uomo ci ripensasse, in fondo aveva detto chiaramente che la disprezzava, e non voleva sporcarsi con lei.

Dal suo canto con gesti secchi Draco si stava sfilando la camicia dai pantaloni, dopo averla sbottonata, poi la lanciò sulla sedia con un gesto brusco, che denotava tutta la sua irritazione.

La donna avrebbe rimpianto il giorno che era nata.

Voleva insegnarle il rispetto, l'aveva reso ridicolo agli occhi dei mangiamorte, sicuramente li aveva attizzati per fargli dispetto.

Fece scorrere la zip del pantaloni e quel rumore fu come una stilettata per la giovane moglie.

Che infatti si bloccò con gli occhi fissi sulla cerniera che scendeva, arrossendo agitata.

Con la coda dell'occhio vide Hermione tendere tutti i muscoli, irrigidirsi, quasi tremare impercettibilmente, alzando però lo sguardo notò quello fiero di lei che sembrava sfidarlo, e questo lo irritò ulteriormente.
Era rimasta una grifona insolente che non sapeva stare al suo posto.

L'istinto era di schiaffeggiarla, farla implorare di fermarsi, poi un idea si fece strada, avrebbe usato il sesso, visto che sembrava metterla a disagio.

Avrebbe unito l'utile al dilettevole, in fondo non sarebbe stato l'unico purosangue che godeva delle grazie di una schiava, perchè lei quello era per lui, poco più che una serva.

"Piccola, impudente" pensò, mentre nervosamente si portava la mano nei serici capelli.

Si sfilò pantaloni ed intimo, rimanendo nudo alla vista della grifona, che vergognandosi,  distolse lo sguardo girando il viso dall'altra parte.

Serva di un solo padrone || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora