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Non ero pronta a diventare regina, non ero pronta a prendermi carico di tutte le responsabilità che questa nomina prevedeva.
Per tutta la vita ero stata nell'ombra e in un solo attimo ero diventata la guida di un popolo che a malapena conoscevo.

Ero preoccupata e soprattutto arrabbiata, nessuno di loro si era minimamente preso il disturbo di avvertirmi, nemmeno Ella che in quei giorni mi era stata vicino più di chiunque altro.

Sospirai, incapace di godermi la festa e il banchetto per il nostro matrimonio, i miei pensieri occupavano tutta la mia mente e mi era difficile concentrarmi su qualcos'altro.

Olcan seduto al mio fianco cominciò ad accarezzarmi il palmo della mano ma la ritirai come scottata, vidi il suo volto indurirsi e mi guardò con rimprovero ma non mi feci intimidire dal suo atteggiamento.

"Voglio delle spiegazioni"

"Quando saremo soli ne discuteremo"

La sua prepotenza mi fece infuriare, mi alzai dalla sedia pronta ad andarmene via, lontano da lui e da tutta quella confusione ma il suo braccio scattò verso di me, prendendomi il polso e costringendomi a tornare seduta.

"Non ti permetterò di mancarmi di rispetto davanti a tutta la mia gente"

Mi voltai verso le persone presenti e mi resi conto che già molti di loro ci stavano guardano.

Nella mia testa si era fatta l'idea di dargli una lezione, tiragli un ceffone e andarmene nonostante ci fossero tutti quei Wulfgar a fissarci ma la mia coscienza me lo impedì.

"Ho detto che ti avrei dato delle risposte e le avrai, non appena la serata sarà terminata"

Continuava a stringermi il polso e mi uscì un lamento di dolore, a quel punto lasció immediatamente la presa e con premura iniziò a massaggiare il punto dove mi aveva afferrata, per un attimo restai interdetta.

"Mi dispiace, non volevo farti male"

Le sue scuse erano sincere anche se pronunciate con poca gentilezza e in modo molto sostenuto.

Decisi di lasciar correre e aspettare, qualunque cosa avessi fatto in quel momento non mi avrebbe dato le risposte che cercavo.

Olcan era un uomo improntato al comando, ogni parte di lui ostentava grandezza e superiorità era stato cresciuto ed educato per essere un guerriero e soprattutto un re e questo io non potevo cambiarlo.

Il banchetto durò a lungo, era notte fonda quando tutti i presenti cominciarono a crollare per l'enorme quantità di idromele che avevano bevuto e anche io iniziavo a sentirmi stanca.

Facevo fatica a restare sveglia e uno sbadiglio prese l'attenzione di Olcan che si alzó dalla sua poltrona di pellicce.

"Andiamo"

Non me lo feci ripetere due volte ed iniziai a seguirlo, mi portò in una stanza della casa che supposi essere la camera dove dormiva.

Mi fermai e incrociai le braccia al petto.

"Allora?"

Lui mi sorrise e scosse la testa divertito.

"Sei testarda donna"

"Bhè, merito almeno un chiarimento"

"Non era previsto che diventassi re oggi, avrei dovuto prendere il posto di mio padre alla sua morte ma il conte Vikar ha nuovamente invaso le nostre terre questa mattina.
Non era stato una grande minaccia fino a questo momento ma ha radunato molti uomini e molte famiglie di sangue puro si sono unite a lui.
Mio padre è un uomo vecchio ormai, non è più in grado di fronteggiare un nemico come questo, inoltre, si è ammalato, la sua mente ne risente, a volte perde la lucidità."

Mi rattristai per la salute di Einar, nelle poche volte in cui lo avevo visto mi era sembrato un uomo fiero e orgoglioso, doveva pesargli molto accettare il fatto di non essere più in grado di badare al suo popolo e alle sue terre.

Avevo già sentito parlare del conte Vikar quando arrivarono a Sarpsborg, era da molto tempo che gli stava dando dei problemi ma evidentemente avevano sottovalutato il pericolo, un uomo ambizioso è disposto a qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo scopo ed io pregai dentro di me affichè tutto potesse sistemarsi nel migliore dei modi.

"Hai altro da chiedermi?"

Avevo molte cose da chiedergli ma la stanchezza prese il sopravvento e così rimandai ogni domanda che la mia mente aveva elaborato e scossi la testa.

"Bene"

Olcan si avvicinó al mio corpo velocemente prendendomi per la vita, sussultai per il gesto improvviso e lo guardai negli occhi per cercare di capire cosa volesse fare.

"Perchè ora voglio solo prendere mia moglie, è troppo tempo che aspetto di farti mia"

Spalancai gli occhi incredula, il mio matrimonio e l'essere diventata regina mi avevano distolto dal pensare a cosa  effettivamente comportava essere una moglie.

Olcan voleva il mio corpo e lo voleva proprio in quel momento, non sarei mai riuscita a fargli cambiare idea ma potevo almeno perdere tempo e sperare in un miracolo.

L'unico problema era che non riuscivo muovermi nè a parlare, ero come ipnotizzata  da quegli occhi che mi guardavano lussuriosi e dalle  sue mani che accarezzavano la mia schiena lentamente.

Il suo corpo mi sovrastava completamente ed io non riuscivo più a respirare, avevo bisogno di spazio, di allontanarmi da quell'uomo così imponente e maestoso.

Alzai lo sguardo e mi persi ancora di più in quell'oceano che erano i suoi occhi, il destino che mi avevano riservato gli dei a quel punto, non mi sembrava più così nero.

Olcan era la cosa più bella e misteriosa che avessi mai visto.

Si abbassó verso il mio viso, fino a sfiorare le mie labbra con le sue e il mio cuore perse un battito a quel flebile contatto, le sue mani andarono ad accarezzare il mio collo e sentii i brividi percorrermi la schiena e le gambe, non ero sicura di poter stare in piedi senza il suo appoggio.

Poi improvvisamente si staccó da me e percepii un senso di vuoto e disorientamento, iniziai nuovamente a respirare ma ci misi un pò a capire cosa stava accadendo.

"Spero per te che sia una cosa importante Bjorn"

Mi voltai verso la porta per capire a chi si stava rivolgendo Olcan e vidi un uomo alto quasi quanto mio marito, anche lui aveva i capelli biondi ma non vi era alcun tipo di intreccio a tenerli ordinati e i suoi occhi erano davvero inquietati per quanto fossero chiari.

Non erano belli come quelli di Olcan ma freddi e calcolatori come il ghiaccio di questa terra.

"Devi venire immediatamente, Vikar sta per attaccare, dobbiamo fermalo prima che oltrepassi la foresta e giunga qui"

La rabbia di Olcan tagliava l'aria e per la seconda volta vidi i suoi occhi diventare gialli come quelli di un lupo.

La sua mano andò a posarsi dietro la mia testa e mi spinse verso di sé.

"Tu resta qui, non uscire da questa stanza per nessun motivo al mondo"

Detto questo prese la sua ascia e la sua spada e seguí Bjiorn fuori.

Poco dopo sentii le persone correre e urlare completamente nel panico e anche se Olcan mi aveva intimato di rimanere al sicuro non potevo restare lì seduta senza fare nulla per aiutare, dopotutto ero diventata la loro regina e dovevo fare qualcosa.

Presi il mio mantello e la mia spada, in caso fosse stato necessario difendermi e quando andai ad aprire la porta per uscire questa si spalancó rivelando la figura altezzosa di Astrid.

Un sorriso sprezzante si fece largo sul suo viso e già mi era salita la voglia di prenderla a calci.

"Stavi andando da qualche parte?"

Eccomi tornata con un nuovo capitolo e gli esami terminati🥳

Cosa ne pensate del nuovo personaggio di Bjorn? 🙄🙈

Sopra vi ho messo la foto di come me lo immagino ma ovviamente siete liberi di dare ai personaggi il volto che volete 🌹🌹

Buona serata a tutti!🌺🌺

WULFGAR - The land of snowWhere stories live. Discover now