5. Becca

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«Cosa posso portarvi, ragazzi?» chiedo con un sorriso quando arrivo al tavolo.

I miei occhi si posano sul ragazzo con la maglietta verde militare e anche il suo sguardo si sposta dalla sua amica a me.

Da vicino è più bello di quanto avessi visto da dietro il bancone. Ha un viso magro e la mascella squadrata, senza barba e la bocca carnosa. Ha gli occhi di un blu intenso e il sopracciglio destro è interrotto da un piccolo taglio.
I capelli castani sono sistemati in un ciuffo spettinato che gli ricade leggermente sulla fronte. All'orecchio porta un orecchino, un piccolo fulmine pendente in argento. Ha un fisico tonico, non esageratamente muscoloso come già avevo potuto constatare, ed è ben proporzionato.
Al polso indossa un paio di braccialetti anch'essi in argento con delle targhette su cui immagino ci sia inciso qualcosa, ma che ovviamente non riesco a leggere.

«Siamo di qua» esclama la ragazza seduta di fianco a lui schioccando le dita per attirare la mia attenzione. Mi riscuoto imbarazzata, pensando a quando tempo devo aver passato fissando questo ragazzo davanti agli occhi divertiti e canzonatori degli altri amici.

«Sì, scusatemi» dico inchiodando lo sguardo sul mio blocchetto per non doverli guardare in faccia.
«Spero ti sia piaciuto quello che hai visto» continua la ragazza, prendendomi in giro e tutti gli altri scoppiano a ridere. Tutti tranne lui.
«Smettila, Jenna, non è divertente» dice lui. La sua voce è profonda e gli sono davvero grata per essere intervenuto in mio favore.
«Non vedi che è nuova? Non mandarla in confusione altrimenti chissà cosa scrive la nostra Becca sul suo blocchetto» aggiunge.

Okay, non sono più tanto contenta che lui sia intervenuto. Ha letto il nome sulla targhetta e, non avendomi mai vista, deve aver capito che non lavoro qui da molto. E a quanto ho capito, loro invece, sono dei clienti abituali.

Ricominciano a ridere e lo sguardo di lui si posa sulla mia faccia ormai paonazza, mentre sul suo viso si staglia un ghigno a metà tra il malvagio e il malizioso.

La mano della ragazza che si chiama Jenna si posa sul braccio di lui accarezzandolo. Credo stiano insieme e non potrei vedere coppia migliore, sono fatti l'uno per l'altra. La sua acidità deve derivare dal fatto che ho guardato troppo a lungo il suo fidanzato, si è indispettita e ha pensato bene di mettermi in imbarazzo davanti a tutti.

La ragazza indossa una felpa larga e molto lunga, come fosse un abito, un paio di calze a rete sotto e degli stivali stringati dalla suola alta.
Ha un viso familiare, non capisco dove l'ho già vista, ha i capelli neri con le punte blu, gli occhi verdi pesantemente truccati e una bocca sottile ricoperta da un gloss rosa. È una bella ragazza, ma la sua antipatia la fa scadere.

«Quando avete finito di prendermi in giro, se mi dite cosa volete posso portarvelo» esclamo interrompendo la loro ilarità.
«Calma, Becca» risponde lui con la sua voce profonda.
«Che razza di nome è "Becca"?» starnazza una delle altre due ragazze, mettendo a dura prova i miei nervi. Sembrano dei bambini dell'asilo, con le loro battutine infantili e il loro modo di continuare a ridere per ogni cosa che viene detta. Rimarrò superiore alle loro punzecchiature e non ho intenzione di abbassare di nuovo la testa.

«Avete rotto, o ordinate o ve ne andate!» esclamo alzando la voce. Sono stufa delle loro prese in giro, non li conosco e loro non conoscono me e se sono convinti di potersi prendere gioco di me solo perché sono nuova o perché loro non hanno nulla di meglio di fare si sbagliano di grosso.

«Ha ragione, avanti» dice uno degli altri ragazzi al tavolo. Mi aspetto che aggiunga qualcosa di maligno ma quando questo non arriva mi ritrovo a sorridergli. Ricambia e ritorna a fissare il menù. Ho sbagliato a giudicarli tutti insieme, forse qualcuno di loro un po' di cervello ce l'ha.

Despite Me (Volume 1.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora