Tonno & Cipolla

9 2 0
                                    

[Leslie]

Avere una relazione, se così potevo chiamarla, durante l'estate era meraviglioso. Tutto quello che io e Drake facevamo era uscire insieme e divertirci, senza doverci preoccupare che fosse una distrazione e che ci distogliesse dalle nostre responsabilità scolastiche. Ovviamente lui lavorava alla pizzeria, ma a fine turno era libero di fare ciò che preferiva.

Ciò non toglieva, però, che la situazione di sua nonna non fosse per niente migliorata, ed in aggiunta mia madre mi aveva proposto di accompagnarla nel suo prossimo viaggio in Italia, un'ottima possibilità per imparare qualcosa sull'architettura, il mio futuro campo di studio. Cosa avrei dovuto fare? Restare a casa al fianco di Drake, o cogliere tale opportunità?

Fortunatamente a sostenermi c'era sempre Mia, la mia migliore amica, che aveva organizzato un'uscita a quattro con anche Justin, il suo ragazzo, per affiancarmi nel momento in cui ne avrei parlato a Drake. Ma come avrei dovuto introdurre l'argomento? Ero terribilmente inquieta.
Da un lato sognavo già di potermi confrontare con gli architetti che lavoravano al progetto di mamma, dall'altro immaginavo come mi sarei sentita se fosse capitato qualcosa ad Azura mentre io ero in viaggio.

Quella sera erano già le otto passate quando finii di prepararmi, e Drake mi attendeva seduto sulla sua motocicletta. Il viaggio fu abbastanza corto, e non appena arrivammo ad un piccolo ristorantino sulla spiaggia, iniziai a sentire come un nodo formarmisi in gola. Avevo così tanto timore di deluderlo e di rompere la promessa fatta ad Azura di restargli sempre accanto, che prospettavo già di non riuscire a mangiare più di tanto.

Furono Mia e Justin a riportarmi alla realtà, salutandoci calorosamente e facendoci strada prima verso l'entrata del ristorante, poi al nostro tavolo. Fui sollevata quando il cameriere ci servì del vino rosso, non ero solita berlo ma sicuramente mi avrebbe dato coraggio per parlare con Drake.
E proprio quando tutti stavamo mangiando i nostri antipasti, ridendo e scherzando, mi schiarii la voce.

"Ehm, c'è una cosa che devo dirti." Mi rivolsi al ragazzo accanto a me, posando la mia mano sulla sua. "Mia madre andrà in Italia per un viaggio di lavoro e mi ha chiesto di accompagnarla. Sarebbe un'ottima opportunità per me per imparare qualcosa in più sull'architettura del paese, ma so che per te è un momento difficile e capirei se preferissi che restassi." Dissi tutto d'un fiato, sentendomi poi imbarazzata dal silenzio che era calato. "Leslie," Sospirò Drake. "Ovviamente gradirei la tua compagnia, ma devi cogliere quest'occasione se è ciò che ti rende felice."
"Sì lo so, ma anche tu mi rendi felice." Ribattei, accarezzando delicatamente il dorso della sua mano. "È il tuo sogno, ti meriti di andare, e quando ritornerai sarò qui ad aspettarti." Mi rassicurò, per poi avvicinarsi a me e stamparmi un dolce bacio sulle labbra.

Sorrisi come un'ebete al suono delle sue parole, non avrei potuto aspettarmi una reazione migliore.
Mia e Justin ci scrutarono con occhi estasiati, e per rompere il silenzio proposi a tutti un brindisi al mio viaggio, alla nostra estate, alla nostra amicizia.

La cena proseguì eccellentemente, fino a che Drake non ricevette una chiamata; la fatidica chiamata.
"Pronto, mamma?" Rispose lui con voce esaltata, probabilmente ripensando ad una battuta detta poco prima dai nostri amici, facendosi scappare un sorriso. La sua espressione, però, non tardò a mutare in un misto di sbigottimento, panico e incredulità. "Che succede?" Mormorai al suo orecchio. Subitò mi lanciò uno sguardo turbato, accennando un "Arrivo subito", e chiuse in fretta la chiamata. "Mia nonna si è sentita male ed è in ospedale."

-

Io e Drake raggiungemmo l'ospedale in soli dieci minuti. Justin e Mia avevano tanto insistito per accompagnarci, ma preferimmo tenerli fuori da quella situazione, sia per non allarmarli troppo, sia per evitare un sovraffollamento di amici e familiari.

Noi invece, dal canto nostro, eravamo parecchio agitati, al contrario di tutte le altre persone nella sala d'aspetto, le quali sembravano essere calme e silenziose; con lo sguardo cercai speditamente di individuare un volto familiare, finché non incontrai gli occhi di Samantha.

"Cosa è successo?" Strepitò Drake, guadagnandosi gli sguardi annoiati e infastiditi delle altre persone.
"La nonna si sentiva stanca ed intontita, così l'ho aiutata a mettersi a letto ma ha perso l'equilibrio ed è quasi svenuta." Sussurrò la donna, invitandoci a sederci accanto a lei. "Sono passati venti minuti e non ho ancora ricevuto notizie."

Neanche a farlo apposta, la figura di un'infermiera ci apparve davanti volendoci informare della situazione. "La signora Azura ha avuto un'ischemia cardiaca e, a causa della sua malattia, non so dirle con certezza ancora per quanto resterà in vita."
Ci fu un attimo di silenzio. Io rimasi sconcertata da quella notizia, Samantha si lasciò andare in lacrime tra le braccia di suo figlio e lui, incredibilmente, fu l'unico che riuscì a mantenere la lucidità e a parlare. "Possiamo vederla?" "Certo, ma temo che sia in coma. Mi dispiace..." Ci informò, indicandoci poi quale fosse la sua stanza.

Samantha fu la prima ad entrare, mentre io e Drake fummo costretti a rimare fuori. Lo osservai accasciarsi su una sedia, con la testa tra le mani ed una lacrima che gli rigò il volto. Ero a pezzi, non volevo crederci. "Non so cosa dire."
"Non c'è nulla da dire." Tagliò corto lui, portando un braccio attorno alla mia schiena, inducendomi a posare la testa sulla sua spalla. "Dovrò abituarmi a vivere senza di lei." "Non sei solo, ci sono io con te e con tua mamma. Non partir-" "Non dirlo nemmeno, tu devi andare!" Mi interruppe lui con voce minacciosa. "Ce la caveremo."

Poco dopo Samantha uscì dalla stanza, asciugandosi le lacrime e rivolgendoci un misero sorriso. "Drake, vuoi andare tu?" Gli propose, accarezzandogli la fronte. Scosse la testa, alzandosi in piedi e voltandosi verso l'uscita. "Ho bisogno d'aria." Guardai sua mamma con occhi rassicuranti, come a dirle che me ne sarei occupata all'istante. "Vado io." Mi informò lei, probabilmente avendo capito immediatamente il mio intento, e volendo stare qualche minuto sola con lui. La osservai mentre si incamminava fuori poi decisi di fare visita ad Azura, nel caso in cui quella fosse stata l'ultima volta.

La vidi lì, distesa su quel letto bianco, come se stesse dormendo pacificatamente come mai prima d'ora. Mi sedetti sulla sedia accanto e posai la mia mano sulla sua. "Sono io, Leslie" Sussurrai, sapendo però che non potesse sentirmi. "Non so cosa fare, e se non riuscissi a mantenere la nostra promessa?" Mi fermai un attimo, cercando di contrastare le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

"Ti prego Azura, non andartene."

Pizza-Line Bling (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now