"Immagina"- Daniel Sharman

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Finalmente eri arrivata a casa, eri stanchissima dopo quella stressante giornata di lavoro. Il cielo era ormai quasi del tutto buio e non vedevi l'ora di spogliarti e metterti addosso qualcosa di più confortevole e caldo degli indumenti che stavi indossando. 

<<Ehi, Dan! Sono a casa!>> avvisasti il tuo fidanzato che eri finalmente a casa. Ti togliesti il cappotto e lo lasciasti nell'armadio all'ingresso. Poi ti facesti strada verso il salotto dove trovasti il tuo fidanzato Daniel seduto sul divano con il computer sulle gambe.

Ti avvicinasti al ragazzo che ti venne incontro abbracciandoti: <<Mi sei mancata. Come è andata oggi a lavoro?>> ti disse dandoti un bacio sulle labbra. Tu sorridesti e cercasti di rispondergli, ma subito notasti che Daniel aveva dei tagli, rossi dal sangue, in faccia. Ti allarmasti subito.

<<Daniel! Ma che cosa hai fatto al viso?! Sei pieno di graffi e sangue? Che cosa è successo?!>> chiedesti agitata. Il ragazzo cercò di evitare il tuo sguardo e sbuffò: <<Niente amore...ho solo fatto un incidente mentre andavo a lavoro>> disse con tranquillità.

Spalancasti gli occhi: <<Come hai fatto un incidente?! Stai bene? Cosa è successo, sei andato a sbattere? Perché non mi hai chiamato subito?! Sei andato a controllarti in ospedale?>> chiedesti preoccupatissima mentre accarezzavi il viso al ragazzo facendo attenzione a non toccare le ferite. <<Nulla, stamattina la strada era scivolosa per il temporale e la macchina ha sbandato. Sono andato a sbattere contro un albero lateralmente e un ramo mi ha rotto il finestrino; alcuni pezzetti di vetro mi hanno ferito il viso, ma niente di che...>> ti spiegò Daniel. Dopo quello che ti aveva detto ti agitasti ancora di più: <<Non ti sono andate schegge negli occhi, vero? Cosa ti hanno detto in ospedale, sei andato in ospedale a farti visitare, no? Maledizione, Daniel! Perché non mi hai chiamato?!>> dicesti arrabbiata e preoccupata. Il ragazzo cercò di calmarti e ti abbracciò: <<T/N, davvero, non è successo nulla. Sto bene, sono riuscito a guidare sino a lavoro e li ho tamponato un po' le ferite, non è successo niente di che, sto bene, davvero. Dopo lavoro sono andato a lasciare la macchina al meccanico e poi ho preso la metro per tornare a casa. Tutto qui. Non c'era bisogno che ti disturbassi>> disse accarezzandoti il viso. 

Abbracciasti forte il tuo ragazzo. <<Per favore, la prossima volta avvisami se non vuoi farmi morire di infarto! Non voglio tornare a casa e trovarti con qualche arto rotto o cosa...>> il ragazzo rise, tu invece continuasti a guardare i tagli che aveva sulla guancia: <<Ma guarda cosa ti sei fatto...sei sicuro di non avere schegge di vetro nella pelle?>> chiedesti ispezionando le ferite con attenzione. Il ragazzo volse gli occhi al cielo scherzosamente: <<Ma no, T/N, sono sicuro, è tutto apposto, davvero>>. <<Va bene, se lo dici tu>> dicesti.

<<Allora cosa vuoi mangiare stasera? Vuoi andare fuori o ordiniamo una pizza o quello che vuoi tu>> disse Daniel guardandoti negli occhi. Tu cercasti di seguire il suo discorso, ma eri ancora concentrata a guardare le feritine che aveva sul viso. Il ragazzo se ne accorse e ti riprese: <<<T/N, vuoi smetterla di guardare quei graffi insignificanti per favore?!>>. <<Come faccio, Daniel! Guarda, sono dei graffi enormi! Il tuo povero visino...>> dicesti accarezzando la guancia del tuo fidanzato. <<Per favore. Quante volte devo dirtelo, non mi sono fatto nulla sto bene! Ora pensiamo a cosa mangiare stasera, sono già le otto>>. Annuisti. <<Ordiniamo una pizza, chiamo io, non preoccuparti>>. Daniel annuì e tornò a lavorare sul suo computer.

Dopo aver mangiato le vostre pizze, vi metteste entrambi sul divano, uno vicino all'altra mentre guardavate una commedia romantica. <<Allora, non mi hai ancora detto come è andata la tua giornata a lavoro>> esclamò il tuo fidanzato. Tu, con lo sguardo ancora sullo schermo della televisione, rispondesti: <<Come al solito, niente di speciale; riunioni, incontri con i clienti, tribunali, niente di che...>>. Il ragazzo annuì. <<A te non lo chiedo invece, mi sembra già che sia andata come è andata...>> dicesti un po' ironica procurando una risata da parte di Daniel. Ridesti anche tu. 

<<Mi sei mancata un sacco>> ti disse il tuo ragazzo. Tu spegnesti la televisione e ti sedesti a cavalcioni su di lui. Iniziaste a baciarvi. <<Sei perfetto...>> gli dicesti. Lui ti sorrise: <<Non è vero, tu lo sei...sei la donna dei miei sogni e della mia vita>>. Riprendeste a baciarvi nuovamente. 

<<Che dici, andiamo a letto? Sono un po' stanca>> suggeristi e il tuo ragazzo annuì. 

Finalmente foste sotto le coperte a rilassarvi. Stavi per chiudere gli occhi per cercare di addormentarti appoggiata al petto di Daniel, quando lui parlò: <<T/N...sei ancora sveglia?>> chiese. Mugugnasti un "sì" e lui continuò: <<Posso farti una domanda? Però, ti prego, prendila seriamente>> a quelle parole ti spaventasti. Iniziasti a pensare a tutte le cose che potevi aver fatto di sbagliato e ti venne un'ansia assurda; chissà che voleva chiederti di tanto "serio". <<Sì...dimmi, mi stai facendo preoccupare, ma questa non è una novità>> dicesti facendo riferimento al tuo carattere eccessivamente apprensivo. 

Daniel proseguì:<< Pensi che io potrei essere un bravo padre?>>. Quella domanda ti spiazzò. Volevi ridere perché la trovavi alquanto bizzarra, ma estremamente dolce; ti chiedesti che cosa frullasse nella mente del tuo ragazzo a quell'ora della notte, ma avevi promesso di rispondere in maniera seria, così dicesti puramente ciò che pensavi:<<Ovvio amore. Perché me lo chiedi?>>. Il ragazzo tacque un attimo e poi ti rispose: <<Sinceramente...non so...cioè, la scorsa settimana ho incontrato un mio collega al parco mentre facevo jogging e lui era con suo figlio. Era un bambino di un anno, così piccolo e carino...e questo mio collega si divertiva così tanto a stare con lui, il piccolo lo abbracciava, poi sorrideva e cercava di camminare senza cadere, ma puntualmente non ci riusciva...era così carino e piccolo. E' un pensiero che mi gira in mente da un po', è una cosa strana...di cui non abbiamo mai parlato, ma... credo di volere un bambino>> sbarrasti gli occhi sorpresa. << Volevo sapere se anche tu la pensassi così. Insomma, sarebbe così bello avere un bambino tutto nostro da amare, di cui prenderci cura...non pensavo che avrei avuto questo istinto paterno così presto, ma è così...>> continuò il ragazzo. Trovasti ciò che aveva detto così dolce e puro. 

<<Amore, anche io voglio un bambino con te ovviamente! E sinceramente...non vedo l'ora!>> dicesti dolcemente. Il ragazzo sorrise e ti accarezzò la spalla: <<Sono felice che la pensiamo allo stesso modo. Insomma, stiamo insieme da un po' ormai e penso che sia giunto il momento di fare qualche passo importante, ma avevo bisogno di una tua conferma. Sono così felice che la pensiamo allo stesso modo! Ma ci pensi? Un piccolino tutto nostro, da abbracciare e baciare! I bambini sono così adorabili, così piccolini; poi ci sarà il suo primo bagnetto, i primi dentini che spuntano e i primi passi e anche la sua prima parola! Potrò accompagnarlo al parco e  giocarci insieme. Sono emozionato solo al pensiero>>. Ridesti ascoltando i programmi così dettagliati che stava facendo Daniel.

 <<E' tutto meraviglioso amore, ma ora è tardi, dobbiamo dormire o domani mattina ci sentiremo come uno straccio. Buonanotte>> gli desti un bacio sulle labbra. 

<<Ti amo>> ti disse Daniel e tu rispondesti a tua volta. 

<<Ah! E domani ti accompagno io a lavoro, visto che la macchina sta dal meccanico e non voglio che tu faccia altri incidenti, questo bambino non riuscirò a farlo da sola...>> dicesti ironica. Il ragazzo rise ancora dandoti un bacino sulla guancia.

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