1

647 10 6
                                    

Essere la nipote di Santi aveva permesso a Clara di far parte del team Honda come volontaria prima della laurea vera e propria.

Sin da piccola aveva avuto ben chiaro che i motori sarebbero stati il suo destino.
La passione era decisamente di famiglia perché sia il padre che lo zio avevano fatto della meccanica il loro lavoro: lo zio con le moto e il padre con le macchine. Clara però aveva sempre avuto una predilezione per le prime e, grazie a Santi dava una mano al suo team apprendendo molto di più di quanto potesse fare sui libri.
Era il suo mondo e lei lo sentiva: era nel posto giusto tra i meccanici e si era trovata a seguire i loro progetti fino a notte fonda talvolta. Lo zio aveva trovato una buona spalla e credeva sarebbe potuta entrare un giorno a far parte ufficilamente dell'equipe Honda.

Credeva molto in lei e ne riconosceva la bravura e la dedizione. Clara era sempre stata una ragazza studiosa e tenace; non si era mai fatta scoraggiare o abbattere: questo faceva di lei un buon ingegnere meccanico. Reggeva bene la pressione, capacità fondamentale per vivere in quell'ambiente.

Era proprio la pressione che serpeggiava nel box poco prima della partenza quel giorno; c'erano ancora alcune cose da sistemare e il tempo stringeva. In quei momenti lei interveniva solo se interpellata anche se a volte era dura non poter essere partecipativa.

Alla fine tutto era stato messo a posto prima del via e le prestazioni della moto furono molto più che buone. Marc riuscì ad arrivare primo e nel box scoppiò il classico delirio post gara. Si riversarono tutti al parc ferme e il pilota si gettò tra le braccia del team.

"Beh, non mi dici nulla?" esordì ad un certo punto svicolatosi dalle braccia degli altri. Si rivolse a Clara che era rimasta poco dietro a guardarlo soddisfatta per il risultato.

"Non ti darò questa soddisfazione, Márquez" sorrise lei avvicinandosi e lui la abbracciò prendendola alla sprovvista.

Da quando aveva cominciato a seguire lo zio, aveva instaurato un buon rapporto con lui e anche altri piloti, lasciando fuori quelli che potevano essere i problemi e le dinamiche dei box. Era pur sempre una ragazza di 24 anni e Marc era suo coetaneo come gli altri che, nel tempo, aveva conosciuto nel magico mondo dei motori.

"Ehi non me la consumare" Esordì scherzando Santi rivolgendosi al suo pilota.

"Non sono io quello di cui ti devi preoccupare" ribattè l'altro lanciando un'occhiata divertita a Clara che arrossì fulminandolo con lo sguardo.

Si riferiva a Maverick Viñales, che poco lontano da loro stava festeggiando il suo secondo posto insieme al suo team. Clara era felice di vederlo finalmente soddisfatto dopo alcuni weekend che lo avevano visto non al top; sapeva quanto valeva e se lo meritava. Nonostante facesse parte di un'altra scuderia, nulla le impediva di avere un pensiero su un altro pilota.

Si erano conosciuti quando lei aveva cominciato a bazzicare nel paddock e, nonostante il suo carattere taciturno, lui aveva trovato in Clara una buona amica. 

Quando si girò a guardarlo, Maverick era a pochi metri da lei che le sorrideva; avevano parlato proprio la sera prima di quanto avrebbe significato in termini di motivazione un podio per lui. Clara le fece un segno con la mano e mimò un "Ben fatto" che non sfuggi al cerverino.

"A lui sì e a me no? mi sento offeso" fece labbrucce e Clara scoppiò a ridere perchè sapeva perfettamente  che era fiera di lui e dei suoi risultati. Un po' li sentiva anche suoi dato che aveva lavorato insieme a tutti li altri.

"Finiscila Márquez, il tuo ego è già troppo grande"scherzò arruffandogli i capelli e passandogli il cappellino da mettere per le interviste. 

"Marc muoviti che ti cercano per le interviste" disse Alzamora cercando di farsi sentire dal pilota che si diede una sistemata per apparire il meno sconvolto possibile. 

Sempre e solo tu (Completa)Where stories live. Discover now