☙ 9.

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"Sono così fiera di te!"

Il sorriso di Somi non era mai scomparso nell'ultima ora.

Dopo che le avevo raccontato del mio scatto di debutto, si era messa a complimentarsi così forte che perfino l'intero café si era voltato verso di noi.

Lei arrossisce, contraendosi sulla sua sedia. "L'emozione è apprezzata, Somi." la rassicuro.

Improvvisamente si avvicina. "Ho sempre saputo che avresti fatto successo. Un giorno, sapevo che avresti brillato."

Ingrandisco il mio sorriso. "E' il tuo supporto, Somi, che mi ha aiutato finora." sospiro. "Tutti gli altri erano convinti sarebbe stata una 'brutta carriera'."

"Sono contenta che tu non li abbia ascoltati, Sora." dice mia sorella, sorseggiando il suo tè. "Perchè guardati adesso. Una stella."

"Non ancora, però." la correggo, toccando la mia tazza. "Sono stata solo in una rivista. Ho ancora tanta strada da fare."

"E la farai." mi promette Somi, come se stesse prevedendo il mio apparente futuro.

"Posso solo sperarlo." dico, prendendo un sorso del mio caffè. "Allora, le bambine sono ancora a scuola?"

"Per un'altra mezz'ora." aggiunge Somi. "Ho ancora un po' di tempo prima di andare a prenderle."

"Non può farlo Chanyeok?" chiedo, appoggiando la tazza.

"Sta lavorando a un caso importante adesso." risponde lei. "Torna a casa più tardi del solito ultimamente, con tutto il lavoro che ha da fare in tribunale."

"Lo vedo." i miei occhi si riducono in due fessure alla sua frase.

Chanyeok era un bastardo patentato ma dovevo ammettere che si impegnava nel lavoro. Lavorare sodo era quello che gli riusciva meglio e avrebbe fatto di tutto pur di vincere un caso.

Se solo lavorare per più di venti ore al giorno non lo rendesse uno stronzo nella sua famiglia. Chiaramente le sue figlie venivano messe da parte.

Somi mi nota accigliarmi. "Che c'è? All'improvviso ti sei irritata."

"Io...semplicemente non riesco a capire come hai fatto a vivere con lui per dieci anni."

Mia sorella mostra un sorriso debole. "E' quello con cui sono fuggita. Non penso di volerlo lasciare adesso."

Lamentarsi interiormente non mi rende buona, ma lo faccio comunque.

Perchè non se n'è mai sbarazzata?

Sora, perchè non la smetti? E' la sua vita, non la tua.

"Ad ogni modo, Somi." sospiro, finendo il mio caffè.

Jin ci raggiunge, una mano sulla vita. "Gradireste qualcos'altro?"

"No, siamo apposto," gli dico. "Facci avere il conto."

"Ho visto la tua faccia in quella rivista," pronuncia Jin, pescando un quadernino. Ci scarabocchia sopra qualcosa e strappa il foglio.

Afferro il pezzo di carta che mi porge. "Non sapevo avessi letto questo tipo di cose."

"Non l'ho fatto." risponde lui. "Ma l'ho visto mentre compravo alcune cose. E beh, hai spaccato."

"Grazie, Jin." dico, sorridendogli. Cerco il mio portafoglio per i soldi ma sembra che quella borsetta si sia mangiata tutto.

"Pago io." si offre Somi, tirando delle banconote dalla sua borsa.

La vergogna mi attraversa. "Te li ridarò." sbotto io.

"Quante volte devo dirtelo? Sei mia sorella, non devi ripagarmi."

"Hmph."

"Passate una buona giornata, ragazze" dice Jin, tornando dietro al suo bancone per servire un nuovo cliente.

"Allora, dimmi," inizia Somi con un piccolo sorriso in volto. "Com'è il tuo capo?"

Sollevo la testa."Taehyung?" tamburello con le dita sul tavolo in legno. "Lui è...non lo so."

"Che intendi?"

"Beh, è molto...è molto strano."

Rilascio un sospiro. "All'inizio era tutto sorrisetti e risate sensuali e poi il suo umore cambia così-" schiocco le dita. "E' come se fosse bipolare o altro."

"Sono sicura che sia solo per il tuo ritardo il primo giorno," risponde Somi. "Ad esempio so che nemmeno Chanyeok tollera i ritardi."

"E poi mi ha chiesto di pranzare insieme, il che è carino, veramente ma-"

"Un momento, sei stata ad un appuntamento con lui?"

Ridacchio. "Non lo chiamerei così. Lo avevo incontrato solo una volta prima."

"Ma comunque," rimugina mia sorella. "E' stato carino?"

"Apparte che ha cercato di farmi mangiare dell'insalata, è stato carino."

Somi ride. "Oh Dio."

"Ma è stato dolce. Mi ha ascoltata mentre gli parlavo della vita in generale e..." scrollo le spalle. "Sì insomma."

"Sembra che ti piaccia la sua compagnia," pronuncia Somi, sorridendo ampiamente.

Sbuffo. "Ha i suoi difetti." canzono io.

Somi lancia un'occhiata al suo orologio da polso e poi a me. "Devo andare adesso, Sora." afferma triste.

"D'accordo," dico, alzandomi. "Ti chiamo a qualche ora, dopo."

"Okay, sorellina." risponde lei, uscendo dal café con me al seguito.

Somi mi porge dei soldi. "Per tornare a casa." dice.

Sospiro, annuendo. Ci scambiamo i nostri saluti, io vado verso un taxi e Somi in un altro.

Il viaggio verso casa è tranquillo. Esco dall'auto, porgendo al tassista la giusta cifra, per una volta.

Arrivo al mio appartamento, sbattendomi la porta alle spalle.

Erano solo le quattro del pomeriggio, quindi decido di ordinare presto da asporto e mi metto comoda sul divano, accendendo la televisione.

Il cibo arriva il circa venti minuti, e io riesco a trovare alcuni won sparsi in giro. Pago il fattorino e ritorno sul divano, lanciandomi.

Guardando alcuni programmi, la mia mente si sposta in un altro posto.

Sembra che ti piaccia la sua compagnia.

Sbuffo, scolandomi una bottiglia di coca-cola.

Il resto della serata passa sfocata e mi addormento velocemente, ignara di quello che sarebbe successo il giorno seguente.

-

Mi alzo presto questa volta, anche se questo non mi rende meno energica.

Non c'erano nuovi messaggi da parte della segretaria di Taehyung. Nessun servizio fotografico a sorpresa, quindi. Grazie a Dio.

Esco dalla mia camera, rendendomi conto del casino che avevo lasciato sul divano ieri.

Un brusco bussare risuona dalla porta, fermandomi dal raccogliere i rifiuti.

Eh?

Raggiungo la porta. Non ho lo spioncino in essa, quindi non posso vedere chi è.

Spalanco la porta.

E in piedi trovo Kim Taehyung.

-

Wild Thoughts | Taehyung ✓ (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now