Capitolo 54

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*Elisa pov*

Mio fratello non vuole che per ora io dica niente a Vittoria. Non credo sia la cosa giusta da fare, secondo me dovrebbe saperlo, si tratta di sua madre dopotutto, mi sembra importante.
Dopo scuola non riesco ad aspettare, non torno nemmeno a casa che vado subito diretta in ospedale per rivedere Damiano. Arrivo, prendo l'ascensore per il suo piano, e appena le porte si aprono, compare un viavai di infermiere e dottori indaffarati, come al solito. Vado verso la stanza di Damiano convinta, ma questa volta la porta è chiusa. Apro la porta e, il letto dove Damiano aveva passato un mese fermo e che avevo lasciato li ieri sera, era sparito.
>Scusi_richiamo un medico_il paziente di questa stanza è stato spostato?_
Il dottore controlla su dei registri e risponde:_è stato portato poco fa a fare una TAC. Terzo piano.
>Grazie_
Mi fiondo velocemente  al terzo piano. Vedo il dottore che ha seguito Damiano tutti questi giorni perciò decido di andare a chiedere delle spiegazioni.
<Elisa, cara, ho delle brutte notizie._il dottore si toglie gli occhiali e li mette nel taschino.
>Cos'è successo?
<Abbiamo fatto una radiografia di controllo perchè sta mattina Damiano si è svegliato ma non ricordava niente._
Inizialmente non riesco a dire nulla, poi cerco di essere razionale e rispondo:>e quindi questo cosa significa?
<Non lo sappiamo ancora, dobbiamo aspettare i risultati degli esami per accertarci se sia una situazione permanente o solo magari un stress post trauma. Nel frattempo tu resta calma, non pensare a conclusioni affrettate.
>Ma lo posso vedere?_mi viene spontaneo chiederlo.
<Si, tra poco lo riportano in camera._
Il dottore se ne va, e io mi siedo su una poltroncina in sala d'aspetto.
Ieri ricordava il mio nome, ricordava tutto, oggi invece è come se si fosse azzerato ogni cosa.
Vedo che la porta delle radiografie si apre e degli infermieri spingono un letto fuori dalla stanza. Riesco a incrociare lo sguardo di Damiano. Quando mi vede, fa cenno ai dottori di fermarsi, gli dice qualcosa e poi continuano per il corridoio, tutti tranne un'infermiera che si sposta verso di me e quando me la ritrovo davanti mi sussurra sorridendo:<Quel ragazzo vorrebbe che lei lo seguisse._
Non ci penso nemmeno un'altra volta che sono già nell'ascensore per tornare al piano della stanza di Damiano, la stanza che ormai conosco come le mie tasche. Questa volta la porta è aperta e lui è li, che aspetta qualcosa o qualcuno. Entro piano, con timore.
<Entra pure, ti aspettavo.
>Aspettavi me?_chiedo sorpresa.
<Si.
>Ricordi chi sono?
<Io lo so che ti conosco, me lo sento. Ma adesso non mi ricordo chi sei. I dottori mi hanno raccontato di te. Mi hanno parlato di questa ragazza bionda, molto bella che ha passato ogni giorno qui in questa stanza ad aspettare e a sperare che mi svegliassi. Ho un vuoto totale nella mia testa ma tu potresti aiutarmi?
>Certo che ti aiuto._quasi mi viene da piangere ma mi trattengo._
<Grande. Allora, partiamo da te. Come ti chiami?
>Io sono Elisa._dico, sedendomi a fianco alle sue gambe sul letto.
<E, fammi capire, siamo fidanzati?
>No. Cioè, non lo so. Insomma è un po' complicata la faccenda.. _balbetto.
<Ok, così non mi aiuti_Damiano fa una faccia confusa_in che senso complicata?_
E' calmo e non ha ancora detto una parolaccia, non è il solito Damiano, è proprio diverso, sembra quasi un'altra persona.
>Complicata, nel senso che non ne abbiamo mai parlato esplicitamente..
<Beh ma se dici così allora vuol dire che c'è qualcosa tra noi.
>Lo spero_mi faccio sfuggire, sperando che non mi abbia sentito ma non è così.
<Quindi tu speri che ci sia qualcosa, ma il "mio me normale" non ricambia?
>No! Nel senso, io non so se "il tuo te normale" prova qualcosa per me.._balbetto ancora.
Questa conversazione non ha un senso logico.
<Io ora non ricordo cosa sia successo, se è successo qualcosa ma, per essermi stata vicino in questi giorni ti sono molto grato e poi, i dottori non scherzavano, sei veramente bella. Se volessi che mi piacesse qualcuno, vorrei che fossi tu._
Le sue parole mi rendono felice ma, nello stesso tempo dette nelle condizioni in cui si trova, mi fanno pensare al fatto che potrebbero non essere vere. Insomma, Damiano non direbbe mai delle cose così.
Vede che mi trovo in imbarazzo perciò cambia discorso:>Va bene, di questo ne riparliamo più avanti, ora dimmi, i miei genitori?
>Vivi con tuo padre.._non so bene come parlargli di questo.
<E mia madre?
>E tua madre.._prendo tempo per pensare_io, non so, non abbiamo nemmeno mai parlato dei tuoi, in realtà._conosco la storia dei suoi genitori ma è vero che non me ne ha mai parlato lui.
<Va bene, va bene. Scusa non voglio metterti in difficoltà._si scusa. E' molto gentile, troppo gentile, questo suo fare ha un non so che di familiare.
<E io come sono? Sono un tipo popolare o sono più quello evitato da tutti? Ah, e poi ho degli amici? Anzi, un migliore amico?_chiede entusiasta. Non voglio dirgli che ha perso tutto dopo quello che è successo, perciò evito di dirgli i dettagli e improvviso.
E' qui che aspetta una mia risposta perciò penso al nome più adatto da dire:>Samuele.
<Si?_risponde.
>Si, intendo il nome_chiarisco, forse non ha capito.
<Ma stai parlando di me?_mi domanda.
Improvvisamente mi assale il panico. Per un secondo mi si annebbia la mente e poi gli chiedo:<Scusa, ma tu come ti chiami?
<Io sono Samuele. Elisa, hai per caso sbagliato ragazzo in coma?_ridacchia_ pensavo di essere io quello smemorato.
Mi viene da svenire. Ecco perchè le cose non mi quadravano, Damiano crede di essere Samuele.

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