48. La prossima volta che faremo l'amore, vedrai il mio viso

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Un grido lancinante si librò per tutta la villa in mezzo alla campagna cinese, il posto dove la Yakuza e i nostri protagonisti si erano rifugiati per non farsi scoprire dal loro nemico; era passata una settimana dalla presa di quel villaggio.

«Jungkook!» Taehyung si svegliò di soprassalto dal suo letto, fu peggio di una secchiata in acqua ghiacciato, quelle urla lo avevano strappato bruscamente dalle braccia del buon Morfeo.

Corse giù dal letto in una velocità mai vista, inconsciamente prese anche il pugnale, lo teneva sotto il cuscino, non si poteva mai sapere: i capelli erano tutti sparati in aria, indossava uno di quei pigiami in raso azzurro, i piedi scalzi su quel pavimento in legno creavano un rumore assurdo, molti dormivano ancora nei loro letti, ma quasi sicuramente si sarebbero risvegliati da lì a poco, quelle urla non cessavano.

Il leader dai capelli color ebano giunse in camera e per poco non ebbe lui un infarto; il suo ragazzo era al centro del letto con gli occhi chiusi mentre urlava disperato, si teneva i capelli, come per volerseli strappare, delle piccole gocce argentate colme di dolore bagnavano tutto il suo viso, lo vedeva grazie alla grande finestra affianco al letto, la quale lasciava entrare la luce fredda della luna.

Tentò di fare il primo passo, un piccolo e leggero tremolio lo bloccò. Il coltello cadde mentre gli occhi iniziarono a pizzicare terribilmente. Non ci riusciva. Il suo corpo era completamente immobile. Paura. Quella terribile emozione che molti stavano provando continuava ad entrar violenta nei cuori di quei giovani, non li lasciava stava; l'uomo che amava più della sua stessa vita stava vivendo letteralmente in un incubo, il classico incubo in terra e Taehyung stava fermo davanti a quella angosciante scena, bloccato, non facendo assolutamente niente.

Non ce la faceva a vederlo in quello stato, comprese in quell'esatto momento quanto Songcheol l'avesse reno inerme, quanto avesse risucchiato la creatura leggendaria del drago. Quello non era il suo Jungkook. Lui era il forte della coppia, non l'incontrario. Non poteva andare da lui, non sarebbe riuscito ad aiutarlo, lo sapeva e il pensiero di non riuscire a salvarlo come doveva gli faceva molto paura di vederlo in quello stato.

Mentre una lacrima solcava il bellissimo viso Taehyung le lancette dell'orologio stavano segnavano l'ora x; Chronos si era presentato al suo cospetto, gli diceva che doveva sbrigarsi ad essere forte e coraggioso, a lottare per il suo più grande amore, anche se si era fatto un enorme esame di coscienza nelle settimane precedenti, Taehyung doveva dimostrare di essere lui il forte della coppia per una volta e correre immediatamente da lui per salvarlo, perché il povero coniglietto stava avendo un attacco di panico e si stava soffocando con la sua stessa saliva.

Un'ombra gli passò di fianco come un fantasma, Seung era entrato in camera, correndo immediatamente verso il minore. Gli alzò la testa, iniziò a chiamarlo tentando di svegliarlo ma non ci riusciva, il poverino stava per andare nel panico pure lui, mai l'aveva visto in quello stato. Essere tranquillo in quella situazione era praticamente impossibile, le condizioni di Jungkook peggioravano ogni giorno di più: gli incubi e la paura di andare avanti cresceva sempre di più per colpa di un mostro adesso invisibile ma comunque reale.

«Jungkook cazzo!» ringhiò il soldato con la sua pacatezza giunta al limite nel momento peggiore.

Faceva particolarmente impressione vedere il corvino rosso in faccia con la bocca aperta mentre tentava, invano, di respirare e buttare fuori o deglutire quel grumolo di saliva che non voleva proprio uscire dal suo corpo. Era semi cosciente se ne stava rendendo conto ma allo stesso tempo no, per lui ogni cosa era reale, sia quando dormiva, sia quando teneva gli occhi aperti.

Jin entrò immediatamente in camera, aiutò il suo amico ad alzare il giovane leader per farlo vomitare, lo misero di lato, cominciando a dargli dei forti colpi alla schiena, tutti gli altri si erano presentati in quella camera, il povero Yoongi stava per morire d'infarto e teneva ben salda la mano del suo pulcino, che lo stava abbracciando di lato mentre provava a non piangere per quella scena straziante. Con l'altra mano cercò quella di Taehyung, il quale era nel suo mondo, davanti a lui c'era la scena più brutta di tutta la sua vita e non poteva fa nulla per aiutarlo in quel preciso momento ma l'avrebbe fatto sicuramente per il futuro.

Sarang & Kal ~ SequelWhere stories live. Discover now