38. Come il cielo a mezza notte

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Il nero che mi circonda è straziante. Vestiti, accessori, umori ed espressioni.

É passata una settimana dalla morte di mia madre e finalmente stiamo commemorando il funerale, o meglio dire, abbiamo. La cerimonia è appena terminata, la bara sepolta e le lacrime versate.

Ora restano solo i parenti fastidiosi da assicurare.

É stata una cerimonia intima ma bella, io e mio padre ci siamo impegnati molto nei preparamenti, soprattutto lui. Ho dato una mano, ma i miei repentini cambi d'umore penso abbaino solo rallentato i lavori.

D'altra parte, le lacrime versate da me, sembrano nulla in confronto a quelle di mio padre. É un uomo distrutto, non l'ho mai visto tanto triste ed amareggiato. La situazione complessiva, come mia madre desiderava, ha portato me e Robert a riavvicinarci.

Finalmente mi sto' comportando da figlia. Per favore, nessun giudizio. Ho i miei tempi, forse diciotto anni sono un po' troppi ma sono una ragazza comoda, come mia nonna mi definiva.

«Condoglianze Kathryn, Robert», la voce stranamente tranquilla di Josh mi distrae. Dietro al bambino, lo zio Winne ci guarda con espressione desolata, persino il figlio sembra triste.

Mio padre stringe le mani ai due ed annuisce in ringraziamento, seguo il suo esempio. I due si allontanano, dietro di loro Naomi e la sua famiglia ci salutano.

«Condoglianze», sempre il solito giro, le solite gratificazioni e i soliti sorrisi falsi.

Ormai il freddo di dicembre brucia sulle mie braccia scoperte, punge e graffia. Il semplice vestito nero che Naomi mi ha obbligato ad indossare, svolazza e per qualche istante mi incanto a guardarlo.

Sempre più frequentemente nel corso di questa settimana, mi è capitato di incantarmi, persa nei miei pensieri. Non so se sia un effetto collaterale della malattia, o semplicemente una fase passeggera.

Ad ogni modo, per parecchi minuti mi disconnetto dalla realtà. Annuisco e sorrido, viaggiando in realtà con la mente, in posti lontani e diversi.

«Condoglianze», si fa' avanti Dominic, tra le braccia stringe una Kim piangente.

«Grazie», proferiamo contemporaneamente sia io che mio padre. Ci scambiano un veloce sguardo triste, prima di annuire ai due.

«Noi-noi, vi aspettiamo a casa nostra stasera. Robert, Kathryn, sarete sempre i benvenuti da noi». Kim si asciuga una lacrima e singhiozza fra una parola e l'altra.

«Grazie per l'invito, ci saremo». La donna annuisce sollevata, lancia un ultima occhiata alla tomba sotterrata e si allontana scoppiando nuovamente in lacrime.

Trattengo anch'io le lacrime, pensando a quanto in realtà Grace e Nana siano fiere in questo momento. Io e mio padre ci stiamo comportando in modo esemplare. Lancio un occhiata alle due tombe, vicine e decorate da numerosi fiori, e stranamente in qualche modo mi sento rincuorata.

«Condoglianze Kathryn». Jordan si fa' spazio, piegando il capo e prendendo la mia mano fra le sue. «Mi dispiace per tua madre, non ne avevo idea. Appena Emily mi ha accennato qualcosa sul funerale ho deciso di venirci anch'io», in uno slancio mi abbraccia e picchietta una mano sulla mia schiena.

Mi allontano imbarazzata sentendo lo sguardo confuso di mio padre addosso, sta parlando con un amico della mamma, quindi non mi preoccupo di dargli spiegazioni.

«Non l'hai portata qui, vero?», sgrano gli occhi e osservo il viso cesellato dell'uomo.

Annuisce leggermente e finalmente molla la mia mano. «Sono venuto con lei e Alex. Prima siamo passati a casa del loro amico, Tommy, concordando con i suoi genitori abbiamo deciso che sarebbe stato meglio se Emily e il ragazzino fossero rimasti a casa».

Come il cielo a mezzanotte Where stories live. Discover now