35. Quando accadrà

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La cena al Doons è andata splendidamente, il cibo è stato abbondante ed altrettanti sono stati i sorrisi. Bene o male tutti hanno avuto l'occasione di parlare con Allen, il ragazzo è stato accolto con molto calore e i ragazzi l'hanno calorosamente invitato a tornare, specialmente dopo aver scoperto ch'è amico di Tommy.

Da allora sono passate due settimane, ormai è dicembre ed il freddo inizia a farsi sentire. Non rimpiango d'aver mostrato ad Allen l'orfanotrofio, in qualche modo tutto sembra diverso da quando l'ho fatto. Diverso in senso positivo, strano per quanto inusuale.

É quasi impossibile da spiegare, tutto sembra più limpido, più casuale e passeggero. Come se d'un tratto fossi tornata bambina. Allen sembra riversare nel mio stesso stato etereo, da be' ben prima di me.

Il suo è stato un lento arrivo, partito con l'aprirsi al suo passato. A piccoli passi e supportato da tutti i suoi amici è finalmente riuscito a bearsi di ciò che ha oggi, senza maledirsi per ciò che ingenuamente ha tolto.

Non penso supererà mai il senso di colpa verso sua madre, forse non così presto almeno. Spesso sua sorella non si è trattenuta in sorrisi e ringraziamenti verso di me, come se fossi io la causa del lento ricovero del fratello.

Non potrei che esser più in disaccordo con lei, non è e mai sarà merito mio. Allen sta lottando ogni giorno, Allen ha preso la decisione di andar avanti, è tutto merito suo. Sono molto fiera di lui, anche se ancora cerca di spingermi a passare più tempo possibile con mia madre.

Mi ha spiegato che in parte allieverebbe un po' del suo senso di colpa, vedermi insieme a mia madre in quelli che potrebbero esser i suoi ultimi giorni di vita gli ricorda in qualche modo strano sua madre.

Io non posso di certo lamentarmi, anche senza il suo supporto avrei passato molto tempo in sua compagnia. É tempo speso a ridere ma anche a lottare contro pesanti lacrime. É tutto così sbagliato e doloroso, quasi a livello fisico.

Un intensa morsa mi stringe il petto quando la vedo, mi toglie il fiato e fa' dannatamente male. Finché lei resterà nei miei pensieri, finché vedrò il suo viso pallido, ascolterò le sue parole sconnesse e vedrò i suoi attacchi, mi sembrerà di vivere costantemente fra il confine del purgatorio e il paradiso.

Ogni secondo con lei è un dono ed una maledizione. Mi sembra d'esser diventata bipolare, un altra malattia da aggiungere al mio curriculum. Lei mi ha chiaramente proibito di mettere in pausa la mia vita a causa della sua malattia, quindi le mie giornate sono un alternarsi fra momenti spensierati e picchi di depressione.

Naomi sembra diventata matta come me. Mi sta accanto e sopporta i miei pianti improvvisi, ride con me per qualche battuta stupida di Allen, per poi abbracciarmi quando l'improvviso senso di colpa mi assale.

Lo sento che siamo vicini, non manca poco alla sua dipartita. Forse è solo l'evidente frequenza con cui i suoi comportamenti bizzarri arrivano, ma è come se lo sentissi dentro di me. Mi sembra d'esser bloccata, inerme ed immobile sulla riva dell'oceano, all'orizzonte un enorme tsunami si fa sempre più vicino, giorno dopo giorno.

Oggi non fa' differenza.

Sono sulla solita spiaggia, solito cielo e solite persone. Come qualche mese fa' è già capitato, Landon ha insistito che tutti ci riunissimo in riva al mare, proclamando che "In giorni come questi non cavalcare le onde sarebbe un sacrilegio.".

La natura Californiana del ragazzo è la più accentuata del nostro gruppo. Con la tavola sottobraccio e il vento fra i capelli, quasi gongola difronte alle imponenti onde scure. Alle sua spalle Naomi prova in tutti i modi a fermarlo.

In questo periodo dell'anno l'acqua è molto fredda, oltre tutto oggi è una giornata particolarmente ventosa, in vista c'è pure una tempesta. Sarebbe da sconsiderati buttarsi in mare.

Come il cielo a mezzanotte Where stories live. Discover now