ANNI LUCE DI DISTANZA

20. Se scappi dal biondino, ti troverò

Sono passati dieci giorni, li ho contati uno per uno. Ogni minuto di questo tempo è stato gelosamente memorizzato nella mia testa con la stessa minuzia con cui si conservano i traumi.

Sono dieci giorni che vivo costantemente accompagnata da un battito accelerato, nell'ansia che Chris possa presentarsi alla porta del mio appartamento senza bussare e che mi guardi di nuovo con quegli occhi sfumati di rosso.

Il ticchettio nel petto mi infastidisce e mi rende anche più nervosa di quando, stanca morta, provo quello strano formicolio alle gambe, come se volessero camminare per miglia intere.

Un battito ogni volta che sento pronunciare il suo nome da Eva.

Dieci battiti per tutte le volte che mi ha raccontato di come lui sia partito per New York subito dopo il nostro incontro.

Cento battiti per tutte le volte che ho sentito il racconto delle loro sere passate insieme dopo il ritorno di lui a Seattle.

Mille battiti per le volte che, in questi giorni, mi sono ritrovata a riempire lo zaino e lasciare il mio appartamento per raggiungere quello di Mason.

Ci sono momenti in cui le pulsazioni si attenuano. Durante quegli istanti i muscoli si distendono e io riesco a farmi trascinare dalla monotonia delle lezioni universitarie, mentre faccio finta di essere troppo impegnata per dedicare qualche minuto alla mia coinquilina.

Ho bisogno di attimi che siano soltanto miei e di pensieri positivi, che mi aiutino a superare il perenne senso di nausea che mi accompagna da quando l'uragano Chris è tornato nella mia vita.

Il suo profumo è ovunque, mi si è incastrato nel naso, e lo percepisco su ogni persona o superfice che gli è stata accanto. E la cosa è snervante - me ne rendo conto anche da sola - però mi scopro a cercarlo più spesso di quanto vorrei. Se, mentre cammino, svanisce, il mio corpo torna sui suoi passi come senza che io possa obiettare..

Il fatto che Eva sia ancora all'oscuro di tutto mi fa un male cane, ma la cosa peggiore è che continuerò a tenerglielo nascosto finchè potrò. Non comprendo questo mio impulso - ci ho provato, giuro - e, benchè non ci sia nulla di male nel dirle che io e Adam ci conosciamo, voglio che questo segreto sia soltanto mio.

Lei è sempre più sorridente e lui si presenta alla nostra porta con un po' più di frequenza del solito. Per questo motivo le ho imposto di avvisarmi in anticipo - giusto il tempo di riempire la borsa con qualche indumento - ogni volta che decidono di vedersi.

Per fortuna Mason si è rivelato essere un amico molto più interessante di quanto pensassi. Ho dormito da lui quasi tutte le sere da quando Adam è tornato in città e questo non ha fatto altro che aumentare le speranze di Eva riguardo a una possibile frequentazione sentimentale con suo fratello.

Questa è l'unica mezza verità che riesco a raccontarle, anche se io e Mason non ci diamo dentro come due conigli arrapati, non ci consumiamo le labbra a vicenda e non utilizziamo i ripiani della cucina per fare altro oltre che mangiare. Non sempre almeno.

Abbiamo stipulato una sorta di accordo silenzioso: io lo aiuto a dimenticare Erin, lui mi impedisce di commettere un omicio di cui probabilmente potrei pentirmi. Siamo presenti l'uno per l'altra in ogni momento, anche quando abbiamo bisogno di qualcosa di diverso dal semplice parlare.

Il sesso è migliorato molto, così come la nostra amicizia. Mi ha confessato che sono stata la prima con cui lo ha fatto dopo la rottura con l'amore della sua vita - o almeno così la definisce lui - e ho provato uno strano piacere nel sentirgli dire quelle parole. Io non sono del tutto convinta che lo amasse, una persona che ti ama non scappa a migliaia di miglia di distanza senza nemmeno chiederti cosa ne pensi.