Capitolo 14

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Un mese dopo, Jeno continuava ad andare avanti a passi rapidi. 

Aveva messo su i chili necessari e ora sembrava più felice. Andava benissimo ai corsi, sorrideva e parlava di più. 

—Buongiorno.— Sorrise a Jaemin, che si era appena svegliato. — Caffè? 

—Buongiorno.— Anche Jaemin sorrise. — Sì grazie. 

Jeno annuì e gliené versò un po' in una tazza. Jaemin stava appoggiato con i gomiti sul tavolo, guardando la schiena di Jeno, che stava friggendo qualche uovo. Il ragazzo aveva insistito perché preparasse la colazione questa settimana.

Era davvero felicissimo della velocità con la quale Jeno si stava riprendendo. In effetti, c'era una grande differenza tra il Jeno di prima e quello che si era trasferito con lui due mesi fà.

Jaemin spostò lo sguardo dalla figura del coreano alla figura trasparente di Renjun, che era seduto al tavolo accanto a lui, apparentemente annoiato. Il giovane pensava che stesse diventando strano come fosse riuscito a rimanere così a lungo senza discutere ultimamente. 

—Buongiorno, Casper. — Sussurrò e Renjun scosse la testa in segno di saluto. 

—Beh, non sono i più belli, ma penso che siano commestibili. — Era impossibile per Jaemin non mettersi a ridere. Era vero, le uova non sembravano molto belle, ma avevano un buon sapore.

— Sono molto buone.— Jeno sorrise quando sentì il complimento. 

—Hai avuto di nuovo incubi?— Jaemin strinse le labbra e distolse lo sguardo per un momento, ma annuì.

Sentì gli occhi di Jeno scrutarlo, come se cercassero di penetrarli. 

—Cosa? — Chiese.

—Vorrei sapere... cosa ti preoccupa.— Sospirò.— Sembrerebbe che mentre io sto migliorando le tue condizioni peggiorino.—Jaemin distolse lo sguardo ancora una volta.

— Mi dispiace. Io...

—Lo so che è difficile per te, ma, Jaemin... —Jeno poggiò la mano su quella del giovane.— Sarebbe meglio farlo in modo tale da non vivere a lungo con questo fardello nell'anima.  Verrà il momento in cui crollerai e non vorrei vederti soffrire.

Il petto di Jaemin tremò di un piacevole calore e il suo battito cardiaco si intensificò.  Sorrise a Jeno e vide la figura di Renjun scomparire.

— Grazie Jeno, ti prometto che ti dirò tutto al più presto.— L'altro annuì e gli strinse la mano.

Quei piccoli segni di affetto erano già diventati naturali per entrambi.  Adesso anche gli abbracci venivano condivisi sempre più spesso, e Jeno aveva scoperto che gli piaceva arruffare i capelli di Jaemin. 

Così passò un altro giorno, che Jaemin trascorse nel suo ufficio e Jeno a lezione. I dieci chili in più che pesavano sul peso iniziale di Jeno fecero iniziare Ten a saltare per la stanza. 

—Guarda questa bellezza.— Disse il thailandese, togliendo le mani dagli occhi di Jaemin, lasciandogli finalmente vedere Jeno, che stava cercando di stare dritto davanti a loro, evitando i suoi occhi, si vergogna.

 Jaemin sorrise.

La pancia di Jeno non era affatto visibile, ma nemmeno le sue costole.  Infine, aveva un corpo che poteva adattarsi ai parametri normali. 

—Stai davvero bene. — Jeno chinò la testa. 

—È tutto a causa del tuo cibo. —Jaemin rise.

—Oh, sì, è vero. Jaemin.— Ten lo stava guardando con un'espressione seria.  —Non voglio che tu lo faccia ingrassare, ok? —Jaemin ridacchiò. 

Yūrei - NoMinWhere stories live. Discover now