Il dolore del perdono

2K 66 67
                                    

L'Oscuro non nascondeva la sua rabbia, tanto che ci fu un fuggi fuggi generale di elfi, che andarono a nascondersi prontamente.

Fissava tutti astioso, sentiva la paura che scorreva tra i presenti, che immobili davanti all'uscio aspettavano notizie.

Sapeva che temevano la sua reazione.

Un unico pensiero travolgeva i presenti, ma avevano timore di dargli voce, la speranza che lei si riprendesse ed eliminasse quel folle.
Cercavano di non palesare quel desiderio recondito evitando che lui lo percepisse.

Il Lord era preso da altri interessi, inondato dalla sua stessa ira, non fece caso a quel pensiero comune.

La voce fredda tuonò pericolosa.

- L'avete trovata, ma non mi complimento con voi, visto lo stato in cui versa. -

I Malfoy si erano compattati, uniti e pronti a qualsiasi evenienza.

Poi quasi schifato, ma ansioso disse

- Il bambino è ancora vivo? -

- Si - rispose secco Draco, che percepiva le sue parole come una minaccia e nemmeno tanto velata.

- Bene, sono passate solo poche ore dalla sua nascita vero? – I suoi occhi brillavano di sinistra aspettativa. E senza attendere conferma - Voglio il meglio per lui Severus, affianca i medimaghi, confido in te, sai cosa devi fare. -

I presenti gelarono, mentre Piton, senza esternare la minima emozione, annuì inchinandosi ed entrando nella stanza.

Sapeva cosa voleva il Lord, ma lui per quanto possibile avrebbe cercato di impedire quello scempio. Tuttavia non aveva scelta.
Anche lui come gli altri era una marionetta in mano al burattinaio.

Non aveva in mente come, ma confidava nel suo cervello.

Sapeva che si stava arrampicando sugli specchi.

Quando entrò, vide il piccolo sospeso in una bolla argentea, che sembrava pulsare debole, proprio come la sua vita.

Era un piccolo e debole germoglio.

Si guardò in giro, i medimaghi si affannavano intorno alla puerpera, non degnandolo di attenzioni.

Bene, era meglio così!

La Granger era priva di conoscenza, forse in un sonno indotto.

Dall'aspetto si evidenziava sembra ombra di dubbio che la sua vita era appesa ad un filo sottile, quasi fosse tessuto da un ragno, tanto che un lieve buffo di vento avrebbe potuto distruggerlo.

Non gli era mai stata particolarmente simpatica, ma ammirava la sua determinazione ed il suo coraggio, non meritava tutto questo. Purtroppo il destino del piccolo era irrimediabilmente segnato e lui non poteva evitare il triste epilogo.

"Spero che tu possa perdonarmi e un giorno comprendere il mio gesto, e capire che non ho avuto scelta. E poi, in fondo è la cosa migliore. Non si può permettere a quel pazzo di usare il piccolo per raggiungere l'immortalità."

Poi si girò e con un gesto impercettibile della mano, mentre bisbigliava una litania, fece in modo che la bolla perdesse lentamente lucentezza.

Il suo pulsare flebile piano piano si spense.

Quando smise di brillare i medimaghi accorsero agitati, lo spinsero via, facendolo bruscamente da parte.

Frenetici, usarono ogni incantesimo possibile, ma quella piccola vita era volata via, in silenzio proprio come era venuta al mondo.

Serva di un solo padrone || dramioneWhere stories live. Discover now