10. Corri, Amelia, corri!

106 32 104
                                    

Attorno a me solo alberi. Alti legni, dalle lunghe cortecce, si innalzano sopra la mia testa fino al cielo buio e nuvoloso di Deadwood. Il terriccio, su cui sono seduta, inumidisce i pantaloni del pigiama nero che indosso, così come i palmi delle mie mani quando le poggio a terra.

Il panorama che mi circonda è dannatamente familiare, il mio orologio segna le cinque e mezzo di quella che sembra una fredda e ventosa mattina di Deadwood. Oltre le montagne, un barlume di alba inizia a farsi strada all'orizzonte, colorando il cielo grigio e nuvoloso.

Ho come la sensazione di stare vivendo un dejà vu, il che mi confonde terribilmente. Mi alzo, intorpidita dal freddo notturno e scossa da brividi in tutto il corpo, e due figure in lontananza, distese una accanto all'altra apparentemente addormentate, attirano la mia attenzione.

Come una zanzara attratta dalla luce diffusa oltre una finestra aperta, sono affascinata dal mistero che circonda le due persone senza volto; quasi non mi rendo conto di essermi mossa nella loro direzione, in silenzio, ben attenta a posizionare un piede davanti all'altro.

Sento una scia di elettricità percorrere ogni vertebra della schiena quando, abbastanza vicina, mi accorgo che, i soggetti di mio interesse, hanno il volto mio e di Chris.

Ora ricordo questo momento, percepisco il vento piovoso di quella sera: la festa da noi organizzata nei boschi di Deadwood. Non posso far altro che sedermi accanto a noi osservare la scena incuriosita.

Un ricordo inconscio, in cui io dormo beata tra le braccia di un Chris che, nonostante sia visibilmente stanco, non fa altro che fissarmi la nuca mentre, con una mano, accarezza dolcemente i lunghi capelli corvini che ricadono vicino al suo viso. Mi osserva, respira il profumo che emano come se quello fosse l'unico modo per poter immettere ossigeno nei polmoni.

«Quante cose vorrei dirti, piccola Amelia, ma non sono sicuro che ti sia pronta a sentirle.», un sospiro frustrato esce dalle sue labbra, «La verità è che, nonostante i tuoi mille difetti, non riesco a respirare aria che non sia anche la tua».

Sento le guance infuocarsi mentre mi accorgo di stare trattenendo il respiro, completamente confusa dalla situazione irreale. Come è possibile che io non mi ricordi affatto di questo momento? Di quelle sue parole?

«Non ti accorgi di me e, nell'attesa di una tua reazione, io muoio dentro». Bacia la nuca della ragazza accanto a lui, che al momento mi sembra lontano anni luce dall'Amelia che sono oggi. Eppure è passato poco meno di un anno.

«Perché mi stai dicendo questo, Chris?» chiedo in preda alle emozioni e alle lacrime che hanno iniziato a rigarmi il viso. Le parole volano via trasportate dall'alba, nessuno dei due mi sente.

«Amelia svegliati, ascolta quello che ti sta dicendo. Ti prego fa' qualcosa!» urlo, ma ancora una volta l'aria mattutina si porta via ciò che sto cercando di dire.

Un istante dopo, gli occhi di Chris si incastrano nei miei e il mio sangue raggela.

«MI hai sentito? Mi vedi?» No, non è possibile, questo è un sogno dopotutto, non può essersi accorto della mia presenza.

Qualcuno alle mie spalle smuove le foglie sul terreno. Luke compare alle mie spalle.

«Bello, dobbiamo andare. Sta per mettersi a piovere» gli dice, ma il ragazzo sdraiato sembra non volersi muovere dalla posizione in cui si trova.

«Vuoi godertela ancora un po', eh? Fa' come vuoi, io e gli altri torniamo a casa» con un cenno della mano lo saluta. Che significa "vuoi godertela ancora un po'"?, Luke sa qualcosa?

ANNI LUCE DI DISTANZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora