Sacrificio

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La primavera si stava inoltrando settimana dopo settimana.

Il sole scaldava con raggi tiepidi la terra, che sembrava tornare lentamente alla vita.

Ma da parte di Piton e Voldemort nessun controllo sulle gestanti, di loro non si sapeva nulla, né quando sarebbero riapparsi.

Vuoi l'aria frizzante, vuoi il nervosismo che accompagnava questa attesa, ma al manor tutti sembravano nervosi.

L'assenza di quella che era ormai divenuta una sorta di routine dava da pensare. E non sempre la mancanza di notizie significava buone nuove. Di questo tutti erano convinti.

Con l'Oscuro non si poteva mai sapere, e tanto meno abbassare la guardia.


Le siepi erano fiorite e dal boschetto vicino arrivavano ai loro orecchi i canti festosi degli uccellini, che nidificavano.

Draco con varie scuse, alcune anche banali, evitava di stare al Manor  più del necessario, quasi che quel posto a lui caro lo soffocasse.

Solo Narcissa aveva una vaga idea del perchè disertasse i pranzi o le cene, infatti lui evitava di incrociare il suo sguardo, che era pieno di disapprovazione.

Per la madre il suo comportamento era al limite dell'accettabile.

Ad Hermione poco importava, perplessa dai suoi sogni, appena poteva, prendeva un libro e sgattaiolava sotto un albero in fiore e si perdeva nelle sue pagine.

Si rifugiava in quel mondo dove poteva far finta di essere libera.

A parte che più lui le stava lontano meglio stava, perché sesso a parte, che ormai latitava da parecchio, lui era un maestro per umiliarla ed offenderla in tutti i modi.

Quindi tutto sommato non le spiaceva il suo atteggiamento. E leggere, poi, era un modo per estraniarsi da tutto quello che la circondava.

Era assorta nella sua lettura, quando un elfo venne a riscuoterla dal suo mondo incantato, a malincuore lasciò la sua isola felice, chiuse il libro e lo seguì.

Rientrando, mentre passava davanti alla sala degli allenamenti,  dallo spiraglio della porta socchiusa vide dei movimenti che attirarono la sua attenzione.

Affascinata, si fermò ad osservare.

Si avvicinò in silenzio ed ammirò i gesti fluidi ed eleganti di suo marito, che sembrava combattere contro un ipotetico rivale.

Con indosso un pantalone di tuta nero, legato in vita da un nastro argento, a torso  nudo, con il sudore che brillava sulla pelle, Draco si allenava.

Salti, piroette, rotolamenti, affondi di spada, tutto in un movimento armonioso che attirava lo sguardo.

Sembrava che l'eleganza fosse nata con lui, e lo osservò per un breve momento affascinata.

Almeno finchè una voce tagliente non la fece sobbalzare, facendola arrossire perchè colta in flagrante a fissarlo.

- Spii il tuo nemico o invece ti piace quello che vedi? Dure a morire le brutte abitudini, "sangue sporco"- L'apostrofò con duro sarcasmo.

Intimamente compiaciuto di averla beccata a fissarlo.

L'aveva vista riflettersi in uno dei tanti specchi che rivestivano le pareti e per qualche minuto aveva continuato a muoversi tenendola d'occhio, prima di fermarsi.

La cosa lo aveva lusingato e le aveva concesso di ammirarlo impunita.

Anche se abituata ai suoi modi arroganti, in quel momento sentirsi appellare così la fece star male.

Serva di un solo padrone || dramioneWhere stories live. Discover now