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"Lei è solo l'inizio della fine."

Le parole della volva facevano più male della ferita che mi aveva inflitto alla spalla.

Perché dovevo essere io a portare un tale fardello sulle spalle?

Avevo chiesto e pregato talmente tanto gli dei di rendermi una persona più forte che iniziai a pensare che tutte quelle difficoltà fossero opera loro per rendermi esattamente come volevo.

Bisogna stare attenti a ciò che si desidera Liv.

Sospirai e tra i lamenti per il dolore che provavo presi coraggio e cercai di rialzarmi perché se c'era una cosa che avevo imparato proprio dalle difficoltà della mia vita era non arrendermi mai.

Mi misi sulle mie gambe che ancora tremavano e delle mani che conoscevo bene mi aiutarono a sorreggermi.

"Ella..."

La abbracciai stretta, sentendo finalmente un po' di conforto.

Mi era mancata

Volevo chiederle se lei era stata lì fin dal principio, a pochi passi dal villaggio, se il suo dolore si fosse placato o se ancora il suo cuore fosse ricolmo di sofferenza ma non ce ne fu il tempo, le domande che mi premeva rivolgerle si gelarono sulle labbra.

"Liv preparati, sta arrivando."

All'improvviso un lampo mi folgorò la mente, gli avvenimenti con la sacerdotessa mi avevano fatto dimenticare una parte fondamentale e poco gestibile.

Olcan...

Ero sparita per parecchio tempo e ormai le voci sulla volva dovevano essergli arrivate.

"È furioso, deve aver sentito l'odore del tuo sangue."

Nonostante l'avvertimento e il viso accigliato di Ella non riuscivo ad essere spaventata, un po' preoccupata forse ma ormai ero abituata al suo carattere tremendo ed impulsivo.

In lontananza lo vidi, ci veniva incontro rosso di collera e più si avvicinava più i tratti del suo viso mi divennero chiari.

Digrignava i denti con i suoi canini allungati, una belva pronta ad attaccare.

I suoi occhi ormai diventati ambrati erano spalacati, fissi su di me e mandavano scintille.

Un tempo li avrei definiti agghiaccianti.

Ora, mentre la sua sagoma scura cercava di raggiungermi provai una sensazione diversa dalla paura, vedere mio marito in quello stato, pronto ad uccidere chiunque avesse provato a farmi del male mi inebriava.

La sua umanità si era mischiata con qualcosa di più forte e selvaggio.

Era eccitante..

"Liv... stai scherzando vero?"

Ella al mio fianco mi guardava sconvolta come se non fossi pienamente lucida, e come biasimarla.

In quella situazione era del tutto inopportuno, considerando che ero quasi morta e che Olcan sembrava aver perso ogni forma di controllo.

In ogni caso non potevo farci nulla, quell'uomo così burbero ormai mi era entrato nel sangue e mi scorreva nelle vene facendomi ribollire di desiderio.

La mia razionalità stava scivolando via come l'acqua.

Calmati Liv...

Cercai di inalare più aria possibile e mantenere una parvenza di controllo.

Quando fu a pochi passi da noi lo guardai per un istante indecisa se parlare o restare muta.

Si poteva percepire la tensione che si era creata nell'aria.

La sua rabbia era rimasta immutata ma doveva aver compreso che ora non eravamo più in pericolo e del suo aspetto rude erano rimasti solo i suoi occhi ambrati.

"Cosa diavolo è successo qui?".

Dopo una lunghissima pausa di silenzio con il suo sguardo severo puntato su di me e nonostante l'evidente timore che aveva del fratello in quel preciso momento, Ella cominciò a raccontare i fatti ed io, sentendo le forze abbandonarmi mi accasciai nuovamente a terra.

Ero sicura che di lì a poco Olcan si sarebbe scagliato su di me urlando e dovevo recuperare un po' di forza se volevo fronteggiarlo..

"La volva ha cercato di ucciderla, ha detto che lei porterà gli Wulfgar alla fine Olcan".

"Lei è solo l'inizio della fine"

Non volevo più pensare a quella volva e alla sua profezia ma sentendo Ella raccontare tutto ciò ad Olcan mi avvilii in maniera nauseante e mi sfuggì un lieve lamento che non passò inosservato a mio marito.

Olcan si chinò su di me, mettendosi a sedere sui talloni.

"Come ti ha trascinato qui?"

Questa volta si rivolse a me e parlò con il tono deciso di chi non ammetteva giri di parole.

Esitai, non sapendo se rivelargli quel particolare, la sua possibile reazione mi preoccupava, non aveva detto una parola dopo il racconto di Ella, ma il fatto di non poter mentire mi metteva alle strette.

"Ero con Kara e lei è venuta al villaggio, ha detto che sapeva come rendermi una Wulfgar, le ho creduto e l'ho seguita fino a qui, come sono andate le cose dopo te lo ha raccontato Ella."

Olcan reagì in modo totalmente diverso da come mi aspettavo, da severo il suo sguardo si fece comprensivo e preoccupato.

"Sei ferita".

La sua mano sfiorò la mia guancia come se fosse un fiore delicato e questo bastò per calmarmi e riaccendere in me l'eccitazione.

Mi regalò un sorriso consapevole e con la mano mi tirò a se prendendomi in braccio come una bambina, facendo attenzione a non procurarmi dolore.

"Mi farai diventare pazzo!"

Mi tenne stretta saldamente a sé mentre risalivamo la strada per tornare al villaggio, io d'altro canto piegai la testa verso di lui e avvolsi il braccio non ferito intorno al suo collo e inspirai il suo odore, ero così affascinata da quelle mani forti che mi stringevano che il desiderio crebbe sempre più.

"È meglio se ti controlli mia shieldmaiden, sono molto arrabbiato con te".

Sussurrò facendomi venire i brividi, il volto mi diventò paonazzo dall'imbarazzo per essere stata scoperta.

" Non credo che nella tue condizioni riusciresti a difenderti da me".



WULFGAR - The land of snowOnde histórias criam vida. Descubra agora