1866-parte seconda

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"È una maledizione!"
"Non posso sopportare di vederti morire di nuovo"
"Mi dispiace"

Newt si era già pentito di quello che aveva detto.
Voleva rimangiarsi ogni singola parola, non capiva nemmeno più le motivazioni che lo avevano spinto a dire quello che aveva detto.
Era stato egoista, non aveva nemmeno provato a parlarne con Thomas, non lo aveva ascoltato...si era semplicemente arreso come un codardo.

"Dobbiamo stare insieme Newt, ti prego dimmi che non sono l'unico a percepirlo"

Gli aveva detto Thomas, lui aveva aggirato la domanda.
E Dio, quanto se ne pentiva.
Avrebbe potuto almeno dirgli quello che provava e invece era fuggito.
Ma fuggito da cosa? Si chiese.
Dall'amore. Si rispose.
Ma perchè lo aveva fatto?
Credeva per il bene suo e di Thomas ma non ci aveva nemmeno riflettuto.
La risposta non c'era, aveva agito d'impulso, come un bimbo spaventato.
Non si era nemmeno goduto l'amore ritrovato per la fretta di scappare da lui.
Avrebbe potuto stringerlo un po più forte, avrebbe potuto asciugare le sue lacrime e rassicurarlo, dicendogli che ora erano insieme e che tutto sarebbe andato bene adesso e invece gli aveva spezzato il cuore.

"Perchè sei cosi pensieroso Newtie?
Di cosa avete parlato tu e Messier Brown?" Gli chiese sua madre mentre la cameriera serviva loro il pranzo.

"Frivolezze madre" Mentì spudoratamente assaggiando il tacchino.

"Per che ora arriverà Eliza?" Chiese cambiando argomento in fretta:

"Dopo pranzo tesoro" Rispose Jenna servendosi delle patate e lasciando cadere il discorso.

"Da quanto conosce Madame Dubois madre?"

"Da moltissimo tempo, io e sua madre eravamo amiche da prima che voi due nasceste" Rispose Jenna con un sorriso.

"E perchè non mi ha mai parlato di lei?"

"Non lo so Newtie, probabilmente non ce n'è mai stata l'occasione"

In quel momento si udì bussare alla porta e la cameriera corse ad aprire:

"Padrona Eliza!"

"Eliza!!" Esclamò Newt sorpreso e correndo ad abbracciarla.

"Newtie!" Rise lei ricambiando l'abbraccio.
Nel frattempo Jenna si era alzata e si scambiò un breve abbraccio con la figlia maggiore.

"Credevo saresti arrivata dopo pranzo!" Fece notare Newt con il sorriso sul volto:

"Si beh la carrozza è stata più veloce del previsto" Ridacchiò lei.

Si sedette a tavola, mentre la cameriera apparecchiava per una persona in più:

"Ti ho portato un regalo fratellino" Disse felice Eliza facendo ondeggiare i suoi boccoli biondi.
Eliza era la ragazza di alta società più spartana e allegra che Newt avesse mai conosciuto. E la amava proprio per questo.
Mentre per sua madre era una disgrazia.

"Davvero?" Chiese Newt incuriosito:

"Si, dopo te lo mostro" Disse lei ammiccando nella sua direzione.

Sin da bambini Newt e Eliza avevano legato, si volevano un bene immenso, litigavano di rado e si sostenevano l'un l'altro.
Infatti, quando anni prima Eliza aveva comunicato che si sarebbe trasferita in Italia, e sua madre non lo poteva accettare perchè era troppo giovane, Newt mise da parte il dolore di doverla perdere e la aiutò a convincere Jenna a lasciarla partire e a vivere la sua vita.
Jenna aveva accettato riluttante.
Da allora le due parlavano poco, Jenna si teneva aggiornata su di lei solo tramite le lettere che Eliza spediva a Newt ogni due settimane.

A lot of lives for love you more || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora