6. Becca

15 3 1
                                    

Le due e trenta del pomeriggio sanciscono la fine del mio turno di lavoro. Sono stanca, fisicamente e mentalmente, dopo un'estate passata nell'ozio più totale e qualche lavoretto di babysitting qua e là. Compro un sandwich al Daynight e lo mangiucchio lungo la strada.

Volevo scriverti prima ma non ho avuto tempo. Mi hanno assunta!

Bravissima, sono fiera di te! Appena puoi chiama.

È SUCCESSO QUALCOSA?

No tranquilla, ma Laetitia vuole sentire la tua voce.

D'accordo, chiamo appena riesco! Vi voglio bene!

Perfetto, xx!

Ripongo il telefono nella tasca cercando di ricordare la strada senza perdermi. Non è facile orientarsi in una città come questa, ancora troppo nuova per me, ma dopo un paio di vicoli ciechi e svolte sbagliate riesco ad arrivare a casa.

Voglio riposare un po' e farmi una doccia. Stasera uscirò con Myra e domani cominciano le lezioni quindi intendo approfittare di queste ore per rilassarmi. Gwen non è in casa e mi ha lasciato le chiavi sotto il vaso vicino alla porta. Poco sicuro ma sicuramente efficace.

Tolgo le scarpe e la giacca e lascio cadere la borsa sul letto. La casa è completamente silenziosa e l'unico rumore sono i clacson e i motori delle macchine fuori. Mi piace questa pace.

Afferro il mio beauty e mi reco in bagno trascinando i piedi. Il jet leg ricomincia a farsi sentire e mi chiedo per quanto tempo il mio ciclo del sonno rimarrà sballato in questa maniera.

Lascio che l'acqua scivoli sulla mia pelle, chiudo gli occhi e per un attimo non mi sento dall'altra parte del mondo sotto la doccia di una persona che ho conosciuto un paio di giorni fa. Asciugo i capelli e li arriccio in vista della serata e prima di truccarmi applico una maschera idratante. Nonostante mi dimentichi e spesso sia troppo pigra per prestare attenzione a queste cose, mi piace prendermi cura di me.

Non faccio troppo caso alla porta che sbatte, Gwen avrà fatto ritorno a casa. Stendo la crema sul viso massaggiandola, prendendomi il mio tempo. Dopo più di un'ora ho finito e mi sento come nuova. Afferro le mie cose e sto per tornare in camera quando mi scontro con qualcuno.

La riconosco immediatamente, i capelli dalle punte blu, gli stivaletti, le calze a rete. È Jenna. Ha cominciato a seguirmi? Mi odia già così tanto da meritare di essere disturbata anche a casa?

«Cosa fai qui precisamente? E come sei entrata?» le chiedo stizzita.
«Io ci abito qui, stronza, cosa ci fai tu qui?» risponde con la solita aria di superiorità. Okay, questo cambia tutto. Comincio a collegare i puntini e, come a confermare le mie intuizioni, interviene Gwen, appena tornata.

«Oh no, ragazze, speravo di poter fare io le presentazioni, ma vedo che vi siete già conosciute. Jenna lei è Rebecca, la ragazza di cui ti avevo parlato, la figlia della mia amica di Brighton, starà con noi per molto tempo. E Becca lei è Jenna, mia figlia» dice lei con il solito entusiasmo.

E ora capisco perché i suoi lineamenti sembravano così familiari. Ho avuto tempo di osservare bene sua madre quindi trovare somiglianze con la figlia non è stato difficile. E ora che lo so è impossibile non notarlo.

Stringe gli occhi in due fessure. Non è un'espressione amichevole e capisco che cercherà in tutti i modi di rendermi la vita impossibile. Come se non fosse già sufficientemente complicato ambientarsi in un luogo dove non conosci nessuno, con la tua famiglia lontana e tutta la vita completamente stravolta. Ma questo è quello che ho scelto e nulla, nemmeno Jenna, riusciranno ad abbattermi.

Despite Me (Volume 1.)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora