𝐗𝐈.

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Lui era li. Seduto sul solito divanetto della sala comune, scrutava Alice che barcollava nonostante si reggesse al tavolo, dopo qualche secondo si staccò e piano piano si avvicinò a Riddle.

-Ciao Riddle, ti sei divertito alla festa con quelle due puttanelle e il loro ballettino privato?- chiese con tono diverto.
-Vattene Krum- ribatté il ragazzo freddo con lo sguardo rivolto verso il basso.
-Perchè dovrei? Mi piace la tua compagnia!- scoppiando a ridere e rischiando di cadere per terra.
-Sei ubriaca, torna nel tuo dormitorio- replicò irritato mentre stringeva i pugni e le sue nocche diventavano più bianche.

Alice scrutò il Serpeverde, lo sguardo le cadde sulle sue mani, dove due anelli gli circondavano le dita, uno raffigurante un serpente e uno semplice di un colore metallico. Teneva tra le mani un diario con una copertina in pelle nera e una targhetta con scritto in oro "Tom Marvolo Riddle". Scoppiò nuovamente a ridere e si avvicinò sempre di più a ragazzo.

Indicò l'oggetto fra le sue mani ed esclamò:
-Hai un diario segreto come le femminucce Riddle? Non me lo sarei mai aspettata da uno come te. Fammi leggere i tuoi segreti dai!- cercando di prenderglielo dalle mani ma non ci riuscì, lui fu più veloce e la spinse via, facendola cadere a terra. Si fiondò subito sopra di lei a cavalcioni e con le mani le bloccò i polsi:
-Prova ancora a toccare me o il mio diario e sei morta!- ringhiò.

Alice stette zitta, aveva paura ma nonstante questo il suo sguardo era perso nei suoi occhi verdi scuro, carichi di rabbia e odio.

Si tolse da lei e si risedette sul divanetto di pelle, tenendo il diario fra le mani con fare protettivo.

Lei si rialzò in piedi velocemente e con fatica, ancora scossa dalla caduta, aveva picchiato forte il culo e la schiena le faceva male, sapeva che di li a poco avrebbe vomitato, ma non le importava, era ubriaca e voleva fare innervosire Riddle per puro divertimento.

-Stupido mezzosangue, i tuoi genitori non ti hanno spiegato che non devi trattare in questo modo le ragazze? Mi hai fatto male cazzo!- urlò
-I tuoi genitori non ti hanno insegnato a farti i cazzi tuoi?!- ribatté lui alzando la voce.
-No, non me l'hanno insegnato. I miei genitori sono morti!- e quando capì cosa aveva appena urlato scoppiò a piangere.

Le lacrime scendevano lungo il suo viso, le sue guance si erano arrossate e i suoi occhi pure. Guardava disperata il ragazzo che le si prostrava di fronte, impassibile, come se non avesse detto nulla. Dopo lunghi secondi urlò:
-Perchè sei così freddo e insensibile!-
-Provare pietà è una debolezza- le disse diretto e posò di nuovo gli occhi sul suo diario aperto.

Lei rimase lì. Incapace su cosa dire. Non poteva pensarlo sul serio, non era possibile. Cercava di reggersi in piedi ma le gambe erano molli, le cedevano.

-Ah un'ultima cosa... quelle due puttanelle me le sono scopate prima che tu entrassi- si intravide un ghigno sul suo volto mentre guardava intensamente Alice neglio occhi.

La ragazza cadde per terra. Senza pensarci due volte frugò con difficoltà nella sua tasca, prese la sua bacchetta che però le cadde sul pavimento, ma ne vedeva due. Molto confusa allungò la mano verso di una ma non tocco altro che l'aria. -Cazzo- borbottò e dopo qualche secondo di tentativi inutili riuscì ad afferrarla.

Alzò lo sguardo verso il ragazzo moro che la scrutava divertito, era arrabbiata, ubriaca e ferita a morte dalle parole di Riddle.

-Cricius!- urlò, ma dalla sua bacchetta non uscì nulla. Fece un secondo tentativo, niente.

Le lacrime ripresero a scendere e Riddle sogghignava divertito dalla scena.
-Volevi veramente scagliarmi una maledizione in quelle condizioni? Non riesci manco a reggerti in piedi, sei patetica- disse marcando l'ultima parola.

Light Or Darkness Where stories live. Discover now