9. Celeste, aiutami.

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Un raggio di sole accecante illumina la stanza. Ho gli occhi ancora chiusi ma posso percepire il calore da sotto le lenzuola di cotone, morbide e avvolgenti.

Un altro giorno è passato e, se i miei calcoli non sono errati, Chris partirà per la Columbia domani in mattinata, o almeno credo. Non ci siamo sentiti, non ci siamo scritti e lui non ha provato in alcun modo ad attirare la mia attenzione, cosa che è solito fare ogni volta che sono arrabbiata con lui.

La scorsa notte ha un sapore di solitudine, è stata lunga e pensierosa. Sei sicura che tra te e Chris ci sia solo amicizia? Questa è stata la domanda che ha riempito le ore buie appena rischiarate e, nonostante ci abbia provato con tutta me stessa, non ho trovato una risposta soddisfacente al quesito. Noi siamo amici da molto tempo e non ho mai pensato a lui come qualcosa di diverso. Non ho mai pensato alla possibilità che tra noi possa essere nato qualcosa che va andare oltre a ciò che abbiamo. Ma qualcosa, cosa? Cosa potrebbe esserci tra noi due?

Un timido colpo alla porta giunge alle mie orecchie. Sento lo stomaco lamentarsi per l'assenza di cibo, ma cerco di non ascoltarlo. Lacrime amare mi segnano il viso senza un apparente motivo. Sei sicura che tra te e Chris non ci sia solo amicizia? Non capisco, continuo a non capire quello che il mio corpo sta cercando di comunicarmi. Io e Chris siamo sempre stati amici, ma allora perché mi sento bruciare dall'interno? Perché ogni fibra dei miei muscoli sta bollendo? Perché vengo consumata dal rimorso di non avergli chiesto di restare con me?

Un secondo colpo e poi una voce flebile: «Tesoro, posso entrare?».

«No, nonna, ti prego», le lacrime, ora molto più numerose, bagnano il cuscino sotto la mia testa e i singhiozzi iniziano a farsi insistenti. Percepisco la porta della stanza aprirsi e un caldo abbraccio familiare farsi strada sotto le coperte.

«Nani, che cosa ho fatto...» mi porto una mano alla bocca mentre, con le gocce di sale che non accennano a smettere, mi cullo nelle coccole più dolci che nonna Celeste possa donarmi.

«Tesoro ma che succede? Parla con me, ti prego», mi accarezza la schiena senza fretta, «Perché piangi? Cosa ti fa soffrire così tanto?».

Sospiro, avvicinandomi di più a lei, nel tentativo di calmare il caos interiore. Lei è sempre stata la mia ancora di salvezza e, per questo, non la ringrazierò mai abbastanza.

«Due sere fa Chris mi ha detto che se ne va, nonna. Parte domani. È a conoscenza di questa cosa da settimane, ma non ha mai trovato il coraggio di dirmelo.», un singhiozzo mi muore in gola, «Mi ha rinfacciato che sono sempre io quella che sceglie per lui e, per questo motivo, ha deciso di mettermi al corrente della sua decisione solo dopo averla presa». Al pronunciare di queste parole sento chiaramente la carenza di ossigeno.

«Oh, piccola mia.», le sue braccia si stringono ancora più forti a me, «Ora ti racconterò una storia che penso tu non abbia mai sentito. Parla di amore, destino e strada da percorrere, molta strada da percorrere».

Alzo gli occhi rossi e gonfi per incastrarli nei suoi, bellissimi, di un azzurro cielo. Non posso far altro se non acconsentire con il capo, incuriosita da ciò che dirà.

«Quando persi il primo amore della mia vita era il 1969, ma questo già lo sai.», sorride al ricordo di tempi passati, «Si chiamava Arnold e, dopo quasi un anno di matrimonio, si ammalò di un cancro al cervello impossibile da curare, o almeno tentare di farlo, per gli anni che erano. Io non potevo fare nulla per aiutarlo, se non mostrargli, giorno dopo giorno, quanto fosse importante per me la sua presenza. Pregavo ogni istante per lui, affinché trovasse pace per le sue sofferenze, e pregavo per me, affinché trovassi la forza di affrontare quel dolore che mi stava lacerando.» Sospira triste.

ANNI LUCE DI DISTANZATempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang