Capitolo 13

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Jaemin aprì gli occhi e si guardò intorno. Jeno non era più a letto e sembrava essersi fatto tardi.

Neanche Renjun era nei paraggi, quindi si alzò in piedi. Riusciva a vedere con la coda dell'occhio qualcosa sul comodino. Due post-it, entrambi incollati sulla fronte del pinguino dagli occhi luminosi, che aveva visto nella vetrina del negozio quando era uscito con Jeno, lo stava fissando. 

Si avvicinò, appoggiandosi sui gomiti e lo prese per l'ala, trascinandolo a letto. Afferrò il bordo di un biglietto e lo staccò con cura. 

"Ho detto a Ten che eri malato, quindi potresti prenderti un giorno di riposo. Sono andato ai corsi. Non preoccuparti, ci vediamo a casa. Riposati."

Sorrise e lesse il secondo.

"Lui é il mio assistente personale, Jeno. L'ho nominato responsabile delle tue cure e della rimozione di incubi e ricordi spiacevoli. Ogni volta che hai paura, prendilo tra le tue braccia e starai meglio." 

Jaemin fece un ampio sorriso mentre il suo cuore batteva all'impazzata per quanto fosse felice. Probabilmente il pupazzo era ciò che Jeno aveva comprato quando era uscito da solo il giorno prima. 

Afferrò l'animale di peluche e, come gli aveva consigliato il suo amico, lo abbracciò. Jeno aveva ragione.  Abbracciando il pinguino Jeno, gli mancava meno quello originale. 

Non era molto presto, ma era ancora mattina, quindi Jaemin decise che era un buon momento per lavare i vestiti. Gettò tutti i suoi vestiti nella lavatrice e aspettò, poi li mise ad asciugare.

Aveva già finito, ora che era entrato in casa si sentiva di nuovo solo. Non gli piaceva quella sensazione. Jeno sembrava riempire un vuoto molto più grande di quanto pensasse. 

Ammise che aveva paura di abituarsi troppo a Jeno in giro. A un certo punto, sapeva che Jeno se ne sarebbe andato. Forse sarebbe tornato con Mark e Haechan, o forse avrebbe deciso di vivere da solo. Quel che era certo era che una volta che la sua ferita fosse guarita, se ne sarebbe andato.

—A cosa stai pensando così intensamente, Na? —Renjun era seduto al tavolo di fronte a lui. 

—Non dovresti stare con Jeno? 

—Forse si. —  Fece spallucce per poi continuare. — Ma sembra che il mio ragazzo fosse molto preoccupato per te. E visto che sono un brav'uomo...

— Eri un brav'uomo. Sei un bravo fantasma adesso.— Renjun aggrottò la fronte. 

—Vuoi continuare a ricordarmi ogni volta, che sono morto? Lo so già molto bene! — Jaemin rise. —Comunque, volevo vedere come stai. 

— Sto bene, va tutto bene. — Renjun si accigliò.

—Ho provato a dirlo a Jeno, ma il fesso era ancora preoccupato. Ha davvero pensato di non andare a lavoro. —Renjun alzò gli occhi al cielo.— Poi ti ha lasciato quello stupido, orribile peluche, e per qualche motivo, a me sconosciuto, si è sentito più calmo.— Jaemin sorrise, sentendo un calore nel petto.

—È molto carino da parte sua. —Ma Renjun si accigliò di nuovo.

—Levati quel sorriso. Jeno si preoccupa per te solo perché sei suo amico e perché è una brava persona.

Renjun aveva ragione. Doveva controllarsi e vedere le cose esattamente come erano. Lui stesso aveva detto a Renjun che non avrebbe fatto innamorare Jeno, e il motivo era che il ricordo stesso del cinese era così radicato nel cuore di Jeno che non sapeva se avrebbe mai potuto tenere qualcun altro. Sebbene avesse detto molte volte a Renjun che sarebbe dovuto accadere, che un giorno Jeno si sarebbe innamorato di qualcun altro, ora non ne era più così sicuro. 

Yūrei - NoMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora